Venezia, grande successo per la personale di Francesca Falli, alla Mostra collettiva “Padiglione Europa” dal 19 ottobre 2018

Si è conclusa a Venezia da pochi giorni la personale di Francesca Falli dal titolo “I Know my Chickens”, a cura di Federico Caloi, con la direzione artistica della professoressa Nevia Capello, promossa e organizzata a Palazzo Albrizzi Capello in concomitanza con la rassegna del Padiglione Nazionale Guatemala presente alla 16° Biennale Architettura 2018 di Venezia.

La mostra ha riscosso grandissimo successo di critica e di pubblico, ed è stata visitata ed apprezzata da tantissime star del cinema hollywoodiano e internazionale presenti a Venezia negli stessi giorni.
L’evento finale della personale di Francesca Falli è stato un bellissimo concerto della Junge Kammerorchester Stuttgart diretta da Alexander G. Adiarte.

Francesca Falli, che sarà tra gli artisti della Mostra internazionale “Padiglione Europa” dal 16 settembre 2018, è stata presente a Venezia con i suoi “Pollage” già diverse volte. In occasione di “Padiglione Europa” presenterà una sua nuova opera dal titolo “Baj - Baj”. La nostra è curata da Gianni Dunil con la direzione artistica di Nevia Capello. La Falli, per il suo stile innovativo New-Pop, è considerata uno degli interpreti più interessanti del panorama artistico europeo.

Mostra internazionale “Padiglione Europa” dal 19 ottobre 2018
L’esposizione “Padiglione Europa” sarà presentata venerdì 19 ottobre 2018 presso la sala stampa della Camera dei Deputati in Roma, rientrando nel programma di eventi volti all’affermazione dell’arte come guida illuminata della cultura europea. Durante la conferenza a Montecitorio il curatore Gianni Dunil illustrerà le opere degli Artisti attraverso un’approfondita descrizione critica; la presentazione delle opere sarà poi visibile in tutto il mondo attraverso la diretta online sul sito ufficiale del Parlamento Italiano.

Sarà in questa prestigiosa occasione che all’artista Francesca Falli verrà conferito il Riconoscimento alla Carriera. Francesca Falli lavora sullo specchio, materiale che ti fa vedere dentro quello che contiene, e al tempo stesso ti fa vedere quello che tu hai dentro. Lo specchio è infatti da sempre considerato uno degli oggetti più affascinanti e controversi; simbolo di riflessione fisica e spirituale fa la sua comparsa fra gli dei egizi, raffigurati con uno specchio in mano, portale fra il mondo fisico ed eterico. Lo specchio è uno “specchio spirituale” che ti permette di osservare pensieri e azioni… così come nel caso delle opere di Francesca Falli, definite dalla stessa “Specchi computerizzati”, essi sono superfici che ti permettono di trascrivere al suo interno informazioni e codici. Attraverso lo specchio Francesca mette lo spettatore davanti a sé stesso e allo stesso tempo mostra oggetti, caschi, cuori, frasi lasciate a metà… e le figure stampate producono volume e riflessi che coinvolgono l’immagine stessa dello spettatore che vede le proprie sembianze catturate e rielaborate in un insieme artistico volutamente straniante.

Il piano nobile del prestigioso Palazzo Albrizzi Capello, sede anche del Padiglione Guatemala – 16°. Mostra Internazionale di Architettura – Biennale di Venezia, ospiterà a partire dal 16 settembre e fino al 26 novembre 2018 un ciclo di tre mostre rientranti sotto l’autorevole manifestazione “Padiglione Europa”, curata da Gianni Dunil con la direzione artistica di Nevia Capello, le esposizioni accoglieranno i migliori artisti del continente europeo.

Durante la conferenza a Montecitorio il curatore Gianni Dunil illustrerà le opere degli Artisti attraverso un’approfondita descrizione critica; la presentazione delle opere sarà poi visibile in tutto il mondo con la diretta online sul sito ufficiale del Parlamento Italiano.

“Europa” era una figura della mitologia greca il cui nome significava letteralmente “ampio sguardo”; proprio un ampio sguardo guiderà la scelta delle opere in mostra, ognuna con uno stile peculiare e una gittata internazionale.
La mostra si svilupperà entro una cornice cosmopolita coincidente con l’apertura a Venezia dei Padiglioni di 65 Nazioni partecipanti alla 16 Biennale di Venezia, dagli U.S.A. alla Russia, dalla Cina al Brasile.
Si verrà così a creare un sapiente confronto nato in un contesto di fertile fermento culturale, creativo e artistico, adatto soprattutto alla valorizzazione del talento e delle eccellenze.
La sede espositiva, il Salone della Pace all’interno del Palazzo storico Albrizzi Capello, che reca sulle volte affreschi del Cinquecento, ospiterà per il secondo anno il Padiglione Guatemala della Biennale di Venezia. La mostra sarà finalizzata a favorire la comunicazione tra i popoli e potenziare lo sviluppo delle arti visive.
La rassegna “Padiglione Europa” sarà dedicata alle sezioni di pittura, scultura e fotografia.
A presenziare la cerimonia di apertura della mostra Veneziana sarà la Prof.ssa Nevia Capello.
Un ringraziamento particolare va alla Camera dei Deputati e al Parlamento Europeo.

Francesca Falli ha esposto a: L’Aquila, Pescara, Roma, Genova, Bologna, Venezia, Formentera, Bergamo, Napoli, Milano, Treviso, Salerno, Ischia, Amalfi, Matera, Caserta, Cava dei Tirreni, Malta, Stoccolma, Shangai, Austria, Palestina, Londra, Miami, Mosca, San Pietroburgo, Spagna, Londra, Malta, Motta di Livenza, New York.
Le sue opere sono esposte in alcuni musei di arte contemporanea. Ha ricevuto premi e riconoscimenti sia in Italia che all’estero. È socia del Centro Interdisciplinare sul Paesaggio Contemporaneo. Ha esposto i suoi “Pollage” nella sezione grandi Gallerie nelle principali Fiere di arte contemporanea italiana accanto alle opere Warhol, Festa, Angeli e Schifano.

Sfrutta nelle sue opere l’esperienza di grafico come comunicazione, in questi ultimi anni ha lavorato sul tema del caos mentale provocato dal sisma che nel 2009 ha colpito la sua città, in questi ultimi mesi la sua produzione si è arricchita di un nuovo tema: L’ignoranza artistica, tutti dipingono, tutti si sentono artisti, tutti vogliono esprimersi con l’arte pittorica ma molti non conoscono ne studiano la storia dell’arte ed ecco qua che troviamo dei riferimenti, delle prese in giro rivolte ai finti artisti ed è proprio da questi ultimi che nasce l’idea provocatoria delle opere della Falli che nei titoli e nelle composizioni si ispirano ai grandi nomi della storia dell’arte. “Van Coc”, “Chi è Pollok”, “Pool _Gauguin” sono le ultime ispirazioni.

TESTO DI FEDERICO CALOI
«Nel latino medievale la parola summa indicava una raccolta di sentenze, un compendio, una sintesi di dottrine e di idee. Erano libri che circolavano per comunicare in modo agile una quantità di idee differenti in un solo testo. C’è, nell’arte di Francesca Falli, una summa vera e propria di indicazioni, suggerimenti, simboli, narrazioni del presente e dell’immanente.
Il procedimento grafico con cui lavora la Falli è fatto di aggregazioni di forma, disegno e colore, quest’ultimo sempre gestito con grazie e parsimonia. È un lavoro per addizione, una somma infatti.
La scelta dei supporti dei suoi impianti grafici, molto spesso uno specchio, altre volte materiali plastici, plexiglas, rendono i lavori della Falli di una presenza spaziale rara. L’impatto estetico è forte e gradevole allo stesso tempo.
I disegni e i segni che scopriamo nelle opere dell’artista hanno quasi sempre un significato esplicito, spesso ironico. L’occhio dello spettatore si lascia rapire iniziando a percorrere un personale viaggio visivo per cercare tracce di figure archetipe. Ciascuno per conto proprio vaga con lo sguardo alla ricerca di riferimenti personali, di forme affini al proprio percorso interiore, inizia un tragitto come se stesse leggendo una mappa. Se poi, come in molta della produzione di Francesca Falli, il supporto dell’opera è lo specchio, ecco che allora questa esplorazione nella sua arte si arricchisce e si carica ancora di più di un significato introspettivo, ma la capacità di questa artista è quella di dare a tutto questo un senso di magia, di leggerezza che la fecondità con cui ammassa figure nelle opere, rende potenza, positività.
La visione d’insieme delle opere ci fa scoprire delle ricorrenze: i polli, le gru, le poltrone, alcune linee grafiche, Francesca Falli ci presenta il suo linguaggio, una grammatica che crea lo stile personale dell’autrice, che un’altra volta rimanda al Dada, al Neo Pop, ma che è singolare, nuovo, intenso e fluido nello stesso tempo.
A volte dietro gli archetipi della Falli c’è una denuncia sociale, altre volte delle paure, delle gioie, i sentimenti, lo sfottò, il riflesso, appunto, di quanto umano è essere umani. Una sensibilità che esplode nel profluvio che con armonia e coerenza questa artista dispone sopra le sue superfici.
Un’arte nuova, fresca e leggera, profonda e bella, quella di Francesca Falli, dove la personalità delle opere è prorompente come una fioritura di primavera.
Federico Caloi»

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