La musica dei Rolling Stones.
I loro riff di chitarra, il rock e il roll , il funky e quel
ritmo inconfondibile che ha inebriato, per oltre cinquant’anni,
appassionati in ogni angolo del globo. Quel ritmo che, ancora oggi,
anche se Mick, Keith, Ronni e Charlie hanno tutti passato i
settant’anni, suona come una sorta di ipnotico ed arcaico
incantesimo sciamanico capace di liberare i popoli, perché la
ribellione passa anche attraverso la musica stessa.
The Rolling
Stones Olé Olé Olé: A Trip Across Latin America, diretto
da Paul Dugdale è la conferma definitiva che nel mondo ci
sono ancora troppi paesi che cercano di liberarsi di anni di
oppressione, repressione, dittature e libertà mancate, ma
soprattutto che i Rolling Stones possono ancora ricoprire il
loro ruolo di “sciamani onorari del Rock’n’Roll” con la
loro carica sovversiva, eccessiva, dirompente e sfacciata.
Attingendo a piene mani da una
grammatica visiva tipica delle avanguardie anni ’60-’70, Dugdale
segue ufficialmente gli Stones durante il loro ultimo tour attraverso
l’inesplorato - e pioneristico - Sudamerica: dieci tappe, le
più importanti capitali passando dal Cile all’Argentina,
all’Uruguay, il Messico, il Perù fino alla meta definitiva: quel
concerto gratuito tenutosi il 25 Marzo 2016 a Cuba e che ha segnato
uno spartiacque nella storia del paese, segnando la sua definitiva
apertura verso nuovi orizzonti dopo 80 anni di embarghi, divieti e
privazioni.
La scelta di Dugdale di utilizzare uno
stile grezzo, scarno, poco patinato, anarchico nel gusto delle
inquadrature e del punto di vista adottato, non fa altro che
confermare la tesi fondamentale sottesa all’intero documentario: il
potere anarchico e sovversivo del puro Rock ‘n Roll è ancora
capace di inquietare i governi repressivi e dittatoriali, e
continuerà a farlo finché quest’ultimi avranno una ragion
d’essere. Non è un caso se proprio queste genere musicale è il
primo ad essere vietato: l’anarchia insita in parole, testi ma
soprattutto atteggiamenti è un pericolo sovversivo per lo status
quo delle cose. E chi meglio dei Rolling Stones, la band
più longeva, i più irreprensibili e scandalosi, può incarnare tale
minaccia? Dietro il ghigno mefistofelico di Keith Richards e Mick
Jagger si nasconde la possibilità - e la speranza - per
tante persone di potersi finalmente emancipare dai poteri forti,
affermando il “proprio” stile di vita e la propria indipendenza.
La macchina da presa di Dugdale scruta volti, espressioni, entusiasmi
e lacrime dei fan, che oltre al fanatismo nascondono speranze e
desideri che, in una realtà contraddittoria come il Sudamerica,
spesso sono stati affidati alla musica e al ritmo.