Bruxelles, The Rake’s Progress alla Monnaie, messa in scena semplice ed efficace guidata dal talento. La recensione di Fattitaliani

La carriera di un libertino (The Rake's Progress), è un melodramma in tre atti di Igor Stravinskij rappresentato per la prima volta alla Fenice con la direzione dello stesso compositore, su un libretto  di Auden e Chester Kallman.
Lo spunto per l'opera lo danno i quadri di Hogarth oggi al Sir John Soane's Museum di Londra che illustrano il progressivo declino di un giovane nullafacente che dilapida se stesso fra lazzi e frizzi. Banale pretesto narrativo, fra Faust e Don Giovanni, che serve a Stravinskij per creare qualcosa che banale non è, e che segnerà il passaggio fra una fase della sua carriera 'tradizionale' per avviarne una che, musicalmente, lascerà il segno.
Se Hogarth sarà la fonte figurativa del racconto narrativo, Mozart segnerà il racconto musicale: il modello sono le sue opere 'comiche', Le Nozze di Figaro, Così fan tutte. L'opera buffa settecentesca, la musica  del XVIII secolo è dove Stravinskij attinge,  con  le sue arie, i suoi pezzi di insieme - duetti, terzetti e quartetti-, i recitativi con il clavicembalo, i recitativi accompagnati dall'orchestra. Ma gli elementi convenzionali sono costruiti e montati in un tessuto dissonante, che ne modificano il significato musicale, come quando una strizzata d'occhio toglie valore e significato a tutto quello che si è detto fin'ora e il già detto diventa 'altro'. Questo 'altro' è il segreto della fascinazione di questa musica che incanta e risana, spiazza e pacifica, stupisce a affascina. 
Lascerà il segno venti anni dopo la sua creazione una messa in scena curata da un altro genio ma dell'arte figurativa, David Hockney. Se Stravinskij si serve di forme del passato per creare forme musicali future, Hockney è un genio che si serve della superfice per arrivare in profondità; il mix di energie è fantastico, è crea un'edizione memorabile, vista anche a La Monnaie qualche anno fa.
Assai saggiamente Barbara Hannigan, che ha diretto The Rake's Progress de La Monnaie di ieri sera (in scena anche stasera), ha evitato confronti impossibili e forse anche per ragioni economiche, ha organizzato una messa in scena minima che è stata curata da Linus Fellbom, con tutti sempre presenti in scena e con una struttura cubica semplice messa avanti dove si è svolta la vicenda. Assai bravi ed efficaci i giovani cantanti (Aphrodite Patoulidou, Elgan Llyr Thomas, Yannis Fracois, Fleur Barron, Antoin Herrera-Lopez Kessel, James Way). Il plus forse è stata lei stessa, Barbara Hannigan, donna dagli straordinari talenti: lei conosce profondamente Stravinskij, per forza di quello studio ripetuto che nel corso degli anni finisce per diventare parte della genetica, della fisiologia e perfino della fisiognomica! Ed ha  usato questa sua conoscenza della musica attraverso il corpo per reinventarsi da stimata cantante in direttore d'orchestra. Con risultati apprezzabili.
L'abbiamo osservata ieri sera, grazie alla posizione rilevata del suo podio, immersa a dirigere la Ludwig orchestra in una musica che si percepiva sentiva come sua. Qualcosa di sexy, volendo con ciò evidenziare come il talento vero dell'artista attrae il testosterone dell'intelligenza dello spettatore. Ieri abbiamo assistito a una messa in scena semplice ed efficace, che ha servito magnificamente la musica. Semplice ed efficace, come tutte le cose intelligenti guidate dal talento. Giovanni Chiaramonte.

DISTRIBUTION
Direction musicale BARBARA HANNIGAN
Mise en espace LINUS FELLBOM
Costume Designer ANNA ARDELIUS
Mask Designer THERESIA FRISK

Anne Trulove APHRODITE PATOULIDOU
Tom Rakewell ELGAN LLŶR THOMAS
Nick Shadow YANNIS FRANÇOIS
Baba the Turk FLEUR BARRON
Trulove ANTOIN HERRERA-LOPEZ KESSEL
Sellem JAMES WAY

LUDWIG Orchestra
Vlaams Radio Koor s.l.d. Bart Van Reyn

Production KLARAFESTIVAL 
Coproduction
DE MUNT / LA MONNAIE En collaboration avecEQUILIBRIUM
Fattitaliani

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