Valentino Infuso a Fattitaliani: i volti dei personaggi pre-esistono alla scrittura. L'intervista per Proscenio

Dopo la prima nazionale a Roma al Cometa Off, dal 3 febbraio lo spettacolo "PFF - Piano Forte Forte. Trisonata per corpo femminile e pianoforte" scritto e diretto da Valentino Infusosarà in tournée fino a maggio 2019. L'autore e regista è ospite della rubrica "Proscenio": l'intervista di Fattitaliani.
"Piano Forte Forte" in che cosa si contraddistingue rispetto ad altri suoi lavori?
PFF è il mio primo lavoro di scrittura e regia in cui io stesso non sono in scena come attore. Questo mi ha permesso di dedicarmi totalmente all'aspetto registico e al lavoro di training e sperimentazione scenica con l'attrice Valentina Cidda. Poter praticare il testo con improvvisazioni guidate e in sinergia con lei è stata una delle fasi del lavoro che ho prediletto. Non che sia mancato negli altri spettacoli, ma in questo caso è stato totalizzante.
Quale linea di continuità, invece, porta avanti (se c'è)?

Posso dire che un elemento forte di continuità tra Pff ed i miei precedenti lavori è, dal punto di vista espressivo, il forte impatto dell'attore con la scena (il mio è essenzialmente un teatro d'attore) mentre, per quanto riguarda i contenuti, resta pregnante l'urgenza dichiarativa intorno alla Verità dell'essere umano, in tutte le sue sfaccettature e livelli. 
Com'è avvenuto il suo primo approccio al teatro? Racconti...
Avevo circa otto anni e con uno schiaffetto (che col senno di poi potrei definire "zen") mia madre, che insegnava danza, mi fece superare il panico da palcoscenico scaraventandomi davanti ad una platea gremita in occasione del mio primo saggio di danza, in cui interpretavo Charlot. Da allora non ho più smesso...
Quando scrive un testo nuovo può capitare che i volti dei personaggi prendano man mano la fisionomia di attrici e attori precisi?
Non scrivo mai senza una necessità impellente. Questa necessità può essere frutto di un'esigenza personale o di uno stimolo esterno. Questo per dire che i volti dei personaggi in verità pre-esistono alla scrittura, anzi, prima li visualizzo poi li disegno con la parola scritta. Ma quasi mai vedo attori. Semmai vedo caratteri, anime...
Per un autore teatrale qual è il più grande timore quando la regia è firmata da un'altra persona?
In verità io scrivo per mettere in scena. Mi è capitato soltanto una volta che la regia fosse di altri: parlo di Teatro-Cucina, per la regia di Elisabetta Faleni, spettacolo scritto a quattro mani e di cui ho avuto modo di occuparmi sotto ogni aspetto della realizzazione, sentendolo a tutti gli effetti uno spettacolo molto personale, in quasi totale sintonia con la coautrice e regista. Ma credo sia divertente vedere come ciò che scrivi e immagini, e hai visto prima ancora di scriverne, possa essere materializzato attraverso la sensibilità artistica e professionale di un'altra persona... ciò richiede molta autoironia, credo.
Quanto è d'accordo con la seguente citazione: "Il teatro è poesia che esce da un libro per farsi umana" di Federico Garcia Lorca?
Per me il teatro è da sempre trasformazione in azione della parola scritta. Da qui la sua umana, mutevole, poeticità. Quindi sono totalmente d'accordo... 
Il suo aforisma preferito sul teatro... o uno suo personale...
"Bisogna far pagare la gente per il teatro che voglionoma devi pagare di tasca tua per il teatro che vuoi". Questa è una famosa frase del pedagogo e regista russo Vsevolod Meyerhold, padre della biomeccanica ed uno dei grandi maestri del novecento. Oggi più che mai questa espressione ha il sapore di amara e viva verità. Ma mi risuona spesso anche una delle ultime apparizioni pubbliche di Eduardo De Filippo in cui, emaciato e stanco, ruggiva "Il teatro è sacrificio, ma il teatro non si deve arrendere!". Poi, io dico spesso che "il teatro è la miglior alternativa all'omicidio...".
Assiste sempre alla prima assoluta di un suo lavoro?
Certo, è fondamentale. In realtà cerco di fare in modo di assistere a tutte le repliche, seguire la preparazione dell'attore prima dell'entrata in scena, prendere nota di ciò che ha funzionato, di ciò che non ha funzionato o di ciò che funzionava ma per qualche strana ragione non funziona più... il teatro è qualcosa di vivo e pulsante e, a differenza del cinema, richiede un lavoro costante di aggiustamento e di definizione e cura del dettaglio quasi infinitesimale.
L'ultimo spettacolo visto a teatro? 

L'ultimo spettacolo che mi ha coinvolto è stato Circus Don Chisciotte di Ruggero Cappuccio, sia per fluidità della scrittura che per la forza vitale degli interpreti.
Degli attori del passato chi vorrebbe come protagonisti ideali di un suo spettacolo?
Ah, sarebbe un elenco troppo lungo :) 
Il miglior testo teatrale in assoluto qual è per lei?
Non esiste un miglior testo teatrale in assoluto. Può esistere una più o meno riuscita realizzazione scenica da parte di questo o quel regista, ma un testo, quando lo leggi e lo immagini, sei tu stesso che lo metti in scena nella tua mente in quel preciso momento, sei tu il regista... quindi è qualcosa di estremamente soggettivo.  
La migliore critica che vorrebbe ricevere?

Quelle che sto già ricevendo per Piano Forte Forte...
La peggiore critica che non vorrebbe mai ricevere?
La mia... 
Giovanni Zambito
LO SPETTACOLO

Un'opera teatrale perfettamente compiuta che ti ferisce e ti accarezza, fusione ed equilibrio fra vena drammatica e comica, che arriva a vertici inaspettati e travolgenti in un turbinio di emozioni, il tutto impreziosito da momenti di grande virtuosismo interpretativo e brillantezza musicale. Uno spettacolo capace di coniugare con grande sensibilità artistica parole, musiche e movimento in un racconto intenso, sconvolgente. Tutto questo è PFF - Trisonata per corpo femminile e pianoforte, scritto e diretto da Valentino Infuso, con Valentina Cidda, che – oltre che interprete - ne compone anche le musiche originali. 
PFF, pronunciato con la f prolungata, come un lungo sospiro che contiene ogni sfumatura emotiva, dal pianto al sollievo, dalla fatica alla resa, dalla disperazione alla speranza, dall' illusione al disincanto, dalla dolcezza al dolore, dall'inizio alla fine, dalla fine ad un nuovo inizio...è il racconto di una donna, è la storia di una vita, narrata per narrare tante vite...narrata per parlare a tutti, donne e uomini.
PFF è una favola tenebrosa e delicata, rude e dolcissima, spietata e amorevole...una favola i cui personaggi prendono vita plasmati dall’invisibile ad ogni istante, dove tutto è all’ultimo fiato, senza tregua, dove la storia di una vita si fa tessuto intrecciato di dolore e bellezza, un segreto di liberazione, un' affresco intimo e profondissimo sull'anima umana...  

“PFF – Trisonata per corpo femminile e Pianoforte” è un opera alchemica,  e, come tale, drammaturgicamente si compone appunto, di “tre sonate” che insieme incarnano una sinfonia complessa, coraggiosa, sfrontata. Tre parti, tre fasi dell’esistenza, i tre stadi di mutamento dal piombo esistenziale alla ricerca dell'oro che siamo e possiamo Essere…

Nella prima sonata, “Origini” (del male), si  narra la nascita, “la caduta dell’angelo”, l’inizio del viaggio terrestre di una piccola donna che comincia a poco a poco ad essere piegata, logorata, congelata, dalle grandi bugie del mondo degli “adulti”: le aspettative, il giudizio, l’inganno, la prima violenza, la vergogna, la fuga da se stessi, lo smarrimento, la paura, il senso di colpa, la ricerca disperata di un respiro d’amore autentico che manca, manca sempre, manca ovunque, manca da sempre, …

La seconda sonata, “Inferno”, si apre con l’avvio verso la vita da “signorina”, e percorre, attraverso i passaggi del diventare donna, gli schemi che, dal primo germe di dolore originario, vanno a crearsi e ripetersi ostinatamente, sciami di demoni evocati e nutriti costantemente in un anelito inarrestabile di autodistruzione…la tensione alla vita, l’omicidio continuo di ognuno per mano di ognuno, il disincanto, il dolore, la fuga, la rabbia che salva dalla disperazione ma lo fa avvelenando inesorabilmente il cuore…

La terza sonata, è "Guarigione". La trasformazione. E’ la dissoluzione dell’ego, la fine di ogni pretesa, la consapevolezza incarnata, la responsabilità riconosciuta, l’accoglienza della Bellezza, la resa. E' un monologo muto, dove il vuoto purifica la parola…e la restituisce scarnificata e leggera, libera e solenne nella sua trasparenza inafferrabile.

PFF è uno spettacolo così perfettamente tessuto da sembrare un essere vivente di per sè, palpitante, bruciante, urgente, divorante e fecondo, fiero, vero.

"Avevo da tempo il sogno di mettere in scena un monologo che raccontasse una Vita,  attraverso l’interazione unica con il pianoforte, ma non avrei mai potuto realizzarlo senza la geniale scrittura e la straordinaria, folle, pazzesca regia di Valentino Infuso…" dichiara l'attrice Valentina Cidda.  
Il Pianoforte, si fa essere in carne ed ossa, fedele compagno di scena, vissuto, attraversato, suonato e suonato magicamente, con le mani, i piedi, il corpo, l'anima, penetrato, abitato, logorato dal sangue e dal sudore e glorificato dalla pace di una trasformazione che è catarsi reale, nuda, e senza filtri.
Note di Regia e drammaturgia.

Scrivere uno spettacolo per corpo (e anima) femminile e pianoforte. Ecco. Una bella scommessa in principio.
Il viaggio di Piano, Forte, Forte, è iniziato così, "semplicemente", da un "discorso" intorno all'essere umano. Che si tratti di un viaggio nel femminile, questo è un "dettaglio", è semplicemente un colore, una sfumatura, ma una sfumatura intensa, potente, di quelle che emanano odore proprio, che ha richiesto a me - e lo ha fatto senza mezzi termini - non la comprensione della sensibilità femminile ma l'emersione spudorata del mio femminile profondo. E di questo ringrazio tutte le donne che sono stato nelle vite precedenti. Ogni esperienza raccontata e rivissuta in scena da Valentina, infatti, è stata scritta attraverso la mia Verità, nulla di quello che racconto io in parole e lei in corpo, voce e sudore, è arrivato nelle sue vene senza che sia transitato per le mie, e, contemporaneamtne PFF è PFF proprio perché creato e vivente attraverso ciò che Valentina Cidda è, nel corpo, nella voce, nel sentire, nella musica. Nessun altro potrebbe interpretare questo testo ed incarnare questa regia.”

Valentino Infuso

L'AUTORE

Valentino Infuso, classe '76, attore, drammaturgo, regista e mascheraio. La sua formazione va dalla prosa al teatro-danza, dal mimo alla scherma teatrale, dalla danza butoh al canto. Studia con maestri quali Ettore Massarese, Raul Manso, Silvya Kanter, Hector Malamoud, Yves Lebreton, Antonio Fava, Danio Manfredini, Giorgio Rossi, Atsushi Takenouchi, Yumiko Yoshioka, Maria Consagra, Lindsay Kemp, collaborando con coreografi del calibro di Raffaella Giordano e Roberto Castello. Cofondatore, assieme alla coreografa Elisabetta Faleni, della compagnia Teatro in Polvere, realizza dal 2000, come ideatore e coautore, “Teatro-Cucina®”, spettacolo che, con oltre 500 repliche, ha dato nome ad un vero e proprio genere. Tra le sue scritture e regie teatrali “Sushidio®”, “Il Piccolo Attore”, “Dojo-Ji” (con la cantante giapponese Shinobu Kikuchi) e, attualmente sulle scene, “PFF” con Valentina Cidda. Alternando la creazione di spettacoli teatrali al lavoro d'attore (è Michelangelo nel “Giudizio Universale” di Marco Balich) e all'attività di formazione (in Italia e all'estero), è attualmente impegnato nella pubblicazione dei suoi testi teatrali (13 ad oggi) e nella scrittura del suo primo romanzo. La sua attività di ricerca teatrale è attualmente oggetto di una tesi di laurea presso l'Università di Bologna, col titolo “Il teatro di Valentino Infuso”.

Valentina Cidda, classe 1978, comincia fin da bambina, sia sul palcoscenico che in sala di doppiaggio al fianco del padre, Mario Maldesi prestando la sua voce in numerosi film. Comincia a scrivere fin da giovanissima e riceve numerosi premi e riconoscimenti.
La passione per la scrittura da ragazza la porterà a lavorare come dialoghista e adattatrice cinematografica firmando le versioni italiane di film quali: “L’estate di Kikugiro” di Takeshi Kitano, “Una storia vera” di David Linch, “La tigre e il dragone” di Ang Lee, “Regole d’onore” e “The Hunted”, di Wiliam Friedkin, “Eyes wide shut” di Stanley Kubrick. Studia pianoforte e composizione in conservatorio. Si distacca poi dall’ambiente classico attratta sempre più da ambiti di sperimentazione e ricerca e la musica diventa componente importante del proprio lavoro teatrale e performativo in generale. Studia e cresce come attrice con maestri quali: Danio Manfredini, Cezar Brie, Giorgio Rossi, Raffaella Giordano, Mitsuru sasaki, Kristin Linklater, Marcel Marceau e molti altri. Nel 2002 fonda la compagnia teatrale Il Guazzabugllio, attiva per anni in tutto il territorio italiano con spettacoli propri. Laureata in Filosofia della Comunicazione, 110 e lode, con una tesi dal titolo "Ai margini dell’evoluzione: spunti riflessivi sul corpo tra biologia e tecnologia", attento studio sul corpo, tra arte performativa e espressione comunicativa, e delle sue contaminazioni con la tecnologia. Nel 2005 istituisce il gruppo di ricerca e produzione teatrale Dulcamarateatro. Ancora nel 2006 aderisce alla fondazione della band indie-pop Kiddycar, riconosciuta e stimato da pubblico e critica italiana e internazionale. Nel 2008 diventa autrice e conduttrice radiofonica di Radio Rai. (Il Buongiorno di Radio1; “Music Club” su Radio 1; “Effetto Notte” Radio 2 di cui è anche ideatrice). 
Tournée
-Ancona, Teatro Sperimentale (3 febbraio ore 20.30 biglietti 13 e 9 euro)
-Torino, Officine caos (16 febbraio ore 21.00 biglietti 13 e 9 euro)
-Verona, Modus (3-4 marzo ore 20.30 biglietti 13 e 9 euro)
-Firenze, Teatro delle spiagge (8 marzo ore 21.00 biglietti 13 e 9 euro)
- Bologna, Ateliersi (6-7 aprile sabato ore 21.00 domenica ore 18.00 biglietti 13 e 9 euro)
-Napoli, Nuovo teatro nuovo (10-11 maggio ore 21.00 biglietti 13 e 9 euro)
-Milano, Elfo-Puccini, Sala Bausch (28-30 maggio ore 20.00 biglietti 13 e 9 euro)

per info e prenotazione
www.pianoforteforte.it 
info@pianoforteforte.it
cell. (anche Whatsapp): 328.14.83.528
prevendita sul circuito CiaoTicket (www.ciaoticket.com)

Fattitaliani

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