Nicola Linfante, uscito "Sesto senso" l'ep del cantautore salernitano

(video) Il  giovane cantautore  salernitano  Nicola Linfante ha  dalla  sua  esperienze  di anni vissuti a Roma e a Parigi che ne hanno fatto un artista composito, multiforme.
Dopo anni di intensa attività live esordisce in studio con un Ep di 4 brani. Pop nell'accezione largadel termine, declinato in jazz eintriso di world music. La prima traccia è anche il singolo che dà il titolo all’EP, “Sesto Senso”. Il ritmo è ska, il gusto èmanouche. Impeccabile il lavoro alla tromba di Simone Gallo,  pulitissime  le  note  alla  chitarra  elettrica  di  Antonio  Ragosta. Si cambia totalmente con “La ballata della pietà”, l'unico testo non scritto da Linfante ma dall'attore Federico Rosati. Il  brano è un irresistibile  blues  che  ci porta  agli  antichi  anni  eroici  del genere, per tornare ai giorni nostrigrazie con atmosfere alla Giant Sand. Ipnotico è l'assolo all'elettrica  di  Stefano  Scarfone, impossibile  non  farsi  trascinare  dall'andamento di  questa ballata maledetta. La tromba ritorna ad accentuare la terza canzone “Paris” città importante e  amata da Linfante.  Eccellente il  lavoro  alla  chitarra  di Ragosta nelle  melodie  trovate di continuo. E' una travolgente danza che ricorda Paolo Conte e il primo Vinicio Capossela. Il tempo  si  fa  più  quieto  e il  suono più  soffuso  nella conclusiva “Indifférence”. Di nuovo Scarfone  alla  chitarra,  stavolta  acustica,  che  dà  un tono  più  amaro.  Discrete  le  note  al pianoforte e l'accenno di archi curati di MarioPerazzo a colorare di raffinatezza la già bella melodia. Ci si  lascia cullare dal canto francese, dal soffice coro femminile  nel ritornello e dall'incanto  della musica nell'assieme. In  tutti  i  brani ad  accompagnare  con delicatezza e impetuosità a seconda delle diverse sfaccettature c'è la ritmica di Edmondo Ragone al cajon e Giuseppe Iubatti al contrabbasso. Quattro canzoni che potrebbero essere anche più lunghe, data la capacità che hanno di farsi ascoltare senza stancare. La musica è fatta di incroci, di migrazioni,  è  una  questione innanzitutto  antropologica  più  che  accademica.  Il  dono principale  che  ci  dà questo  debutto  è  la  consapevolezza  della  musica  come  necessario sconfinamento in terre altrui e il necessario continuo abbattimento dei confini.
Fattitaliani

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