A
distanza di sei anni dal precedente lavoro in studio, il cantautore
salentino (romano d’adozione), torna sulla scena musicale con un
album più compatto, ancora più personale e autentico, di estrema
forza e maturità.
Dopo i primi due dischi amatoriali (1998 e 2002) e
soprattutto dopo il fortunato (e pluri-premiato) esordio ufficiale
con “Asincrono”
(2010), molto apprezzato da critica e pubblico, Luigi Mariano ha
riversato tutto se stesso in queste undici intense tracce, tirando
fuori soprattutto l’energia segreta della sua anima più rock. La
rabbia, la disillusione amara, il sarcasmo o l’autoironia dei brani
più ritmici e movimentati fanno da solida cornice musicale
“reattiva” ad emozioni più morbide e struggenti, che trovano
sfogo in ballate malinconiche e nostalgiche, autentiche gemme senza
tempo, che toccano il cuore e restano dentro a lungo. L’album è
dedicato simbolicamente al padre (scomparso due anni fa), rievocato
in copertina dalle pedane di legno con cui ha lavorato per una vita e
che rappresentano per Luigi le radici da cui partire, da colorare con
la propria musica.
La
produzione artistica e gli arrangiamenti dell’album, così come per
il disco precedente, sono stati affidati al gusto equilibrato e
internazionale di Alberto
Lombardi,
la
cui fusione perfetta col sapore più italiano della scrittura di
Luigi genera inattese alchimie, rendendo il disco vitale,
accattivante nei suoni e nelle atmosfere.
Tre
brani della tracklist godono anche del fascino di un delizioso
quartetto d’archi, arrangiato e diretto al “Mad
Entertainment Studio recording”
di Napoli dalla sensibilità di Antonio
Fresa
(colonna sonora de “L’Arte
della felicità”
di Alessandro Rak).
La
presenza degli ospiti
che duettano con Luigi non è casuale ma conseguenza di empatie umane
fortissime, prima ancora che artistiche.
La
vecchia amicizia con Simone
Cristicchi
(nata sui palchi dei locali romani nel 2003) trova la sua giusta
espressione in “FA BENE FA MALE”, brano trascinante e dirompente,
che rivendica l’importanza del dubbio e dell’integrità di
pensiero, rispetto al bombardamento capzioso di informazioni e pareri
ricevuti ogni giorno dai media o anche da semplici cittadini che ci
tirano per la giacchetta, trascinandoci spesso in pericolosi
radicalismi ideologici, estremismi e fanatismi.
La
sensazione di un mondo che tende ad umiliare (lasciando spesso a
bocca asciutta) chiunque ci metta cuore, preparazione e studio si
manifesta nel rock di “ALLA FINE DEL CHECK”, assieme alla
cantautrice Nina Monti,
che indirettamente regala (nei suoi cori) anche la voce di protesta,
dolente ma decisa, delle donne.
Il
duetto divertente de “L’OTTIMISTA TRISTE” con l’amico Mino
De Santis
(coautore del pezzo e vera icona popolare e poetica dell’intero
Salento) riporta Luigi alle proprie radici del sud, alle espressioni
dialettali più di pancia, all’autoironia scanzonata: veri balsami
per superare molte difficoltà del quotidiano.
Il
clarinetto, il sax soprano, la tromba e il flauto di un altro ospite,
ossia del maestro Pericle
Odierna
(Nino
Buonocore, Joe Barbieri, Enzo Avitabile, Simone Cristicchi),
talentuoso compositore di colonne sonore per il cinema, il teatro e
la TV, arricchiscono gli arrangiamenti di tocchi di sopraffina classe
musicale, donando al disco impennate di qualità e magia.
Infine
la voce di Neri Marcorè,
presente nella nostalgica titletrack “CANZONI ALL’ANGOLO”
e
legato a
Luigi da molteplici passioni comuni, sembra anche tirare le fila di
un disco che rivela un occhio di simpatia verso chi non vive
l’esuberanza egocentrica del successo (sia esso artistico o meno),
restando relegato agli angoli della vita, dove però riesce comunque
a trovare dignità e una propria quadratura del cerchio.
Tra
i brani dell’album anche “COME ORBITE CHE CAMBIANO”, un pezzo
intenso e raffinato sulla fine del grande amore tra l’astrofisico
Stephen Hawking e la sua prima moglie Jane, nonché una sorprendente
cover di “THE
GHOST OF TOM JOAD”
di Bruce Springsteen, dedicata agli ultimi del mondo. Luigi canta
Springsteen in italiano, scegliendo questo gioiello tra la quarantina
di canzoni dell’artista statunitense che nel tempo ha adattato: un
corposo e accurato lavoro di divulgazione poetica, iniziato nel
lontano 2003.
In
studio, oltre che le inconfondibili chitarre elettriche, acustiche e
classiche di Alberto
Lombardi,
hanno prestato il loro grande talento professionisti impeccabili come
Alessandro Valle
(da
dieci anni in tour con De Gregori)
alla pedal steel guitar, mandolino e dobro; Primiano
Di Biase
(Edoardo
De Angelis, Dire Straits Legacy, Neri Marcorè)
alla fisarmonica, hammond e pianoforte; Marco
Rovinelli
(Samuele
Bersani)
alla batteria; Pierpaolo
Ranieri
(Paola
Turci, Massimo Ranieri)
al basso e contrabbasso elettrico; Mario
Gentili
(Fiorella
Mannoia)
al violino e alla viola.
L'album
è stato registrato, mixato e masterizzato da Alberto
Lombardi al
“Belair
Studio”
di Albano Laziale, è edito da Esordisco
e
distribuito da Audioglobe.
Note
di CURRICULUM:
Nato a Galàtone in Salento, Luigi Mariano scrive canzoni dal 1992, anno del suo trasferimento a Roma, in cui resta per 20 anni.
Dopo
la pubblicazione del suo album d’esordio “ASINCRONO”
(2010), un mix di teatro-canzone, impegno civile e profondo
intimismo, ha vinto svariati premi
e prestigiosi concorsi musicali, tra cui: la targa
speciale
al “Premio
Ciampi
2013”; il “Premio
U. Bindi
2011” per il
miglior
testo
(“Edoardo”);
premio RAI webradio (per “Asincrono”)
al “Premio
Lunezia
nuove
proposte
2011;
la targa F.I.M.I. (per “Il
negazionista”
ed “Edoardo”)
al “Premio
A. Daolio
2010
– città di Sulmona”; due “targhe d’Autore
Controcorrente
2013” (album coi “migliori
testi”
e miglior album di “denuncia
sociale”)
e il “Premio
Civilia
Salento”
2015.
Il
brano "Questo
tempo che ho"
ha vinto 2 contest radiofonici, come brano più votato: nel 2008 su
Radio
Sapienza
e nel 2012 su Radio1
RAI
a "Citofonare
Cuccarini".
Il
primo CD ha anche ottenuto lodi da parte di moltissimi artisti (tra
cui: Neri
Marcorè, Cristicchi, Fiorello)
o svariati giornalisti, tra cui gli entusiasti Andrea
Scanzi
de “Il
Fatto”
e Stefano
Mannucci
de “Il
Tempo”
(e tantissimi altri), con splendide recensioni,
sia cartacee che sul web, da parte di varie riviste musicali e
testate nazionali (tra cui: “Il
Tempo”, “Il Fatto”,
“La
Stampa”,
“Il
sole24ore”,
“Il
Mucchio”,
“L’isola”,
“Blow
Up”,
“Jam”,
“Rockerilla”
e altri). Innumerevoli gli articoli sul “Quotidiano
di Puglia”,
che lo segue fin dall’inizio.
Il
24 luglio 2014 “La
Gazzetta del Mezzogiorno”
gli dedica un intero paginone.
La
sua versione in italiano di “Matamoros banks” di Bruce
Springsteen
entra nel settembre 2010 in “For you 2”, un doppio CD ufficiale
dedicato al Boss, prodotto dall’autore RAI e discografico Ermanno
Labianca per “Route
61”.
Il
suo brano “Non ti chiamerò” commenta la scena clou finale di
“Fallo
per papà”,
commedia uscita nel 2012, su colonna sonora del compositore Pericle
Odierna.
Il
suo brano "Intimità" è interpretato il 30 maggio 2013 da
Massimo Altomare al "Festival
Nazionale della canzone erotica",
col sestetto della Mirko Guerrini band (al Politeama di Prato).
La
sua versione (registrata in quartetto dal vivo, al teatro di Livorno)
di “Più di così no” di Piero
Ciampi, vincitrice
della “Targa
Speciale”
al Premio Ciampi 2013, entra
(nell’aprile 2014) in “Piero
Litaliano 50 anni dopo”,
un disco-compilation ufficiale prodotto dal Premio Ciampi e dedicato
al tormentato cantautore livornese.