69° Festival di Cannes, dall’11 al 22 maggio: le anticipazioni

Fattitaliani
Et voilà que ça recommence, la sessantanovesima edizione di Cannes prenderà il via tra pochi giorni, dall’11 al 22 maggio con alla ribalta, come sempre, di tutto e di più in un inno alla gioia cinematografica round the world.
Ed ecco allora tra i soliti noti spiccare Almodovar, Assayas, Dardenne, Dolan, Jarmusch, Loach, Mendoza, Mungiu, Nichols, Park, Penn, Verhoeven, Winding Refn tanto per citare alcuni degli unti dal signore in lizza perla Palma d’Oro, ad insindacabile giudizio di Thierry Fremaux, direttore generale di questo prestigiosissimo, irrinunciabile Festival. Festival che assicura  una delle più formidabili coperture mondiali da parte dei media, ed un’infinità di star che amano, oltre ogni dire, il batticuore della celeberrima Montée des Marches, che porta al prestigioso ingresso del Grand Théatre Lumière del Palais des Festival, dove si decidono vincitori e vinti.
Moltissimi i produttori poi che scelgono Cannes per lanciare i loro ultimi gioielli e venderne quindi i diritti ai distributori che vengono dall’universo mondo. Ma veniamo a questa sessantanovesima edizione che apre in grande stile con un film come sempre fuori concorso, e che quest’anno porta la firma di Woody Allen con il suo Café Society, una commedia romantica ambientata negli anni ’30 e che vede, come protagonisti, Kristen Stewart, Jesse Eisenberg, Blake Lively e Steve Carell. In una nota rilasciata dagli organizzatori di Cannes 69 abbiamo letto che Café Society racconta di un giovane che arriva a Hollywood negli anni Trenta sperando di poter lavorare nel cinema, e qui, oltre ad innamorarsi, comincia a vivere nella nuova ed effervescente atmosfera di quegli anni. Questa poi è la terza volta, nel corso della sua lunga carriera, che Woody inaugura l’inizio del Festival più glamour del pianeta. Ricorderete infatti nel 2002 Hollywood Ending e, nel 2011 Midnight in Paris. Quattordici, invece, i film che Allen ha presentato fuori concorso a Cannes, dove debuttò con l’indimenticabile Manhattan nel 1979.
Parlando poi a bandiera, come saprete, non c’è nessun lavoro italiano in competizione, infatti Thierry Frameaux ha detto a commento dell’esclusione “Ci sono anni così, ma l’Italia è sempre nel nostro cuore, come dimostra la costante presenza di autori  come Moretti, Sorrentino e Garrone” e noi gli crediamo visto la grande amicizia ed il grande amore che il direttore artistico ha sempre dimostrato nei confronti del nostro cinema. Nessuna speranza quindi né per Roberto Andò con il suo Le confessioni, con Tony Servillo né per Marco Bellocchio con Fai bei sogni liberamente tratto dal libro autobiografico di Massimo Gramellini. Possiamo però consolarci e vedere quanti gli italiani che parteciperanno nelle altre sezioni. Salvo errori ed omissioni a tutt’oggi dovrebbero essercene quattro. Ecco allora nella Quinzaine des Réalisateurs Marco Bellocchio che aprirà con Fai bei sogni, tratto dal romanzo di Gramellini, poi, ancora nella stessa sezione Claudio Giovannesi con Fiore e l’attesissimo La pazza gioia di Paolo Virzì. E, nel presigioso  Un certain regard, ecco Stefano Mordini con il suo Pericle il nero con Riccardo Scamarcio. Fuori concorso troviamo infine L'ultima spiaggia,  una coproduzione italo-franco-greca girata a quattro mani dal regista greco Thanos Anastopoulos residente ormai in Italia e dall'italiano Davide Del Dega, che i registi definiscono “una tragicommedia sulla natura umana, ovvero come riflettere sui confini, le identità, le generazioni, dopo un anno trascorso su di una spiaggia popolare a Trieste, dove un muro di tre metri separa ancora oggi gli uomini dalle donne”. 
E sempre parlando di italiani, se non in competizione li vediamo in giuria a cominciare da quella internazionale dove accanto al presidente George Miller e Arnaud Desplechin, Kirsten Dunst, László Nemes, Vanessa Paradis, Katayoon Shahabi, Mads Mikkelsen, Donald Sutherland, ecco la nostra Valeria Golino. Gianfranco Rosi poi, ancora con l’Orso d’Oro in mano, si siederà sullo scranno di presidente della Giuria del premio per il miglior documentario presentato in tutte le sezioni del festival L'Oeil d'or. E, sempre di italiani parliamo nella selezione dei corti , con Il Silenzio, di produzione italiana e firmato dai registi iraniani Farnoosh Samadi Foroshani e Ali Asgari in corsa per la Palma d'oro. Un altro italiano poi La Santa che Dorme di Laura Samani, prodotto del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma è stato selezionato per la per la Cinéfondation. E allora auguri ai nostri e che vinca il migliore…

Mariangiola Castrovilli
Fattitaliani

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