Frosinone, APPELLO AL NUOVO PREFETTO

La superstrada Sora-FR-casello autostrada,  solo da qualche mese  è stata fornita delle targhe chilometriche  di Legge: limite di 90 Km: per venti-trentanni la velocità era di 80, consigliata.
Ma la peculiarità, oggi più che mai, è un’altra: alle rampe di ingresso si legge, da sempre: "SR ex SS 214, Tipo C, art 2 CdS”. Il lettore curioso che va a leggere questo art.2 tipo C del Codice della Strada,  trova scritto: “strada ad unica carreggiata con almeno una corsia per senso di marcia e banchine”  e crede di avere le traveggole: infatti si sta descrivendo   una strada normale quale la Mària o la Casilina o la superstrada Sora-Atina- Cassino,  ad una sola carreggiata e con due sensi di marcia, laddove la strada Sora-FR-casello autostrada,  ha tutte le caratteristiche del tipo B cioè di una  “strada  a carreggiate indipendenti o separata da spartitraffico invalicabile con almeno due corsie di marcia….” e il limite di velocità è di Km/h 110 per la B e di Km/h 90  per la C, quindi ci si chiede:  come mai, per esempio, la superstrada Aurelia  -che evidenzia intersezioni a raso, non ha la rete di protezione lungo il percorso… -  prevede  110 Km/h e quella Sora-FR-casello autostrada, le cui intersezioni sono regolari e cioè non a raso e con la rete di protezione lungo tutto il percorso …registra un limite di 90? Chi mai ha scritto che va equiparata assurdamente al tipo C? Anche in tale illogica situazione nessuno è mai intervenuto: certamente la ragione non può essere perché il percorso è spesso accidentato  a causa dei giunti sfasati e sgangherati sui viadotti o a causa del sovente degradato  manto stradale o a causa dei selvaggi che gettano i loro sacchetti di immondizia in giro, senza menzionare la vegetazione spontanea che inizia ad invadere la sede stradale  in più tratti.
Sempre in merito, il Signor Prefetto è chiamato anche ad intervenire sulla effettiva e fattiva percorribilità  almeno del tratto della superstrada Atina-Cassino che evidenzia, incredibile,  uno spartitraffico a doppia linea dagli inizi alla fine.  E tale soluzione  è tutt’altro che  risolutiva degli incidenti: lo è solo, di sicuro, al fine della facilità dell’elevazione di eventuali multe da parte di pattuglie in agguato! Perché non realizzare dei sensi di marcia, alternati, a tre corsie? A che cosa servono quelle banchine inutilizzate ed inutilizzabili? Si ricorda che la analoga superstrada Venafro-Isernia connota, da sempre, a tratti, tre sensi di marcia,  con soddisfazione di tutti gli automobilisti  e soprattutto per veritiera maggior sicurezza. 
Abbiamo più volte sollecitato il Prefetto a prendere posizione sui due decreti prefettizi del 2.8.2007 e del 20.11.2013 concernenti la istituzione dei cosiddetti autovelox in provincia e ne abbiamo evidenziato la difformità dalle Leggi istitutive. Nel frattempo ne sono stati eliminati molti, restandone in funzione cinque o sei che hanno la sola funzione incontrovertibile e incontestabile e difforme dallo spirito del Legislatore, di arricchire le rispettive amministrazioni comunali e di diseducare vieppiù gli automobilisti,  per i quali trasgredire ai limiti diventa normale e perfino gratificante una volta evitata la trappola dell’autovelox! In particolare abbiamo attirato l’attenzione sui due autovelox di Belmonte Castello, sostanzialmente fuori Legge  -hanno reso miliardi in lire, oggi milioni in Euro-  ma che godono, inspiegabilmente, stando ai fatti, a nostro avviso, di particolare attenzione da parte dei controllori. 
La Prefettura in ogni provincia rappresenta la solennità dello Stato, in ogni aspetto e come tale ha la diretta e piena  responsabilità di tutti gli accadimenti e situazioni: alludiamo essenzialmente, passando ad altro argomento,  al rispetto dell'art. 51 della Costituzione laddove prescrive: “Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro”, ciò significa che le cariche pubbliche (senatori, deputati, consiglieri ecc.) possono essere occupate solo da cittadini  impegnati professionalmente e attivamente  i quali per un certo periodo limitato, vogliono dedicarsi al bene pubblico, magari gratuitamente: cioè, sempre se la lingua italiana è uguale per tutti, che alle cariche pubbliche non hanno diritto di accedere galoppini di partito e portaborse,  figli di papà, sfaccendati,  eterni studenti,  avventurieri, veri e propri falliti, disoccupati,  nullafacenti, ecc. Infatti “funzioni elettive” e “posto di lavoro” sono un tutt’uno, sono imprescindibili, l’una è la condizione dell’altra!! Di conseguenza non è previsto il politico di professione,  quindi non è previsto vitalizio,  buonuscita,  privilegi vari, ecc. una volta terminato per propria decisione l’impegno politico. Si assiste, al contrario, perfino  alla presenza di mantenute e amiche di autentici capibastone, alla presenza di avventurieri, nullafacenti, assaltatori  della pubblica diligenza, soprattutto nei Comuni, nella Regione, e altre pubbliche amministrazioni e i risultati sono le malversazioni, la corruzione,  i disastri amministrativi, ambientali, paesaggistici, morali, senza menzionare gli incredibili privilegi che di comune accordo si riconoscono e si concedono, a beffa della comunità: nefasto il degrado amministrativo. È in questo momento della divaricazione  tra il dettato costituzionale e la perniciosa realtà, senza ricordare la ‘disciplina’ e l’onore’ di cui pure la Costituzione parla, che si innesta il punto critico: chi è abilitato a verificare che le candidature alle cariche elettive rispondano ai requisiti di Legge? Come è stato possibile che col tempo la carica elettiva sia divenuta normale appannaggio  di autentici predoni e malversatori o di semplici parassiti? Chi è venuto meno alla verifica e al controllo preliminari, con enorme e irreversibile danno per la collettività? La Prefettura è l’Ultima istanza, cioè quella definitiva e determinante, lo scaricabarile  non è previsto. Guardandosi attorno si deduce che fino ad oggi  l’occhio dello Stato, la Prefettura, è stato affetto  da cataratta.
Michele Santulli 

Fattitaliani

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