di Laura Gorini - È
una delle scrittici più amate di oggi, Sara Rattaro che ha appena
dato alle stampe Andiamo
a vedere il giorno, il
suo nuovo romanzo che a pochissimi giorni dalla sua uscita è già
giunto alla sua ristampa.
In questa veloce chiacchierata l'autrice
genovese, ci parla non solo della sua professione di scrittrice ma
anche di insegnante.
Sara, sei attualmente
in libreria con due tuoi lavori: un'antologia di racconti La
vita vista da qui che contiene
racconti dei tuoi alunni che hanno partecipato a un corso di
scrittura creativa e un tuo racconto inedito davvero molto intenso,
e Andiamo a vedere il giorno, il
tuo nuovo atteso romanzo. Che effetto ti fa?
Sono felice e orgogliosa.
Da un lato c’è il mio lavoro di autrice, dall’altra la mia
passione per l’insegnamento.
Andiamo a vedere il
giorno è uscito a meno di un anno di
distanza circa da Uomini che restano,
il tuo precedente romanzo. Ormai viaggi a un libro all'anno. Quando
trovi il tempo per scrivere e soprattutto dove trovi l'ispirazione
per le tue storie?
Dietro le porte di casa,
si nascondono storie dolorose, emozionanti e avvincenti.
Il tempo di scrivere si
trova, quando c’è qualcosa da raccontare.
Ma l'editoria in Italia
è davvero in crisi secondo te?
Ci vorrebbe un’analisi
dettagliata dei dati più precisa. Più che in crisi, però, credo
stia vivendo un cambiamento. I grandi store on line danno visibilità
anche a editori più piccoli e autori meno conosciuti e questo porta
a un livellamento del mercato. Non saprei però se le vendite in
termini di numeri sono cambiate, sicuramente la lettura ha dovuto
condividere il suo tempo con internet e i social.
Come si potrebbe uscire
da essa a tuo avviso?
Portando i libri e gli
autori nelle scuole. Abituare i giovani a leggere.
E com'è svolgere il
ruolo di insegnante all'interno di un corso di scrittura creativa e
con quale criterio hai scelto i tuoi alunni?
Tutti i partecipanti hanno
superato una selezione inviando un proprio scritto. Il corso ha la
finalità della pubblicazione e per questo chi partecipa deve avere
almeno un’attitudine alla scrittura e avere voglia di mettersi in
gioco. Sono stata fortunata perché ho trovato delle penne davvero
capaci.
Quali sono le cose che
hai maggiormente loro insegnato?
Ho cercato di trasmettere
soprattutto la passione per questo mestiere. Poi, li ho aiutati a
sfidare sempre la propria storia, a non darle tregua, a stressarla al
massimo. Solo così sarà in grado di reggere tutti gli urti che
arriveranno.
E che a livello umano
hanno insegnato loro a te?
Mi hanno restituito molto
di più. Attraverso i loro racconti ma anche le loro storie di vita
sono nate nuove amicizie. Sono fiera di loro.
foto: Damiano Conchieri