(video) Il nome Leon Seti contiene una parte del nome proprio del musicista e il nome Seti che in egiziano antico significa “lui di Seth”, dio del deserto, per omaggiare l’antichità e aggiungere una sfumatura di regale. Leon Seti è un progetto principalmente pop che gioca con ispirazioni synth e elettroniche sia contemporanee che retro, da Peter Gabriel a BANKS, da Bjork a Anohni, e che si preoccupa di creare canzoni che possono essere cantate, ballate e che possano far entrare l’ascoltatore in un mondo diverso e particolare. Leo produce, scrive, compone e canta tutti i pezzi della discografia.
Parlaci del nuovo album...
Cobalt è un album synthpop atmosferico ispirato musicalmente da Peter Gabriel e Bjork. Parla di un’estate e autunno che ho vissuto un anno e mezzo fa e racconta cronologicamente alcuni eventi, a partire dal mio trasferimento dal nord dell’Inghilterra a Londra, passando per una rottura molto dolorosa e finisce con un nuovo inizio e un mattino d’inverno.
L’album è un insieme di sfumature di blu che richiamano la profondità e immensità del cielo e del mare. I suoni sono costruiti e mixati per creare ambienti profondi che le rispecchino.
Quali sono i tuoi cantanti di riferimento?
Peter Gabriel, Lady Gaga, Madonna, Jessie Ware, BANKS, Asgeir, Prince, Thomas Azier, Robyn, Utada Hikaru.
Qual è l’esperienza lavorativa che più ti ha segnato fino ad ora?
Ho avuto il piacere di suonare con LaRoboterie due volte a dicembre ed è stato meraviglioso.
Invece quella mai fatta e che ti piacerebbe fare?
Aprire per MYSS KETA.
Progetti futuri? Farai un tour?
Sto lavorando a dei remix di Silver Lining, poi forse un video e se l’album va bene magari un tour potrebbe starci. Conoscete qualche agenzia di booking (ride)?