La Monnaie, a Bruxelles nell'Aida di Stathis Livathinos la monumentalità di caratteri e sentimenti. Con Monica Zanettin

A chi si appresta a mettere in scena "Aida" di Giuseppe Verdi balza subito in mente la monumentalità che è propria dell'opera: oltre all'impegno di Orchestra e cantanti, bisogna mettere in conto di gestire movimenti collettivi imponenti, mettere su sontuose scenografie, considerare le ovvie aspettative del pubblico.

Alla Monnaie di Bruxelles ha da poco debuttato la versione diretta dal greco Stathis Livathinos (in programma fino al 4 giugno), che, tenendosi fedele al suo motto, quello cioè di soprendere lo spettatore, ha eseguito un'operazione al contrario, spogliando fino all'essenziale la scena, senza però venir meno agli effetti emozionali che l'amante dell'opera si aspetta di provare alla rappresentazione di Aida.
L'orchestra diretta dal Maestro Alain Altinoglu è stata strepitosa, ben amalgamata  negli assiemi, leggera negli interventi solistici, puntuale nel far risaltare le sfumature cromatiche della partitura: le note e i versi di Antonio Ghislanzoni sono volati via nei quattro atti con facilità, grazie all'efficace costruzione d'insieme progettata dal regista e alla scenografia di Alexander Polzin.
Sul palco un'enorme roccia che diventa al momento opportuno tempio, palazzo reale, prigione e su cui si snodano le vicende del triangolo amoroso fra Aida, Radamès e Amneris, le strategie di potere (le decisioni del faraone, le cerimonie, il piano del re etiope, le invocazioni del sacerdote...). Tutto ciò sovrastato da un grandissimo quadrato, che comunica l'idea di solidità e spessore, con al centro un'apertura ovale.
Potrebbe venire in mente la dicotomia fra terra e cielo, esseri umani e divinità: da una parte il teatro di sofferenze e costanti mutamenti, dall'altro il luogo di leggi eternamente fisse e di sguardi quasi indifferenti rispetto alle preghiere e alle vicende di uomini e donne, che lottano contro destini, per amori impossibili, e che chiedono - sembra invano - a loro favore un'intercessione degli dèi, che a volte forniscono un segnale di speranza, un'intenzione di andare incontro ai bisogni umani col movimento graduale della struttura e alla fine con il cono di luce che avvolge gli sfortunati amanti.
Su questo sfondo prendono vita i personaggi: soprattutto dei protagonisti, ovviamente, che grazie alla loro bravura, restituiscono le personalità dei caratteri dell'opera.
Magnifiche Aida (Monica Zanettin, qui videointervista di Fattitaliani del dicembre 2015) e Amneris (Ksenia Dudkinova): le loro voci si sfidano, perché le due donne sono innamorate dello stesso uomo. Nelle alterne vicende che entrambe vivono, emerge lo spessore delle due donne, sottolineate da un uso allo stesso tempo sicuro e delicato della voce.
Stesso discorso per Amonasro (Giovanni Meoni) e il gran sacerdote Ramfis (Mika Kares): nei loro interventi il canto è intriso di partecipazione e aderisce perfettamente a ciò che rappresentano.
Ottima la resa delle scene di massa (l'eco dei combattimenti, la marcia trionfale, la proclamazione della vittoria, la sconfitta degli etiopi...): ben studiato l'insieme delle coreografie e dei movimenti veloci seppur in uno spazio relativamente piccolo. 
Insomma, nell'Aida Stathis Livathinos c'è lo spazio e l'attenzione in egual misura e in differente intensità fra destino collettivo di una nazione e destino di individui che ahimé soccombono di fronte alla grandezza e pesantezza insostenibile del dovere di patria. La monumentalità della storia la si ritrova nei grandi sentimenti che da essa scaturiscono. Giovanni Zambito.

Fotografie: ©Forster / De Munt La Monnaie

La scheda
Direction musicale ALAIN ALTINOGLU / SAMUEL JEAN (23 & 31.05, 02.06)
Mise en scène STATHIS LIVATHINOS
Décors ALEXANDER POLZIN
Costumes ANDREA SCHMIDT-FUTTERER
Éclairages ALEKOS ANASTASIOU
Chorégraphie OTTO PICHLER
Chef des chœurs MARTINO FAGGIANI
Aida ADINA AARON
MONICA ZANETTIN (17, 20, 26, 31/5 & 4/6)
Radamès ANDREA CARÈ
GASTON RIVERO* (17, 20, 26, 31/5 & 4/6)
Amneris NORA GUBISCH
KSENIA DUDNIKOVA (17, 20, 26, 31/5 & 4/6)
Amonasro DIMITRIS TILIAKOS
GIOVANNI MEONI (17, 20, 26, 31/5 & 4/6)
Ramfis GIACOMO PRESTIA
MIKA KARES (17, 20, 23, 26, 31/5 & 4/6)
Il Re ENRICO IORI
Una sacerdotessaT AMARA BANJESEVIC
Un messaggero JULIAN HUBBARD
Orchestre symphonique et chœurs de la Monnaie
PRODUCTION La Monnaie / De Munt
AVEC LE SOUTIEN DE BNP Paribas Fortis
Fattitaliani

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