Londra, talento e maestria ne “La Bohème” diretta dal Maestro Antonio Pappano. La recensione di Fattitaliani

L’allestimento de «La Bohème» è ogni volta un appuntamento da non mancare: melomani, appassionati, curiosi hanno sempre il desiderio di ascoltare le arie più famose dell’opera di Puccini forse - chissà - nella vana speranza che il finale possa cambiare e strappare la protagonista alla morte.

Alla Royal Opera House di Londra, ovviamente, questo non accade però la messa in scena attualmente in cartellone fa addentrare più decisamente lo spettatore nella storia facendogli apprezzare maggiori dettagli e avere una comprensione complessiva, non solo dei momenti topici.
Sin dall’inizio, infatti, la soffitta del primo atto catapulta nella fredda vigilia di Natale a Parigi.
Sin dalle prime battute risalta la grande intesa scenica fra i quattro disgraziati coinquilini ed emerge subito la loro splendida voce: il poeta Rodolfo, il pittore Marcello, il filosofo Colline e il musicista Schaunard cercano di sopravvivere e di superare le evidenti difficoltà di sostentamento.
Esilarante la scena col padrone di casa Benoît (bravissimo Jeremy White), di solito penalizzata perché precede l’attesa apparizione di Mimì. Pochi passaggi ancora e in un dialogo di livello eccezionale Rodolfo (un superbo Michael Fabiano) e Mimì (Nicole Car è perfetta) fanno vivere il sogno e rinnovano lo struggimento.
Il secondo atto mette in evidenza l’agilità e la pertinenza dei cambi di scenografia: coinvolgente la tridimensionale struttura dei negozi del Quartiere Latino dove si muovono, vanno e vengono le tante persone a caccia degli ultimi acquisti.
Delicato e romantico Rodolfo quando compra all’amata un nuovo berretto e nel ristorante eccelsa la performance vocale-interpretativa di Marcello (Mariusz Kwiecien) e di un’eccezionale Musetta (Simona Mihai). La marcia della banda con un ulteriore cambio di scena accompagna verso l’intervallo.
Intensi ed emozionanti il terzo e quarto atto: la regia di Richard Jones qui raggiunge il suo culmine quando in contemporanea si assiste al dialogo fra le due coppie e al rinnovo del loro rapporto.
Quasi superfluo raccontare della bellezza poetica del finale: il teatro strapieno in religioso silenzio attende l’addio di Mimì la cui intensità non tradisce le attese.
Insomma, un cast magnifico dove gli artisti fanno a gara in bravura: Michael Fabiano mostra una voce potente, Mariusz Kwiecien il migliore come presenza dinamica, Simona Mihai conquista simpatia e applausi, Nicole Car incarna e coglie in pieno la fragile Mimì.
E la storia è volata senza intoppi, magnifica grazie all’impeccabile direzione del Maestro Antonio Pappano.
Una serata da sogno, costellata di talento e maestria.
“La Bohème” è una coproduzione della Royal Opera House con il Teatro Real di Madrid e l’Opera Lirica di Chicago: in scena fino al 10 ottobre.

Fattitaliani

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