Madre
Teresa di Calcutta,
Premio Nobel per la Pace nel 1979, proclamata Beata il 19 ottobre
2003 da Papa Giovanni Paolo II, Papa Francesco la proclamerà
Santa il
4 settembre 2016 nel Giubileo straordinario della Misericordia, il
giorno precedente la ricorrenza del 19° anniversario del trapasso
della Madre il 5 settembre 1997.
Tra
i tanti appuntamenti, organizzati
dalle Missionarie della Carità, è stata programmata un’importante
Mostra del M° Francesco Guadagnuolo in occasione della
Canonizzazione di Madre Teresa. La personale dell’artista si potrà
visitare nella Chiesa di San Gregorio Magno, Piazza San Gregorio, 1 -
Roma, (tra il Circo Massimo e il Colosseo) dal 7 all’8 settembre
2016 con orario continuato dalle ore 9,00 alle ore 18,00; in quei
giorni si potrà avere la possibilità di visitare anche la
Reliquia con il sangue della fondatrice delle Missionarie della
Carità e la stanza, situata nel convento di San Gregorio, dove la
Suora dimorava durante la sua permanenza a Roma.
Madre
Teresa, nata il 20 agosto 1910 a Skopje, capitale dell’attuale
Macedonia, a quel tempo era una città dell’Albania. L’Ordine
religioso da lei fondato, era inizialmente una minima Congregazione
invece oggi è diventata almeno con cinquemila suore che professano
in 130 Paesi del mondo, con 700 case offerte all’assistenza degli
umili.
Tutta
la vita
di Madre Teresa è stata fondata sulla misericordia.
Scriveva
Mons. Sante Montanaro: “…una
coraggiosa religiosa della quale erano ben note l’eccezionale
semplicità, la grande dolcezza, e l’esemplare adattamento alla
sofferenza, certamente, frutto del suo profondo amore per Cristo.
Preso dall’ammirazione per questa Suora, nel cui corpo minuto
albergava un’eccezionale forza interiore, Guadagnuolo ha eseguito
una serie di ritratti che testimoniano le opere straordinarie di
carità compiute dalla Beata, le sue preghiere, le sue parole colme
di speranza cristiana”.
«…Grazie
moltissimo per la sua lettera, i suoi bellissimi acquerelli della
nostra Madre scrive -Suor
M. Nirmala, M.C., dei Missionari della Carità da Calcutta (l’erede
di Madre Teresa) - e
grazie per averci informato riguardo la proposta del suo lavoro
artistico. Noi ringraziamo Dio per l’ispirazione che avete ricevuto
e che ci avete così ben descritto… chiediamo a Dio di benedirla.
Possa la sua contemplazione e arte portare il messaggio dell’amore
della Madre per Gesù in quell’amore che ha condotto Gesù al
sacrificio della croce e che ciò possa dissetare coloro che
osservano i suoi dipinti…»
(Calcutta, India, 1
marzo 2005).
Cosi
pure Il Card. Pio Laghi: «…Devo
dirle che, non solo ho apprezzato le sue opere, ma ho visto con
ammirazione che lei ha saputo ritrarre, in due atteggiamenti diversi
ed in maniera molto espressiva, i lineamenti fisici e spirituali
della Madre, che io ebbi il privilegio di conoscere da vicino e di
ricevere da Essa dimostrazione di materno affetto…»
(Roma, 24 marzo 2005).
Francesco Guadagnuolo ha ritratto
tantissimi Santi tanto da essere riconosciuto come “Il pittore dei
Santi”, così scriveva il Vescovo Pietro Garlato: «…Francesco
Guadagnuolo si è dedicato con dedizione alla raffigurazione di
numerosi Santi e Papi, da Pio IX a Benedetto XVI, con spirito di
ricerca e di innovazione rispetto all’iconografia classica.
Uno dei suoi
obiettivi principali, oltre all’interpretazione psicologica
dell’individualità del Santo, è stato la ricostruzione della sua
influenza nel periodo storico in cui egli ha operato, con
riferimenti, accanto alla figura centrale, alla sua contemporaneità
anche attraverso scene bibliche fortemente simboliche ascrivibili ad
essa. É una continua tensione verso la realizzazione di nuove
soluzioni compositive, nell’intento di superare la crisi
dell’iconografia religiosa verificatasi nell’ambito dell’arte
occidentale. La tecnica di Guadagnuolo si basa su pennellate veloci,
sintetiche, in uno stile sobrio nella sua efficacia, così che la
forza espressiva del volto evoca la personalità e la dimensione
religiosa del personaggio rappresentato…».
Mons. Elio Venier affermava: “che
nelle opere di Guadagnuolo riservate all’arte sacra, è sempre vivo
il senso dell’uomo come effigie di un sentimento religioso che deve
fare i conti con i sommersi segreti del tempo andato, con i moventi
odierni e i timori del futuro, con l’irrinunciabile necessità di
ricerca dei valori perduti. Obiettivo pertinente di Guadagnuolo è
sempre stato quello di operare una trasformazione espressiva, tesa a
delineare una nuova iconografia cristiana, la quale rapporti l’uomo
alla natura divina pur nell’inevitabile fluire del tempo e nel
rispetto dell’irrappresentabile mistero di Dio”.
Abbiamo
incontrato a Roma l’artista Francesco Guadagnuolo che per
l’occasione ci ha rilasciato un’intervista sulle sue riflessioni
e suggestioni nella realizzazione dei ritratti su Madre Teresa che
verranno esposti in questo grande evento mondiale. Il Maestro si è
espresso così: «Rivisitare un lungo periodo, con la forza
dell’immagine per un artista è sempre un’emozione particolare
specialmente quando egli ha davanti Personaggi di Chiesa che hanno
lasciato il segno nel popolo di Dio e non solo. I ritratti che ho
realizzato tengono presente la felicità di vita di Madre Teresa di
Calcutta ed ho pensato che essi dovevano comunicare forza espressiva
ed un’energia che questa umile e piccola donna possedeva. Non è
stata però trascurata oltre la semplicità, la dolcezza ed infine,
la sofferenza frutto del grande amore del Cristo crocifisso. Mi
vengono in mente le parole di Giovanni Paolo II: “Questa Suora
universalmente riconosciuta come madre dei poveri lascia un esempio
eloquente per tutti, credenti e non credenti… Ci lascia la
testimonianza della contemplazione che diventa amore e dell’amore
che diventa contemplazione…”. Realizzando questi ritratti ho
compiuto un itinerario mistico attraverso le parole, le testimonianze
e le preghiere di Madre Teresa. Nel silenzio della contemplazione
Ella sentiva il grido di Gesù sulla croce: “Ho sete”. Questo
grido la spingeva sulle strade di Calcutta alla ricerca di Gesù nel
povero, nell’abbandonato, nel moribondo. Ho cercato in queste opere
una forza evocativa, cercando di tirar fuori quel segreto, quel
silenzio di cui era avvolta la Missionaria della Carità, lei diceva:
“Oh benedetto silenzio che dà tanta pace all’anima”. Questi
ritratti sono una successione di suggestioni che non possono essere
espressi ma solo vissuti con un personale rapporto spirituale. Le
opere grafico-pittoriche scoprono l’aspetto di una nuova
iconografia e di un cromatismo moderno, che scandiscono la vita ed i
tempi della Suora di Calcutta cercando di esprimere quella forza
espressiva di questa piccola grande donna per un’interpretazione di
una figura così poliedrica qual è Madre Teresa, ecco perché la
identifico come la Santa dei nostri giorni. In queste opere ho
cercato di fare risaltare tre realtà dell’Apostola dell’amore:
la gioia, la sofferenza e la preghiera. Spero che questa mostra possa
far ritrovare almeno una piccola parte benevola di noi stessi».