Con la
musica di Piovani racconta la Gente di Cerami, chi era e chi è la gente di
Cerami?
È un
piccolo mondo quotidiano che Vincenzo certe volte apostrofa anche come grigio e
insulso ma con la sua penna e con la sua lente di ingrandimento, perché c’è un
racconto di uno che lavora tutta la vita al microscopio e che poi quando
porterà questi suoi occhi sopra un tetto vedrà tutta l’umanità come quei
microbi, come quei batteri che ha studiato sempre sotto al microscopio. Sotto
la lente di Vincenzo però diventano eroi piccoli, grandi, eroi quotidiani di
storie come quelle che raccontiamo noi in scena. Noi che abbiamo avuto la
difficoltà appunto di trasportare quella cifra molto letteraria, perché sono
pagine strappate dai suoi libri, l’abbiamo dovuta trasformare in cifra
teatrale, che non è esattamente una cosa facilissima. Il successo più
bello che abbiamo avuto con lo spettacolo è stato proprio quello di riuscire a trovarla. La gente, tra l’altro, si
riconosce in questi personaggi.
Ci sono
ancora, oggi, i piccoli antieroi?
Beh, basta saperli scovare, che poi è proprio
una delle prerogative di un grande autore, saper vedere dove gli altri non
vedono. Ma certo che è pieno intorno a noi, ed è per questo che ancora oggi si
riconoscono. Dicevo che quest’occhio di Vincenzo, poi per chi lo conosceva sa
perché era un uomo simpatico, sarcastico, molto tagliente, di una intelligenza graffiante. Sia i personaggi che
i racconti sono molto divertenti. Attorno a noi ci sono ancora, avoja.
Diciamo
che lei ed Anna Ferruzzo siete bravissimi a raccontare visivamente la
quotidianità della gente, credo che non sia facile renderli visivamente a
teatro...
Esatto, è quello che le dicevo prima. Io credo
che abbiamo costruito dei personaggi lì sopra, un po’ maschere, un po’
grotteschi se vogliamo. Credo che se ci fosse stato Vincenzo avrebbe gradito.
Quando
si ama si guarda la realtà con occhi diversi, quanto è vero?
Eh come no, l’amore fa vedere le cose da un
certo punto di vista positivo, migliora
sia le cose che il modo di vedere.
È
comunque un testo molto attuale, perché lei ad un certo punto dice ‘donne,
mamme, ragazze che navigano nello stesso mare, in cui una porta si chiude alle
spalle ed un’altra se ne apre davanti ed io ne costruisco le storie’, Diciamo
che c’è anche un riferimento a quello che sta accadendo adesso con le persone
che arrivano dall’altra parte del mare.
Ah questo non glielo so dire perché è il
frutto di un grande autore e può essere adattato e letto in tanti modi, quindi
probabilmente si può vedere anche una mamma che arriva qui con il bambino in
braccio dall’altra parte del mondo. È possibile. Io credo che Vincenzo si
guardava intorno anche tra le vie della sua città, anche qui in Prati dove
abitava. Vedeva questa umanità, la sfudiava, per poi ricostruire quelle storie
lì.
La sua riflessione è bella, perché può arricchire
ancora di più lo sguardo di Vincenzo.
Come dice quel racconto di Vincenzo, perché a
me non è capitato ringraziando Dio e non glielo so dire, credo che deprima
molto. Cioè che tolga molte energie, che paralizzi moltissimo perché rompe un
patto, perché alla fine l’amore è un patto. L’amore e l’amicizia sono due forme
d’amore. Io l’amore l’ho sempre considerato un motore, il mio amore per Anna è
un motore fondamentale per la mia vita,
per il mio essere uomo. Ho molti amici, alcuni li conosco da quando erano nella
pancia della mamma. Alcuni sono venuti già due volte a teatro. Vedo ancora i
miei compagni di scuola, evidentemente
sono state amicizie che mi hanno permesso di avere una buona visione della
vita. Per cui l’amore da una parte,
l’amicizia dall’altra, sono elementi fondanti per una persona. Il patto che si
è stretto con gli amici non dovrebbe mai essere rotto.
Il
pubblico reagisce bene, ho visto che era molto attento. Qual è il complimento
più carino che ha ricevuto in camerino?
Un silenzio attento. Avrà visto come hanno riso, la complicità
manifesta. Per me il complimento più bello è sempre la risata, che è quella che
viene dalla testa e non dalla pancia.
Fu proprio Vincenzo Cerami a seminare quel
tipo di risata. Son venuti anche dei bambini e gli è piaciuto tanto. È il
complimento più bello perché loro non hanno filtro.
Avrete
una tournée per questo spettacolo?
Abbiamo già fatto un po’
di date prima di Roma, adesso cerchiamo di capire cosa fare nel prossimo anno.
Elisabetta Ruffolo
LA GENTE DI CERAMI
Racconti di Vincenzo Cerami adattati da Aisha Cerami
con Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo
musiche Nicola Piovani eseguite dal vivo da
Alessio Mancini flauto/chitarra
Sergio Colicchio tastiera/fisarmonica
regia Norma Martelli
spazio scenico Sandra Viktoria Müller costumi Silvia Polidori
disegno luci Danilo Facco ufficio stampa Daniela Bendoni
organizzazione Rosi Tranfaglia
produzione COMPAGNIA DELLA LUNA
Direzione artistica Nicola Piovani
Dal 7 al 17 marzo 2019 ore 21
martedi 12 ore 20 ; mercoledi 13 ore 17 ; domenica ore 17.30
TEATRO VITTORIA / ATTORI&TECNICI _ Piazza S.Maria Liberatrice 10, Roma (Testaccio)
Biglietti: intero platea 28, intero galleria 22 (compresi 3 euro di prevendita)
Ridotti in convenzione: platea 21 e galleria 18 (compresi i 3 euro di prevendita)