Recensione di Andrea Giostra -
Un film horror thriller, puntellato di
goffaggine, sul mondo dell’arte contemporanea che si vive a Los Angeles,
capitale mondiale del cinema ma anche delle arti visive dei giorni nostri.
Un
mondo, quello dell’arte, rappresentato magistralmente nella sua bizzarria,
incomprensione, balzana ed eccentrica capricciosità, ma anche nella sua
radicata ipocrisia e superficialità dove il potere dei critici d’arte è
disegnato come quello del fato che dà o toglie gloria terrena agli artisti e
alle gallerie d’arte.
Nel film, diretto da Dan Gilroy di
Nightcrawler (2014), la storia vede protagonista Morf Vandewalt (Jake
Gyllenhaal), temutissimo critico d’arte, che con le sue recensioni positive può
lanciare talenti come brocchi sconosciuti nell’olimpo del mercato
internazionale al quale ambiscono gli artisti, ma soprattutto i mercanti d’arte
tra i quali a L.A. c’è una competizione selvaggia e senza esclusione di colpo
alcuno. La svolta del film, da una narrazione prevedibile ad una goffamente
horror/thriller, inizia quando a Morf vengono presentati dall’amica e
segretamente amante Josephine (Zawe Ashton), assistente della spietata
gallerista Rhodora Haze (Rene Russo), i centinaia di dipinti inquietanti e
metamorfici sottratti al vicino di casa trovato improvvisamente morto tra le
scale della sua palazzina. Il defunto è uno sconosciuto Veltril Dease del quale i protagonisti cercano di ricostruirne la
storia artistica. Un pittore che aveva lasciato un testamento verbale: bruciare
tutte le opere dopo la sua morte!
Ma che senso ha l'arte se nessuno la
può vedere? Che senso hanno le opere se non possono essere vendute? Sembrano
queste le domande che pone il film allo spettatore dal momento della scoperta
dell’immenso tesoro artistico di Dease sul quale si innesca una guerra per
appropriarsene, e che genererà nel film l’inevitabile frutto della cupidigia
umana…
Forse a queste domande avrebbe potuto
rispondere il nostro grande Gino de Dominicis: «Le arti visive, la pittura, la scultura,
l’architettura, sono linguaggi immobili, muti e materiali. … L’arte visiva è
vivente… Per cui paradossalmente non avrebbe bisogno neanche di essere vista.» … vivente come in “Velvet Buzzsaw”… ma questa è la storia che va vista nel bel film
della Netflix… e non appartiene certamente a questa recensione.
Il film è da vedere, consigliato a
tutti coloro che da prospettive diverse vivono il mondo dell’arte
contemporanea, ma anche ai curiosi e agli appassionati di buon cinema, se non
altro perché gli attori sono tutte stelle hollywoodiane di indiscusso e
riescono a coprire con maestria le evidenti crepe della sceneggiatura e della
narrazione filmica.
Scheda:
Titolo originale: “Velvet Buzzsaw”.
Regia di Dan Gilroy
Produzione Jennifer Fox, Betsy
Danbury, Donald Sparks
Distribuzione Netflix
Sceneggiatura Dan
Gilroy
Musiche di Marco Beltrami
Con Jake Gyllenhaal, Rene Russo,
Natalia Dyer, Toni Collette, John Malkovich, Daveed Diggs, Zawe Ashton, Tom
Sturridge, Billy Magnussen, Peter Gadiot
Trailer EN: https://www.youtube.com/watch?v=XdAR-lK43YU
IMDb: https://www.imdb.com/title/tt7043012/
Wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/Velvet_Buzzsaw
ANDREA GIOSTRA