"Soddisfatta del mio lavoro. Grata ed emozionata": è il commento della scrittrice Sibilla Gambino alla candidatura al premio per la sezione narrativa di Kaos, Festival dell'editoria, dell'identità e della legalità siciliana (riconoscimenti speciali), che quest'anno si svolgerà a Canicattì dal 18 al 20 gennaio 2019. Nel suo romanzo "Il silenzio dell'orso. L'attimo in cui tutto può cambiare" (Carlo Saladino editore) la protagonista Paola deve rimettere tutto in discussione -anche le realtà più semplici e apparentemente scontate- dopo la morte del padre. L'intervista di Fattitaliani all'autrice.
Com'è stata la gestazione del romanzo: lineare e ininterrotta oppure problematica e a più riprese?
La gestazione non è stata per niente lineare. Quando mi sono trovata a raccontare la morte del padre della protagonista si sono rimaterializzati tutti i demoni dei miei ricordi e ho dovuto interrompere. Intanto dentro di me stava crescendo una bimba e a maggior ragione non volevo trasmetterle emozioni tristi e dolorose. Ho ripreso dopo più di un anno. Ancora nel momento della ricorrezione del romanzo I dispettosi fantasmi del passato sono tornati perseguitandomi con diversi attacchi di panico. Ma alla fine ne sono uscita e ho consegnato il manoscritto all’editore. Sollevata e sicuramente più forte.
In che maniera si organizza per scrivere: ha un luogo o un momento particolare riservato solo alla scrittura?
Scrivo sulla scrivania eredità della nonna Friedel (la troverà nel romanzo!) nella mia camera da letto. Accendo sempre una candela alla magnolia, chiudo la porta della stanza e inizio a chiacchierare con i miei personaggi per riprendere il filo del romanzo. Trovata la concentrazione giusta comincio a scrivere al pc.
Quali commenti di lettori le stanno dando maggior soddisfazione?
Alla fine della presentazione del romanzo a San Vito Lo Capo una signora anziana mi ha avvicinata. Aveva gli occhi lucidi. Mi dice: Sono rimasta sola nella mia umile casa (le erano morti due figli e il marito), le sue pagine mi hanno abbracciato il cuore. Per un attimo non sono stata più sola. Ne deve scrivere subito un altro! Altri lettori mi dicono che non sono riusciti a staccarsene fino a quando nn l’hanno finito... tutto d’un fiato.
Potrebbe spiegare il titolo a chi ancora deve leggere il libro?
“Il silenzio dell’orso” è un romanzo autobiografico, un romanzo di memoria ma anche di congedo. Imparare a lasciare andare chi non c’è più, riuscire a far sì che quello che ci è stato lasciato sia sempre più forte di quello che abbiamo perduto. La protagonista del romanzo escogiterà un piano diabolico pur di non dover affrontare la morte del padre, il congedo dal padre. Un padre ammaliante, dalla personalità forte, enigmatico e spesso solitario (la madre lo definiva per questo un orso) troppo spesso chiuso in se stesso ma dal cuore grande. Un padre dagli sterminati silenzi. È in questi silenzi che la protagonista ha sempre cercato una risposta all'inaccessibilità del padre. Paradossalmente troverà la voce del padre solo quando il suo silenzio sarà ormai divenuto eterno. Giovanni Zambito.