Italiani popolo di mammoni, lo psichiatra: “Una generazione cresciuta a coccole tossiche”

È quanto emerge da un’indagine promossa da Found!, in occasione della Festa della mamma,  condotta su circa 1300 italiani tra uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 55 anni, realizzato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate, per scoprire che rapporto hanno gli italiani con la mamma.

“Il problema è che troppo spesso queste generazioni sono state viziate con “coccole tossiche” - afferma Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano -. La mancanza di “fame agonistica” porta ad avere scarso ingegno, atteggiamenti lascivi e deresponsabilizzazione. Quindi spesso il circolo vizioso è quello che vende una mamma troppo presente e troppo protettiva, con il figlio che si abitua alle ‘coccole tossiche’, ovvero ad avere una coccola sempre e comunque e che poi fatica a distaccarsi, perché non ha gli strumenti per affrontare il cambiamento, le responsabilità o le novità. In un giorno così sacro come la festa della mamma bisognerebbe riscoprire il valore dell’educazione all'esplorazione: ‘Figlio mio, io ci sono ma tu vai, abbi fiducia in te, comunque andrà io ci sarò”.
Ma in quali occasioni il rapporto con la mamma può diventare un’ossessione e di conseguenza un problema per la coppia? Al primo posto troviamo l’educazione dei figli (72%). Sono tutti d’accordo sul fatto che il parere della mamma-nonna per l’educazione del nipote sia importante, ma non deve mai oltrepassare un certo limite. Questo provoca spesso e volentieri delle tensioni tra il figlio e la nuora, incapaci a volte di mantenere saldi i ruoli all’interno della propria famiglia. Arredamento e pulizia della casa (66%) si posizionano al secondo posto. “De gustibus non est disputandum”  è una locuzione latina che si sposa con questa problematica. Va bene dare un parere o fare notare cosa non va in casa, ma anche qui la mamma deve avere tatto nell’evidenziare certe cose. Se il figlio/a ed il proprio partner hanno uno stile originale, che va contro le abitudini del genitore, questo non deve essere la scintilla di una discussione in termini di “buon gusto”. Al terzo posto si posiziona la scelta del nome di un bambino (57%).  Almeno una volta su 2 capita che la mamma non sia convinta del nome che il proprio figlio o la nuora hanno scelto per il nipote. A volte è comprensibile, ma questo non deve “sporcare” la scelta dei due partner, a causa del mancato assenso del genitore.

E per chi non ha nessuna intenzione  di mettere su famiglia o di abbandonare la casa dei genitori, i motivi sono molti: “Le generazioni del 30/40enni hanno scoperto che, complice un allungamento del percorso scolastico e un allontanamento dell'età a cui si raggiunge l'autonomia finanziaria, a casa dalla mamma si sta bene ed è difficile andarsene – continua Cucchi -. Questione di pigrizia, di non rinunciare alle comodità, di fatica a prendersi delle responsabilità. Talvolta è una vera e propria necessità finanziaria. Il problema principale è che oggi per potersi sentire a proprio agio nel mondo del lavoro bisogna essere tutti un po’ imprenditori, per via della precarietà e del rischio che in un sistema dinamico in forte crisi vengono vissute a tutti i livelli: questo spaventa”.
Ma perché giovani e adulti non vogliono più uscire di casa? Nell’82% dei casi la mancanza di autonomia finanziaria è il primo motivo per il quale i figli preferiscono restare con la mamma, incapaci di sostenere spese condominiali e utenze. Meglio restare a casa e spendere il meno possibile visti i tempi sembra esser la soluzione più facile. Al secondo posto si posiziona la pigrizia (74%). Uscire di casa cosa comporta? Stipulare contratti di locazione, per le utenze, presenziare alle riunioni condominiali. Forse è meglio pensarci due volte e restare a casa’ è il pensiero comune che hanno le persone meno attive. La convinzione di non voler rinunciare alle comodità (71%) è il terzo motivo più gettonato che porta giovani e adulti a pensarci due volte prima di abbandonare la mamma. Svolgere mansioni casalinghe, come la pulizia degli spazi comuni, buttare la spazzatura, fare la lavatrice e stirare.Restando a casa, tutto questo non sarà mai un problema…..per i figli.
Ma quali sono le azioni di tutti i giorni nelle quali il figlio/a preferisce essere affiancato dalla mamma piuttosto che da un amico e dal partner? Confidarsi (65%) è in assoluto l’azione più gettonata tra giovani e meno giovani che fa riferimento in primis alla mamma. L’amico del cuore e il partner possono aspettare, se la notizia che è appena arrivata potrebbe cambiare la propria vita, la prima a saperlo è la mamma. Una proposta lavorativa, una sorpresa, ma anche un brutto male, in tutti questi contesti la mamma è la persona più adatta con la quale condividere gioie e dolori. Fare shopping (58%)conquista la seconda posizione. Se per le ragazze l’amica è una garanzia, ragazzi e uomini si trovano più in difficoltà nello scegliere un pantalone o un pullover. La mamma è sempre una voce attendibile che permette di acquistare capi di qualità tenendo d’occhio anche delle occasioni che offre il mercato. Cucinare (52%) si colloca sul terzo gradino del podio. Sposati oppure no, i figli preferiscono viaggiare (68%) o uscire a cena (64%) con il proprio partner, mentre in cucina amano imparare e apprendere i segreti culinari della mamma, soprattutto le ricette che nella loro adolescenza hanno accompagnato i momenti di festa.

La mamma è fondamentale nella vita di un figlio, anche se a volte può esser causa di incomprensioni con il partner, ma se dovesse mancare cosa comporterebbe nella vita di un ragazzo/a? Per il 63% delle persone aumentano gli stati d’ansia. Una scelta di vita, un problema al lavoro o un semplice consiglio, la figura materna è insostituibile per affrontare queste situazioni e quando manca, per un motivo o per l’altro, provoca uno stato di forte ansia nel figlio. Aumenta anche la fragilità (58%) della persona. La mancanza di una figura così importante, può rendere più fragile un figlio/a nel proprio percorso di vita. Gli incidenti di percorso che purtroppo capitano a tutti, possono essere vissuti in maniera più “pesante” senza il sostegno di una madre. Al terzo posto si colloca l’isolamento (55%). Questo accade soprattutto nelle  persone che hanno conosciuto la propria madre, la quale ad un certo punto ha deciso allontanarsi volontariamente. “Essere rifiutati” fa male e in un primo momento porta le persone a volersi isolare dal mondo.
Fattitaliani

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