di Laura Gorini - Sarà
inaugurata sabato 12 maggio alle ore 18 allo SpazioAref di Brescia (Piazza Loggia 11/f) la mostra di scultura Equilibrio della forma
dell'artista bresciana Giuseppina Fontana che sarà visitabile fino
al 10 giugno dal giovedì alla domenica dalle 16 alle 19 e 30.
L'ingresso è libero. L'abbiamo incontrata per saperne di più al
riguardo e per conoscere meglio la sua arte.
Giuseppina,
come nasce il suo amore per l'Arte e in particolare per la pittura e
la scultura?
Ho avuto la
fortuna di crescere in una famiglia che ha sempre avuto la passione e
l’amore per l’arte, con particolare attenzione per gli artisti
locali.
Librerie piene
di pubblicazioni relative a monografie di artisti, mostre e musei,
nonché quadri appesi alle pareti.
Non riesco a
concepire una casa od un luogo privo di un'opera d’arte.
Già durante la
scuola materna passavo ore a sfogliare, ammirare e riprodurre i
quadri che più mi affascinavano, incuriosita dalla resa dei colori,
dai particolari e della plasticità dei corpi: Dalì, Egon Schiele,
Georde, De La Tour e Rodin sono solo alcuni.
Successivamente
ho frequentato il liceo artistico e qui ho avuto la possibilità di
iniziare a conoscere la scultura modellata sotto l’insegnamento
del professore Tullio Cattaneo, tuttora artista di fama nazionale.
Che cosa l'affascina dell una e cosa l'ammalia dell'altra?
Più che
affascinata sono stregata, sia da una che dall’altra, e rapita
dalle doti artistiche dell’autore.
Provo ad
immaginare come l’artista abbia potuto realizzare l’opere e quali
emozioni abbia provato nel momento dell’esecuzione.
Ma la scultura,
in particolare, è ancora più interessante in quanto, per poterla
cogliere nel suo intero, deve essere osservata da più punti di
vista obbligandoci ad abbandonare il “nostro punto fisso” in cui
ci troviamo. Ciò mi dà l’idea di maggior libertà e di
cambiamento.
Quale crede
sia il filo rosso che le leghi entrambe?
Inizialmente mi
dedicavo sia alla pittura che alla scultura in quanto ero ancora alla
ricerca di ciò che veramente mi rappresentava.
Successivamente
la mia pittura è diventata sempre più materica e “scultorea”
attraverso la stesura dei colori ad olio con la spatola.
Con il tempo mi
sono però resa conto che solo la scultura, ed in particolare la
modellazione della creta, era più consona alla mia ricerca di
espressione, attraverso superfici meno definite e imprecise.
La sua
prossima mostra sarà di scultura e dedicata all'Equilibrio della
forma. Da che cosa è nata questa scelta?
Il gioco di
parole sintetizza la mia ricerca e la volontà di rappresentare
l’attimo in cui il soggetto è colto. Nonostante le tensioni
contenute nei corpi, cerco di fotografare un istante sottolineando
l’armonia che i nostri gesti possono generare.
Si percepiscono
pertanto le tensioni interne le quali creano delicate vibrazioni
emotive che invadono la superficie della scultura.
Nella scultura
astratta, invece, l’equilibrio si traduce nella contrapposizione
tra i volumi, le linee, i pieni ed i vuoti che potrebbero appartenere
a ricordi ancestrali.
Ma esiste
davvero l'equilibrio nel corpo umano?
L’equilibrio
del corpo umano è rappresentato dall’attimo, dall’emozione
che, quotidianamente, dovremmo imparare a cogliere nelle persone che
incontriamo. Invece tutto ciò è offuscato dalla frenesia.
L'Equilibrio è sinonimo di Perfezione?
Assolutamente
no. Siamo imperfetti per natura. Dobbiamo imparare a conoscere,
accettare ed esprimere i nostri limiti, se sono veramente dei
limiti.
La
Perfezione l'affascina o la spaventa?
Non mi
affascina e non mi spaventa, in quanto per me non esiste.
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