Ciao Sonia, benvenuta e grazie per la tua disponibilità. Ai nostri
lettori che volessero conoscerti quale artista, cosa racconteresti di te? Qual
è stato il tuo percorso artistico e professionale che ti ha portato ad essere
un’artista molto apprezzata nel mondo dell’arte contemporanea italiana?
Il mio percorso inizia dalla carta assorbente
da cucina Scottex. Il mio primo album da colorare! Ai tempi non esisteva ancora
la carta stampata a colori come adesso, ma c'erano dei disegnini non colorati.
In quel periodo non c'erano tante possibilità economiche per potersi permettere
album per colorare. Sono passata poi alle vignette che si trovavano sulla
settimana enigmistica che il vicino di casa buttava per specializzarmi poi
nelle tre pagine in bianco e nero dei fumetti (Topolino) intervallate da una
sola pagina colorata. In quel periodo mio padre capì che la mia strada sarebbe
stata l'arte. Così ho primeggiato alle elementari dove tutti volevano fare
gruppo con me per i lavori in arte, stessa cosa alle medie. Di lì poi la scelta
e il sacrificio dei miei genitori di mandarmi a studiare a Sorrento all'Istituto d'Arte,
da Capri era la città più facilmente
raggiungibile per noi capresi. In quella scuola mi sono distinta per le qualità
artistiche che piano piano con la crescita e la maggior esperienza andavano
sempre più a definirsi e per l'occasione fu istituita anche una borsa di studio
che vedeva partecipe tutto l'istituto e che riuscì ad aggiudicarmi.
Contemporaneamente prendevo anche lezioni di pianoforte che poi ho abbandonato
dopo quattro anni perché lo studio e gli spostamenti tra Capri e Sorrento mi
rubavano tanto tempo. Dopo il diploma si poneva il discorso università.
Consigliatami dai professori la città di Urbino
per proseguire gli studi, ma l'adolescenza porta a fare scelte sbagliate che al
momento ci sembrano buone dall'alto della nostra inesperienza, ma a 18 anni ci si sente super eroi, maturi
e consapevoli, quindi decisi senza alcuna logica di iscrivermi ad architettura,
dopo pochi mesi mi resi conto della scelta infelice e proseguendo nella non
logica adolescenziale andai a prendere informazioni all'istituto di agraria.
Nell'incertezza su quale facoltà scegliere, mi sono sposata. Il desiderio di
famiglia era grande e dopo un anno arriva anche il primo figlio. Ovviamente per
una donna artista la vita non è facile, ho lottato tanto, ho sofferto e
continuo ancora oggi dopo 22 anni di lavoro a livello professionale a fare i
salti mortali per riuscire a conciliare gli impegni familiari con il lavoro che
come si sa richiede ore ed ore di dedizione. Questo impegno però comincia a
darmi delle soddisfazioni, finalmente riesco ad avere dei seri riconoscimenti
artistici in Italia, ma soprattutto
in Europa, dove mi identificano come
eccellenza italiana. In Italia purtroppo i percorsi artistici sono abbastanza
inquinati dal potere economico, quindi non è scontato che un artista di talento
abbia la risonanza che merita.
Come è nata la tua passione per la pittura e per l’arte?
La passione per l'arte credo che sia nata
il 25 maggio del 1979 quando mi
furono dati i natali. Da ché ho ricordi la mia vita ha girato sempre intorno
all'arte.
Come definiresti il tuo stile pittorico? C’è qualche artista al quale
ti ispiri?
Il mio stile pittorico è tendenzialmente
surrealista, questo mi permette di materializzare tramite immagini il messaggio
che voglio comunicare senza appesantirlo, ho la possibilità di trattare
tematiche importanti mantenendomi su composizioni leggere, a tratti anche
ironiche e questo fa sì che i miei quadri trasmettano sempre positività ed
ottimismo. Non mi ispiro a nessun artista, per me ogni persona è unica. Io
dipingo la mia anima e quella è solo mia, non è simile a nessun'altra anima.
Non bisogna mai essere la copia di nessuno!
Chi sono stati i tuoi maestri?
Il mio maestro è stato mio padre, uomo
poliedrico che ha influito enormemente sul modo di rapportarmi all'arte, pur
non essendone consapevole mi ha insegnato ad essere una persona versatile,
capace di sbrigarsela in ogni situazione e questo ha fatto di me la persona e
l'artista che sono.
Quali sono secondo te le qualità, i talenti, le abilità che deve
possedere un artista per essere definito tale? In sostanza, chi è “Artista”
oggi secondo te?
Per essere definito tale, un artista deve
possedere una dote molto importante: l'umiltà! Senza di essa può avere tutte le
qualità di questo mondo e tutte le più alte conoscenze, ma non sarà mai una
persona distinta, di quelle che fanno la differenza! Inoltre bisogna conoscere
le tecniche pittoriche, bisogna studiare, lavorare tanto, fare tanta gavetta e
non sentirsi mai arrivato. Cosa molto importante è anche la parte comunicativa,
il messaggio che si vuole trasmettere, le emozioni da dare. Non basta essere
abile tecnicamente se non si ha qualcosa da comunicare, come non basta aver
qualcosa da comunicare e non saperlo fare perché non si hanno basi tecniche o
semplicemente non si sa disegnare. L'una non può escludere l'altra per essere
un artista.
«Le arti visive,
la pittura, la scultura, l’architettura, sono linguaggi immobili, muti e
materiali. Quindi il rapporto degli altri linguaggi con questo è difficile
perché sono linguaggi molto diversi tra loro. Per cui c’è questa tendenza… non
si capisce… si può capire il motivo perché probabilmente vogliono un po’
sentirsi tutti artisti, pittori, non si sa perché… L’arte visiva è vivente…
l’oggetto d’arte visiva. Per cui paradossalmente non avrebbe bisogno neanche di
essere visto. Mentre gli altri linguaggi devono essere visti, o sentiti, o
ascoltati per esistere. Un’altra cosa nell’arte visiva caratteristica è che non
si rivolge in particolare a nessuno spettatore, non c’è una gerarchia di
spettatori, ma sono tutti alla stessa distanza dall’opera. Non ci sono gli
esperti. Un giudizio di un bambino vale quello di un cosiddetto esperto, per
l’artista. Non c’è nessun particolare… Anche perché non esistono gli esperti
d’arte. Gli unici esperti, veramente, sono gli artisti. Gli altri percepiscono
l’arte, ma non possono essere degli esperti altrimenti la farebbero, la
saprebbero fare.» (Gino De Dominicis, Intervista
a Canale 5 del 1994-95). Cosa ne pensi di queste parole di Gino De Dominicis?
Qual è la tua posizione in merito?
Detta in questo modo ho capito ben poco,
quindi non posso esprimermi al riguardo non avendone capito il senso.
Sempre Gino de Dominicis, dei critici diceva … «…che hanno dei complessi di inferiorità rispetto agli artisti. Sono
sempre invidiosi. È una cosa che è sempre successa. C’è poco da fare.» (Intervista
a Canale 5 del 1994-95). Tu cosa ne pensi? Perché è importante per un artista
il giudizio, l’opinione artistica di un critico?
Per l'artista il giudizio del critico è
importante perché in teoria questa figura dovrebbe rappresentare la parte
colta, quella preparata in questo campo nonché una speranza di visibilità, un
divulgatore del nostro "genio". L'esperienza poi ci insegna che in
realtà così non è, oggi intorno a questa figura girano forti interessi
economici che ne inquinano il giudizio, in più non ci sono neanche più figure
preparate; ma molti improvvisati. Oggi si è tutti critici d'arte e tutti
artisti senza avere né arte né parte!
Charles Bukowski, grandissimo poeta e scrittore del Novecento, artista
tanto geniale quanto dissacratore, in una bella intervista del 1967 disse… «A cosa serve l’Arte se non ad aiutare gli
uomini a vivere?» (Intervista a Michael Perkins,
Charles Bukowski: the Angry Poet, “In New York”, New York, vol 1, n. 17, 1967,
pp. 15-18). Tu cosa ne pensi in proposito? Da questa prospettiva, a cosa serve
la tua arte, ovvero, le arti visive in genere?
Quest'affermazione mi piace molto e ne
condivido ogni angolo di pensiero. È per questo che io dipingo il bene, perché
è quello il mio messaggio, divulgare amore, ottimismo. Sì! L'arte serve ad
aiutare gli uomini ad essere persone migliori!
Qual è secondo te lo stato di salute dell’arte contemporanea in Italia?
Purtroppo tutto il mio ottimismo si ferma
in questa domanda. Lo stato dell'arte contemporanea italiana subisce in questo
momento la crisi ideologica e morale dell'essere umano. Ma l'arte è solo la
conseguenza del degrado culturale visto che è lo specchio di ciò che siamo.
Quali sono i messaggi che vuoi lanciare con le tue opere?
Il messaggio che cerco di lanciare con le
mie opere è un messaggio di amore, cerco di combattere la cattiveria che ha
rubato una grande percentuale dell'animo umano, con messaggi positivi, non solo
tramite l'arte, ma come stile di vita. È pur vero che bisogna nascere in un
certo modo, ognuno ha un proprio carattere più o meno piacevole, quindi non è
facile far cambiare visione della vita ad una persona abituata ad agire in modi
non convenzionali, ma io farò di tutto per diffondere il mio messaggio. Ho
bisogno di credere che i nostri nipoti possano vivere un mondo migliore di
quello che abbiamo presentato ai nostri figli
Un’ultima domanda Sonia, immaginiamo che hai di fronte una numerosa
platea di adolescenti di una scuola media superiore della tua città. Il tema
del simposio è l’arte figurativa e la pittura in particolare. Cosa diresti loro
per catturare l’attenzione? Quali i tre temi principali che secondo te
andrebbero affrontati per appassionare giovani menti all’arte, alla bellezza e alla cultura?
Io direi ai ragazzi che l'arte non la si
può definire, perché si rischierebbe di cadere nel banale con frasi retoriche.
L'arte è uno stato d'animo, una percezione. Si può cercare di trovare delle
parole per avvicinarsi al concetto, ma non troveremmo mai la parola giusta che
ne determini la definizione esatta. Essa si prova e basta, come l'amore. Ha un
valore etico e spirituale, nonché estetico perché espressa tramite la materia.
Io direi ai ragazzi di entrare in un museo, di mettersi davanti ad un'opera
d'arte, chiudere gli occhi e respirarla. Le emozioni che ne deriveranno è
quella la definizione di arte. Mi vien la pelle d'oca solo ad immaginare la
sensazione. Provateci!
Sonia Vinaccia
Contatti:
Andrea Giostra