di Laura Gorini - Perchè
scrivo storie per ragazzi? Sono
stata invitata - diciamo così - con tanto di richiesta ufficiale
da parte delle mie figlie: volevano che scrivessi una storia adatta a
loro. Sì, insomma, a loro il merito o la colpa!
È
diventata una brava scrittrice di libri per ragazzi in seguito alla
richiesta esplicita delle sue figlie che volevano che scrivesse una
bella storia adatta a loro, Laura Bonalumi. Ad oggi ha pubblicato:
Ogni
stella lo stesso desiderio
(Edizioni Piemme/Il Battello a vapore – Vortici, 2018); Voce
di lupo
(Edizioni Piemme/Il battello a Vapore - Vortici, 2017); Il
lago del tempo fermo
(Edizioni Piemme/Il battello a Vapore, 2016); La
Bambina dai capelli di luce e vento
(Fanucci, 2013).
Laura,
quando e in che modo ti sei avvicinata al mondo della scrittura?
La
grande passione per la lettura mi ha spinta a domandarmi: “perché
non io?” e quindi a provare a scrivere una storia. Certo non è
stato facile, non lo è tuttora ma, sono capricorno ascendente
capricorno e sono perseverante! Scherzi a parte, se credo in
qualcosa, se sento una passione che chiama, be’ allora mi impegno,
studio, lavoro per raggiungerla.
Quale
genere prediligi di tuo?
Non
mi pongo mai questa domanda: scrivo ciò che sento, tratto argomenti
che mi colpiscono - dei quali mi piacerebbe parlare con i ragazzi -
situazioni che ho fotografato nella mente, spunti che arrivano da ciò
che leggo, vedo, sento. So benissimo, però, che non riuscirei a
scrivere un romanzo storico, fantasy o distopico; sono generi che non
mi appartengono, nemmeno come lettrice.
Come
mai hai scelto proprio di buttarti sul genere libri per ragazzi?
Posso dire di non aver scelto. Sono stata invitata – diciamo così - con tanto di richiesta ufficiale da parte delle mie figlie: volevano che scrivessi una storia adatta a loro. Sì, insomma, a loro il merito o la colpa!
Da
bambina quale era il tuo libro/storia preferita?
I
ragazzi della Via
Pal,
in assoluto. E tanti altri a seguire: I
pattini d’argento; Piccole Donne; La collina dei conigli, Il
giornalino di Gianburrasca,
giusto per citarne alcuni.
E
una favola che consideri quella della “buonanotte”, come tutti
noi ne abbiamo avuta una nella nostra vita?
“Una
donnina piccina picciò”. È una favola piccina – appunto! -
tratta da un libro che si intitola: Tutti
a Nanna.
Libro che conservo con cura e tanto affetto.
Da
un tuo libro vedresti meglio una possibile trasposizione
cinematografica di tipo animata o live action?
Non
saprei scegliere ma, posso dirti che quando scrivo riesco a vedere in
maniera nitida ciò che sto raccontando, come se scrivessi per
immagini.
Quali
credi che possano essere delle qualità importanti da possedere per
scrivere bene storie per ragazzi?
L’onestà
e l’empatia. I ragazzi sono ottimi giudici e capiscono subito se
stai raccontando una storia che non appartiene al loro mondo, se ti
stai imponendo come adulto.
Che
cosa -invece- credi che non vada bene e che possa essere addirittura
“nocivo” se raccontato ai ragazzi?
Nulla.
Anzi, dovremmo parlare con loro di tutto, anche perché quello che
non trovano – e conosciamo tutti la loro voglia di sapere – lo
vanno a cercare da soli incappando, magari, in false e fuorvianti
informazioni.
Quali
credi che invece siano dei valori importanti da trasmettere loro?
Quante
pagine ho a disposizione?
(
ride)
Sono
molti, moltissimi i valori che dobbiamo trasmettere ai nostri ragazzi
ma, oggi più che mai, credo che abbiano bisogno di un buon esempio.
Proviamo ad abbandonare per un attimo gli elenchi, le
raccomandazioni, le parole, diventiamo – noi adulti –
insegnamento vivo, esempio positivo, guide da seguire. Non posso
dire, chiedere, domandare e poi comportarmi diversamente!
Il
tuo libro al quale ti senti più legata?
Tutti.
In ognuno c’è una grande parte di me.
Hai
altro di nuovo in cantiere per ora?
Sì.
Spesso la fine – la pubblicazione – di una storia coincide con
l’inizio di un’altra.