Nonostante lo sbandieramento dei buoni propositi di ogni governo sulla necessità di incoraggiare e rafforzare la promozione della lingua e cultura italiana all'estero, siamo alle solite. Mancano i fondi e si chiude.
Attualmente all'estero ci sono solamente otto scuole italiane: sono gli istituti omnicomprensivi di Addis Abeba, Asmara, Atene, Barcellona, Istanbul, Madrid, Parigi e Zurigo (Castellani, Scuole italiane all'estero, FrancoAngeli).
La scuola italiana di Asmara, fondata nel 1903, rischia di chiudere. Ecco l'appello dei docenti indirizzato alla Sottosegretaria agli Affari Esteri Ministra Del Re.
Crediamo fermamente nel ruolo della scuola pubblica e siamo sostenitori della scuola
statale come bene pubblico appartenente al Paese e che dunque non deve essere oggetto di
continue riforme non condivise e calate dall’alto.
La Scuola Italiana di Asmara è costituita da circa 1250 alunni tra i vari ordini di scuola e da
più di cento anni garantisce le migliori opportunità di crescita, promuovendo vocazioni e
aspirazioni condivise da docenti e studenti.
Il susseguirsi di decreti quali Il Decreto legislativo 64/2017 che ha introdotto modalità di
assunzione privatistica a livello locale abolendo di fatto l’istituto delle supplenze
all’estero, unito al recente DM 2501/2018 che affida ai locali l’insegnamento di numerose
materie, sta letteralmente distruggendo il carattere distintivo dell’offerta formativa
della scuola italiana, pubblica e statale, come sancito dalla Costituzione.
Nel dettaglio, come Lei ben sa, il DM 8/1/2018 n. 2501 affida ai locali l’insegnamento di
numerose materie, come lingua e letteratura inglese, matematica e fisica, scienze, arte,
scienze motorie, tecnologia e musica, distruggendo il carattere distintivo dell’offerta
formativa della scuola italiana, pubblica e statale, come sancito dalla Costituzione;
smantella l’essenza e le finalità della tradizione della scuola italiana e del suo carattere
pubblico, trasformando gli istituti all’estero in meri fornitori di corsi di lingua italiana.
Prevede la riduzione, nell’arco dei prossimi anni, di circa 15 cattedre di contingente di
ruolo nella scuola secondaria di primo e di secondo grado a vantaggio di contratti a
personale locale.
Ciò che si sta verificando è in evidente contrasto con la volontà espressa
nel d.lgs. 64/2017, che intende invece potenziare e rafforzare la presenza delle istituzioni
scolastiche statali all’estero e la promozione della lingua e della cultura italiana.
Molte sedi estere, come Parigi Istanbul e Addis Abeba, hanno già evidenziato le difficoltà
applicative in merito alla possibilità di sostituire il personale di contingente con contrattisti
locali, come previsto dal DM.
Abbiamo già ampiamente sottolineato le criticità riscontrate presso il nostro Istituto
Omnicomprensivo, ma riteniamo opportuno ripeterle:
1.il personale locale non dispone del titolo di studio prescritto per l’insegnamento, in
quanto in Eritrea non esistono corsi di laurea equipollenti ai titoli rilasciati in
Europa;
2.il medesimo personale non è in possesso di certificazioni linguistiche di conoscenza della
lingua italiana ad un livello avanzato, in quanto tali certificazioni richiederebbero la
presenza in loco di un istituto di cultura con docenti certificatori inviati dall’Italia.
Durante questo anno scolastico, presso la sede di Asmara non è stato possibile
coprire maggior parte delle cattedre rimaste scoperte.
3.per di più, coloro i quali rispondano ai requisiti di cui sopra, potrebbero comunque non
essere assunti, in quanto privi di congedo (“release”) dal servizio militare che, nel
paese in questione, può avere durata semi-permanente;
4. in aggiunta, preme
sottolineare che poiché gli stranieri possono ottenere la residenza in loco solo in
presenza di un contratto di lavoro in essere, il requisito della residenza nel paese da
almeno un anno, richiesto dal DM, è inapplicabile.
La distorta applicazione del d.lgs. 64 snatura dunque il sistema scolastico italiano
all’estero, corrodendone le fondamenta, e crea una serie di disfunzioni che compromettono
il regolare svolgimento delle attività didattiche e la credibilità del sistema nel suo
complesso.
Stimatissima Onorevole,
Le chiediamo ossequiosamente di valutare la possibilità che il DM in questione venga
rivisto, revocando l’affidamento di intere cattedre ai docenti locali, o che venga ritirato. In
subordine, per quanto riguarda la nostra scuola, auspichiamo che si ipotizzi almeno una
deroga per la sede di Asmara, garantendo l’avvio dell’anno scolastico con docenti di ruolo
proprio come succede in tutti gli istituti delle aree metropolitane, viste le enormi difficoltà
sopra esposte.
Inoltre, premesso che il mandato in sede estera del personale nominato fino all’AS 2016-
2017 è di 9 anni, la sede di Asmara è l’unica al mondo ad imporre un mandato ridotto di 5
anni. Tale termine danneggia altresì coloro che sono stati nominati con il DLGS 64/17 che
prevede un primo mandato di sei anni. Siamo a conoscenza del fatto che la parte eritrea ha
manifestato ripetutamente la disponibilità ad estendere il servizio in Eritrea per tutta la
durata del mandato riconosciuta dalla attuale normativa chiedendo come contropartita
l’attivazione di un ulteriore indirizzo di Liceo Linguistico. Malgrado ciò l’ufficio competente
del MAECI non ha ancora offerto riscontro alcuno alla richiesta proveniente
dall’amministrazione Eritrea.
Cogliamo inoltre l’occasione per evidenziare ancora che lo status del docente all’estero non
risulta compiutamente equiparato neanche al personale amministrativo MAECI, riguardo al
trattamento economico, alla mobilità estero per estero, prevista dall’art. 108 del
C.C.N.L. Scuola, che da anni oramai viene negata, alla tutela conseguente al tipo di
passaporto concesso che, nel nostro caso non essendo diplomatico, spesso non viene
riconosciuto dalle autorità locali.
La ringraziamo per averci ascoltato e confidiamo in un Suo autorevole contributo.
Con osservanza
I docenti dell’Istituto Italiano Statale Omnicomprensivo di Asmara