YURI
Lamarche è giovane e talentuoso compositore canadese, venuto alla ribalta e
all’interesse musicale internazionale grazie ai social e ai più importanti canali
internautici di musica. I suoi tantissimi fan, virtuali e reali, lo chiamano
già “Il prossimo Yiruma”, il famosissimo pianista e compositore sud-coreano, di
formazione artistica anglosassone, apprezzato in tutto il mondo. «Dalle affascinanti ballate ai misteriosi
lenti che toccano le odi e si connettono con la natura, la musica di Yuri è un
soffio d’aria fresca tra un mare di pianoforti senz’anima»: sono queste le
parole di presentazione che troviamo nel suo sito ufficiale. Il Maestro Yuri,
con questa intervista, ci racconta la sua interessante storia di musicista e
compositore.
Maestro
Yuri, se volessi presentarti ai nostri lettori italiani come Artista e come
Musicista, cosa diresti loro?
Oggi con l’utilizzo crescente di internet,
che è arrivato a 3,5 miliardi di utenti, qualsiasi artista appassionato d’arte,
anche se non bravissimo, può essere scoperto e seguito in tutto il mondo. Il
mondo non ha più confini per quel che riguarda i suoi migliori continenti …
questo significa che possiamo raggiungere l’intero pianeta con le nostre
creazioni. La bellezza va oltre le parole, non sei più limitato dalla barriera
linguistica. È un buon momento storico per un artista.
Quando
hai scoperto di possedere il tuo talento di musicista e di compositore? Qual è
la tua storia di Artista che vuoi raccontare agli italiani appassionati di
musica?
Per quello che ricordo, il mio insegnante di
pianoforte utilizzava il suo righello per riportarmi a seguire il programma di
studio del pianoforte. Io invece ho sempre suonato le mie composizioni invece
dei compiti di pianoforte da fare a casa. Da allora, da vent’anni oramai, la
composizione è stata parte della mia routine quotidiana.
La parte incredibile della mia storia, è
perché e come ho abbandonato per dieci lunghi anni il mio sogno di musicista.
Sono cresciuto con mio padre, che era un chimico, e con i miei cinque fratelli.
Per mantenere alto il nostro morale, mio padre ci diceva sempre che potevamo
ottenere qualsiasi cosa che volevamo dalla nostra vita. Non essendo un ottimo
studente, ho deciso allora di puntare alla composizione musicale. Avevo 18 anni
quando scelsi l’università della musica. Fu allora che mio padre, ricordo, mi
fece sedere in una piccola sedia di legno e mi disse qualcosa che avrebbe
cambiato per i dieci anni successivi la mia vita. Mi disse che l’arte non era
un modo per andare avanti e che gli artisti rendono le loro vite povere e
affamate. Mi disse che non poteva permettere che io lasciassi andare la mia
vita in questo modo. Per il mio bene fui costretto a scegliere il secondo
interesse che avevo: la psicologia. Fu l’inizio di un’avventura pericolosa
durata dieci anni, e per farla breve, nel momento in cui entrai in psicologia
ho accettato di pensare che nessuno mi avrebbe ascoltato suonare il piano per
il resto della vita. Questa scelta che presi allora, mi ha dato un grande
insegnamento su quella che è la vera natura dell’arte. Una delle grandi domande
che posi a me stesso è stata: «L’arte è
ancora così rilevante quando nessuno vede quello che tu puoi portare al mondo?»
A questa domanda risponderò nell’intervista.
A questo punto, ho composto e suonato il
piano ogni giorno, ho accumulato tantissime composizioni che forse un giorno i
miei nipoti troveranno. Ho sempre sentito questo flusso di ispirazione
incessante che potevo toccare con un dito. È una componente naturale per molte
persone. L’ispirazione può manifestarsi con parole, idee, suoni emozioni … non
importa se suoni uno strumento oppure no. Non credo si debba manifestare
attraverso una via in particolare.
Nel 2015 ho deciso di incidere il mio primo
album musicale con tutte le mie composizioni fatte al pianoforte quell’anno, “Walking
on Water”. Stessa cosa feci per l’anno successivo, incisi il secondo
album, “The Tree of Life”, che mi ha dato tantissimo successo, attraverso
internet, in tutto il pianeta. Adesso sto lavorando al terzo album, un lavoro
veramente imponente.
Se non fosse stato per tutti gli
straordinari commenti che ho ricevuto dai miei fan, non avrei mai saputo che
c’era un posto nel mondo per la mia musica. Non mi sarei mai aspettato questo
successo. Ho visto tutto questo come una chiamata del mio destino.
Mi sento incredibilmente umile e fortunato
per come è cambiato il corso degli eventi della mia vita.
Nel
tuo sito ufficiale, scrivi che le tue influenze artistiche sono e sono state
big star del passato e del presente come Erik Satie, Joe Hiashi, Enya, Yiruma,
Alan Silvestri, Ennio Morricone, Bach, Chopin, André Gagnon, Karl Jenkins. Vuoi
dire ai nostri lettori perché loro? E qual è il tuo stile nel creare musica e
composizioni?
Alcuni musicisti sono più talentuosi
nell’interpretazione, altri lo sono di più nella composizione. Molto presto ho
capito che non sarei stato un grande interprete. È stato quando mi sono trovato
di fronte a pezzi magistrali e bellissimi che ho deciso di scrivere musica. Da
moltissimi anni oramai la composizione è uno dei miei modi principali di provare
emozioni. Nel lavoro di composizione mi piace prima di tutto creare
l’atmosfera, poi la melodia vien fuori da questa. Raramente comincio
diversamente, questa è una mia seconda natura.
Un
grande innovatore della musica classica di fine ‘800 inizi ‘900 fu il grande
pianista e compositore francese Claude Debussy (1862-1918). Nelle tue
composizioni c’è qualcosa che si ispira alla musica di Debussy?
Debussy fu un amico di Satie, anche se
ancora molto giovane. Entrambi hanno trovato ispirazione l’uno dall’altro. È
divertente il fatto che io abbia trovato più interessanti le composizioni di
Debussy create da quella parte di Debussy più simile al lavoro di Satie. C’è
qualcosa di misterioso e segreto nelle composizioni di Satie … in particolare
in the “Gnossiennes”” e in the “Gymnopedies”. La composizione di
Debussy che preferisco è “Clair de Lune”. Con il dovuto
rispetto, ho interpretato alcune delle sue opere, ma in generale sono poco
incline alla sua musica.
Prima di Satie, tutte le composizioni per
pianoforte che volevano essere considerate tali, dovevano essere una
dimostrazione di virtuosismo. Satie ha osato scavare in luoghi più profondi, da
dove vengono le vere domande. Chi sono io? Qual è il mio scopo? Ogni persona si
pone queste domande, più di quanto ammetterebbe mai.
Hai
mai fatto concerti in quello che viene definito il “Bel Paese” che ha una storia e una tradizione di musica classica
importante? Di grandi artisti quali Antonio Vivaldi, Gioacchino Rossini,
Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Nicolò Paganini, e molti altri. Cosa pensi
della musica classica composta da questi grandi nomi?
Ho tenuto concerti nel mio Paese, ma mai fuori.
Non mi sorprenderebbe se dovessi organizzarli molto presto. Considero l’Italia
la terra che ha ospitato la crema dei compositori più importanti al mondo.
Raramente si ottiene una leggenda musicale così grande frutto dello stesso
grembo. Molti di questi maestri sono grandi tutt’oggi, e non hanno eguali nel
loro campo. Purtroppo in Canada non abbiamo avuto una storia musicale così
importante, ed è un peccato.
Quando
verrai in Italia per un tour di concerti? Se sì, quando e dove saranno tenuti i
tuoi concerti perché i nostri lettori possano venire ad ascoltare la tua
bellissima musica?
Sarebbe davvero un onore per me.
L’ultima volta che ho pensato ad un tour, è
stato quando ero un adolescente sognatore. Con questa domanda mi sorprendi! La
prossima volta che ci vedremo potrebbe essere in una delle storiche location di concerti del tuo Paese.
Se
due bambini di dieci anni dovessero chiederti con spontaneità, innocenza e
curiosità: «Maestro Yuri, vuoi per favore spiegarci cos’è l’Arte?», come
risponderesti a questa domanda per far capire loro quello che vogliono sapere?
Se dovessi ascoltare in profondità il mio
intuito, direi che l’Arte è dare forma a quello che non si può vedere. È un processo
di allineamento con la tua pulsione interiore. Quando l’identità personale
viene per un momento accantonata, allora c’è posto per la spontaneità, per
l’ispirazione e per la chiarezza. È qui che ha vita l’arte.
Maestro
Yuri, grazie tanto per avermi concesso questa intervista … Spero di incontrarti
presto in Italia … grazie ancora e … break
a leg!
Grazie a te Andrea (sorride!) … lo spero
anch’io … l’Italia è uno dei Paesi che con più desiderio voglio visitare.
ENGLISH VERSION
ENGLISH VERSION
Per
chi volesse sapere di più del Maestro Yuri Lamarche, ecco alcuni link:
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Autore
dell’intervista, Andrea Giostra:
https://www.facebook.com/andrea.giostra.37 ;
https://www.facebook.com/andrea.giostra.31 .