Abbiamo più volte avuto il piacere di informare i
lettori su qualche opera d’arte concernente la Ciociaria -quadri
sul costume ciociaro o opere di artisti ciociari - apparsa sul mercato antiquario e abbiamo
anche informato quando qualcuna di queste opere è tornata in patria.
Abbiamo altresì ricordato la totale assenza di musei e di pinacoteche in
tutta la Ciociaria frusinate ancora oggi,
prova evidente che nelle alte sfere siffatte istituzioni nulla contano e a
nulla servono. Di conseguenza, per esempio, si immagini che cosa potrebbe
succedere nel caso, ammettiamolo: eccezionale, che qualche collezionista o amatore volesse donare un’opera d’arte alla
comunità per condividerne il godimento:
a chi la darebbe e dove collocata, in tutta sicurezza? È una macchia
enorme quella che affligge la Ciociaria in
particolare la provincia di FR: è il solo capoluogo italiano dove nemmeno a livello interlocutorio si
parla di una galleria o museo o pinacoteca, possibilmente veri. I paragoni sono
sempre sgradevoli ma al di là delle Alpi
è normale in ogni cittadina anche di tremila abitanti rinvenirvi almeno un museo civico che raccolga e tramandi la storia e le vicende della
città. Qui in provincia di FR, e perciò non
solo nel capoluogo, zero completo! E stiamo parlando di museo civico: figurarsi di un museo o di una pinacoteca,
vale a dire contenitori prestigiosi di opere d’arte. Gli uomini politici dai
quali ci si aspetterebbe interesse e sensibilità nei confronti della comunità,
meglio non svegliarli.
Ora siamo in clima elettorale quindi il momento
propizio ed opportuno per le promesse gli impegni e i giuramenti: eppure neanche in tale felice frangente i nostri fortunati uomini politici conoscono i termini di arte,
di museo, di pinacoteca, di galleria ed analoghi: si direbbe che abbiano paura
o vergogna a pronunciare queste parole! Le parole di Pasolini si direbbero più
che mai veritiere: “L’odio per la cultura è della sottocultura!” Ma non ci
vogliamo credere. E’ certo che il cavallo
di battaglia è sempre: il cemento
armato, capannoni e industrializzazione, asfalto e strade, si riparla di tanti
progetti e programmi tutti finalizzati alla degradazione dell’ambiente e del
paesaggio e a togliere agli italiani ancora un po’ del suolo rimasto.
Eppure gli uomini politici sono i soli che possono conferire tono e forma e
sostanza alla comunità, cioè essere portatori -e portatrici- di cultura e di progresso, cioè di libertà e
di civiltà. Colgano dunque questa occasione per proporre o almeno promettere una
pinacoteca, nel capoluogo
possibilmente, magari la pinacoteca del costume ciociaro cioè delle opere
d’arte dipinte dagli artisti europei tra la fine del 1700 e le prime decadi del
1900 che illustrano con enorme successo
la umanità ciociara dell’epoca a Roma e per le vie del mondo a Parigi, Londra,
Berlino, Monaco…La vestitura dei ciociari di quei secoli, cioè il costume
ciociaro, è stato ed è quello più
illustrato e più documentato tra tutti i costumi tradizionali europei, il più
conosciuto, il più amato tanto che è
quasi impossibile entrare in una pinacoteca
del pianeta e non trovarvi appeso un quadro col costume ciociaro. E
perfino i massimi artisti lo hanno illustrato: Manet, Degas, Corot, Cézanne,
Van Gogh, Picasso… Nessun soggetto
pittorico può vantare queste firme. Eppure nelle istituzioni specie frusinati di tali opere non se ne vede
nemmeno una. Ecco dunque per qualche uomo politico più attento, e anche
coraggioso!! un momento favorevole per almeno
promettere e impegnarsi e dunque parlare, della pinacoteca del costume ciociaro, se non ne ha vergogna o paura! A Parigi dove di musei,
e che musei e pinacoteche!, ve ne sono a ventine e cinquantine, solamente in
questi ultimi due-tre anni ne sono
stati aperti o in via di apertura almeno altri tre, enormi, ricchissimi. E qui in Ciociaria frusinate si ignora,
ancora, oggi, perfino la parola: pinacoteca.
Michele
Santulli