Chiedere ad un
siciliano cos’è la Sicilia è come chiedergli perché respira. Un triangolo di
terra gettato nel Mediterraneo (MARE NOSTRUM)
per impreziosirlo, colonizzato da tanti
popoli. Questa terra, ambita perché ricca e generosa, mette radici in secoli di
storia.
Diventa suolo calpestato da innumerevoli dominazioni che l’hanno
travagliata storicamente e, nel contempo, resa più ricca di arte e Cultura. Questa
terra, circondata da azzurro, a volte tranquillo a volte tempestoso, è
sovrastata da un cielo con pennellate di colori che scandiscono le albe e i
tramonti. E’ stata fonte d’ispirazione di Poeti e Scrittori che l’hanno resa eterna
con i loro versi e le loro opere letterarie come: Salvatore Quasimodo, Giovanni
Verga, Luigi
Pirandello, Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Leonardo
Sciascia. Sono soltanto alcuni dei più famosi tra i tanti autori
siciliani di talento.
Se pensiamo alla cultura
e all’arte siciliana ci vengono subito in mente i grandiosi
templi greci a Selinunte, Segesta e Agrigento; Taormina e Siracusa. Grazie alla
sua posizione geografica, la Sicilia ha sempre avuto un ruolo di mediazione tra
Oriente ed Occidente. Questo si riflette anche nella stessa Cultura Siciliana.
Monumenti fenici, arabi e bizantini, scavi ed opere di grande pregio si trovano
qui accanto a mosaici e ville romane, castelli, cattedrali normanne ed intere
città barocche. La Sicilia arricchisce il turista quando la visita. Dalla
Palermo ricca di Chiese di preziosa fattura, ad una Cefalù distesa sul mare,
con le sue case soleggiate, sui cui muri s’inerpicano l’edera, gli ibisco
colorati.
Taormina con Giardini Naxos e le Gole dell’Alcantara fanno innamorare
chiunque le visita. I suoi tramonti, quando il sole all’orizzonte scende con i
suoi bagliori rossastri ad illuminare le isole Eolie, Egadi e Pelagie,
riflettono la sacralità di questo mare, ricco di favole mitologiche. Quanti
fiori, quanti frutti succosi, invitanti al punto che i passanti li assaggiano
prima con lo sguardo e poi materialmente! Le notti sono fresche, spesso le luci
che rischiarano i paesini sono solo quelle delle stelle e di una luna
malandrina. In questa terra piccola tutto è vissuto in modo intensamente grande. Terra ricca di profumi, di colori che rimangono
nella pelle e negli occhi di chi la conosce e la vive come visitatore. Gli amori, il dolore, la diffidenza, l’amicizia
appartengono ai siciliani che non si risparmiano. Sono figli di una terra
generosa che accoglie tutti e regala a chi la lascia tanta nostalgia. Il
turismo potrebbe essere fonte di arricchimento economico se i beni culturali
fossero gestiti con oculatezza e curati col restauro che ne garantisse il mantenimento
nel tempo. Gli oleandri si flettono appesantiti dalla robustezza degli anni e
sembrano dare il benvenuto a chi arriva. Il gelsomino notturno rende
le notti pervase di romanticismo e voglie accattivanti da ritardare il sonno e
deporre la fatica. Alcuni di questi tesori, unici al mondo, versano in
condizioni precarie. La Cultura per secoli non fu un impegno serio della classe
dirigente e il popolo siciliano fu sopraffatto dall’ignoranza e dalla
disoccupazione. Questo fu motivo di oscurantismo e costrinse chi voleva
sottrarre alla fame i propri figli ad emigrare nelle lontane Americhe. A
prevalere fu il potere dei ricchi e dei prevaricatori, strada tortuosa che
diede i natali al fenomeno malavitoso che rimarrà come un marchio a fuoco sulla
pelle dei siciliani. I giovani si sono riscattati dalla miseria e
dall’analfabetismo, dimostrando coraggio e voglia di cambiare. La Sicilia è una
terra con una morfologia geologica particolare. Ospita il Vulcano attivo più
grande d’ Europa: l’Etna.
Quando erutta, allaga il territorio circostante di
magma e lapilli rendendolo fertile, ma seminando paura allo stesso tempo con uno
spettacolo unico al mondo. Sono nata in una fresca mattina di un lontano giugno
in un paesino della provincia di Palermo. Ho respirato Sicilianità dal primo
vagito. Nella famiglia di mio padre sono stata la prima figlia femmina a
conseguire un titolo di studio. Nelle famiglie agiate e facoltose a quei tempi,
era permesso studiare solo ai maschi le donne si dedicavano alle arti
femminili, quali il cucito, il ricamo, la musica ecc. Ho vissuto in Sicilia per
ventisette anni, ho completato i miei studi classici e, sfidando il volere dei
miei genitori, mi sono sposata e trasferita a Bologna, dove abito tuttora. Tanti
sono i ricordi che me la fanno amare, oggi come ieri quando quelle strade
acciottolate erano animate dai rumori di passi, di zoccoli, di pattini
rudimentali. Quel rumore era la colonna sonora della vita di tutti i giorni.
Gli uomini partivano all’alba per la campagna, mentre le donne rimanevano per
accudire i figli, la casa e, nelle ore libere, si sedevano sull’uscio a
rammendare o ricamare la loro dote. Allora il profumo di una donna era un
bouquet a nessun costo. Era un misto di odore di sapone, per avere appena fatto
il bucato; profumo di cannella per avere appena sfornato i biscotti; di odore
di latte per avere appena allattato il figlio più piccolo. Alcune tradizioni
fortunatamente sono ancora rispettate e questo unisce il presente al passato,
tramandandoli ai giovani che sono il futuro.
Mi riferisco ai riti della
Settimana Santa, alla ricorrenza di San Giuseppe Lavoratore, alle scampagnate
della Pasqua. Lasciamo spazio a qualche pensiero di Gesualdo Bufalino,
illustre letterato, su questo giardino, una volta detto Trinacria. “Vero è che le Sicilie sono tante, non
finiremo mai di contarle. Vi è la Sicilia verde del carrubo, quella bianca
delle saline, quella gialla dello zolfo, quella bionda del miele, quella
purpurea della lava. Vi è la Sicilia “babba”,
cioè mite, fino a sembrare stupida; una Sicilia “sperta”, cioè furba, dedita alle più
utilitarie pratiche della violenza e della frode. Vi è la Sicilia pigra, una
frenetica; una che si estenua nell’angoscia della roba, una che recita la vita
come un copione di carnevale; una infine, che si sporge da un crinale di vento
in un accesso di abbagliato delirio. Tante Sicilie, perché? Perché la Sicilia
ha avuto la sorte di trovarsi a far da cerniera nei secoli fra la grande
cultura occidentale e le tentazioni del deserto e del sole, fra la ragione e la
magia, le temperie del sentimento e le canicole della passione”. Tutto questo è
la Signora del Mediterraneo”.
La SICILIA !!!
Caterina Guttadauro La Brasca