L’AQUILA
- Il numero di Marzo-Aprile 2016 del magazine i-Italy
NY, attualmente in
distribuzione a New
York, dedica sette
pagine all'Abruzzo.
La rivista bimestrale, diretta da Letizia
Airos, con questo
sull’Abruzzo, inaugura una serie di servizi sulle regioni aquilane
per interessare i lettori americani - il magazine è in lingua
inglese - alle meraviglie del Belpaese. Due gli articoli per
descrivere la nostra regione: il primo, su cinque pagine, corredato
da belle immagini fornite dall’archivio D’Abruzzo/Menabò,
è affidato alla firma di Goffredo
Palmerini, da anni
collaboratore della testata e un po’ l’ambasciatore dell’Abruzzo
nel mondo, è chiuso da un cammeo del grande drammaturgo Mario
Fratti, My L’Aquila;
le altre due pagine, invece, recano un articolo di Otylia
Coppola sulla cucina e
la gastronomia abruzzese, declinate dalla creatività della chef
vastese Rosanna Di
Michele, infaticabile
promoter a New York
e negli States
delle prelibatezze della nostra cucina, dei prodotti alimentari,
dell’olio e del vino d’Abruzzo. Di recente il network i-Italy
(www.i-italy.org), che opera con la testata on line, con il magazine
- distribuito in 50 mila copie negli ambienti qualificati della
grande metropoli americana - e con la Tv omonima, è stato oggetto
d’interesse del Corriere
della Sera. Nel suo
inserto Innovazione, il più antico e prestigioso quotidiano italiano
ha dedicato ad i-Italy
più di mezza pagina, con un accurato articolo di Andrea
Marinelli, segnalando
il network come un modello d’innovazione nel campo
dell’informazione e della comunicazione. L’articolo di chi
scrive, nel testo italiano poi ridotto e tradotto dalla Redazione di
i-Italy,
è riportato qui di seguito. (Gopalmer)
***
ABRUZZO,
REGIONE INTRIGANTE E MERAVIGLIOSA
L’Abruzzo
è uno scrigno inesauribile di tesori d’arte, d’antiche
tradizioni ricche di suggestione, d’una grande varietà di sapori.
Ha un ambiente mutevole che dalle vertiginose e candide vette del
Gran Sasso,
della Majella
e del Sirente,
scende rapidamente fino all’Adriatico, trapuntando le verdi colline
di splendidi borghi, prima di specchiarsi nell’azzurro intenso del
mare. Ricco di boschi è l’Abruzzo, incontaminata la natura. E’
definita la “Regione verde d’Europa”, per avere protetto oltre
un terzo del suo territorio con tre Parchi
nazionali (Parco Nazionale
d’Abruzzo, il più antico d’Italia, il Parco del Gran Sasso e il
Parco della Majella), quindi il Parco regionale del Velino Sirente e
infine una gran numero di oasi naturalistiche. E’ davvero un Eden
l’Abruzzo, dove vivono molte specie di animali e uccelli, che qui
sono riusciti a sopravvivere al rischio d’estinzione, e vegeta una
straordinaria varietà di piante. L’Abruzzo è stata sempre una
terra selvaggia, di rara bellezza. Riesce ad intrigare chiunque la
incontri, che ne resta per sempre affascinato, quasi per incantesimo.
Lo raccontano in pagine stupende letterati e viaggiatori che, nei due
secoli precedenti, hanno visitato l’Abruzzo: Edward Lear, Maud
Howe, Ferdinand Gregorovius, Richard Keppel Crafen, Anne MacDonell,
John Cultbert Hare ed altri. E ancora, nei loro appunti di viaggio e
nei loro scritti, ne parlano Carlo Emilio Gadda, Ugo Ojetti, Mario
Soldati, Guido Ceronetti, Alberto Savinio, Guido Piovene, Carlo
Castellaneta, e più di recente Paolo Rumiz, per citare gli scrittori
più noti. Senza contare i nativi abruzzesi Gabriele d’Annunzio,
Ignazio Silone, Laudomia Bonanni, Mario Pomilio, Ennio Flaiano, per
limitarci ai più grandi.
Proprio in questi giorni l’Huffington
Post ha pubblicato una
ricerca sui 12 migliori posti al mondo dove andare a vivere o a
godersi gli anni della pensione. La ricerca realizzata dal quotidiano
americano premia proprio l’Abruzzo,
collocandolo al quinto posto della classifica, preceduto nell’ordine
da Algarve (Portogallo), Cayo (Belize), Medellin (Colombia), Pau
(Francia) e seguito da altri sette posti da sogno, in Centro America
e Asia. Le qualità che fanno preferire l’Abruzzo, nella ricerca
promossa dalla famosa testata negli States, sta nella bellezza del
mare e delle spiagge dorate, delle meravigliose montagne. E ancora
nella dimensione umana della regione, senza grandi città affollate,
senza industrie pesanti e inquinanti, con l’aria salubre, con un
paesaggio disegnato da vigneti, da piccoli paesi con case di pietra e
tanti castelli. Una regione dove la gente si siede fuori casa, i
ragazzi giocano all’aperto, dove ancora si fa la spesa nei
mercatini di strada e la cucina rispecchia le antiche ricette di
preparazione del pesce, dell’agnello, del capretto, del cinghiale.
E ancora altre positività fanno ritenere l’Abruzzo tra i migliori
posti al mondo dove vivere.
Il giudizio lusinghiero dell’Huffington
Post non deve stupire. Da alcuni anni, infatti, va crescendo l’appeal
verso l’Abruzzo “delle meraviglie”, per secoli considerato una
terra aspra, con le sue montagne impervie difficilmente
raggiungibile, dove solo rudi montanari e pastori riuscivano a vivere
e sopravvivere. In effetti, le difficoltà delle vie di
comunicazione, in passato, hanno molto pesato in negativo per lo
sviluppo della regione. Ma da quarant’anni, con la realizzazione
delle autostrade che in un’ora collegano Roma
con L’Aquila,
e in due ore con Pescara,
Chieti,
Teramo
e le altre città sull’Adriatico, tutto è cambiato. Ora l’Abruzzo
è davvero al centro d’Italia, grazie alle autostrade e al suo
aeroporto, ben collegato con il resto del Paese, con l’Europa e con
il mondo. Chi visita l’Abruzzo - sempre più numerosi i turisti -
scopre una terra davvero intrigante, straordinariamente ricca di
bellezze naturali, di tesori d’arte, di splendide architetture
urbane, di tradizioni secolari, cifra della cultura densa di valori
della sua gente ospitale. Non c’è che da scegliere, allora: dalle
dritte pareti del Gran Sasso
per gli alpinisti, alle montagne e agli altipiani per gli sport
invernali; dagli incantevoli borghi (ben 22, su un totale di 253 nel
Paese, sono quelli in Abruzzo riconosciuti nell’esclusivo Club dei
Borghi più belli d’Italia)
alle meravigliose città d’arte; dai laghi alle mutevolezze delle
colline; dalle ampie spiagge di sabbia dorata alle scogliere della
verde Costa dei trabocchi
dove il mare diventa verde smeraldo. Il turismo balneare può dunque
trovare ogni soluzione d’ospitalità, lungo i 160 km di costa
abruzzese.
Insomma, agli occhi dei visitatori
l’Abruzzo si rivela assai diverso da quello immaginato, forse
ritenuto ancora arroccato nel secolare isolamento. Trovano invece una
gente forte, gentile ed ospitale, e una cornucopia di bellezze
imprevedibili. Come inattese e sorprendenti sono state le scoperte
che negli ultimi due decenni gli archeologi hanno fatto nei loro
scavi, rinvenendo in numerose necropoli non rozzi corredi funerari,
ma raffinate vestigia, gioielli, armi e suppellettili di gran pregio.
Raccontano la civiltà dei popoli italici che vissero in questa
regione: Sabini, Vestini, Peligni, Marrucini, Marsi, Equi, Frentani,
Pretuzi, Piceni e Sanniti. Popoli che seppero unirsi e combattere
contro i Romani, nella prima Guerra Sociale, ma anche trattare la
pace e diventare alleati di Roma e suoi cittadini. Fin dall’Età
del bronzo l’Abruzzo racconta una storia di valore, che trova nei
secoli conferma, come nella storia dalla città capitale della
regione: L’Aquila,
la regina degli Appennini. La città sta ora rinascendo più bella di
prima dalle rovine del disastroso terremoto del 2009. Tra le più
preziose città d’arte d’Italia, con un centro storico vasto e
pregevole contornato da quasi 6 chilometri di mura urbiche ora
magnificamente restaurate, L’Aquila è davvero una città
singolare, sin dalla sua fondazione nel 1254. Nacque infatti con
l’unione di 99 castelli (castrum)
circostanti, federati, ciascuno edificando al meglio il proprio
quartiere nella nuova città, secondo un armonioso disegno urbano,
non casuale. Fu il primo caso, nella storia dell’urbanesimo, di
città progettata ed edificata tutta insieme. Solo nel 1703 s’ebbe
un caso simile, con la nascita di San
Pietroburgo.
Seconda città del Regno dopo Napoli,
L’Aquila
ebbe grande autonomia, con proprie leggi, con privilegi fiscali e
libertà di battere una propria moneta. Per tre secoli, fino a metà
del Cinquecento, fu una delle città più prospere e importanti,
anche in Europa, con il commercio della lana e dello zafferano. Nella
seconda metà del Quattrocento ebbe la sua università e aprì una
delle prime stamperie con un allievo di Guthenberg. Nel 1294, a
L’Aquila, venne incoronato papa Celestino
V, con Francesco
d’Assisi e Gioacchino
da Fiore una delle figure più
luminose della spiritualità. Celestino istituì il primo giubileo
della Cristianità, la Perdonanza,
che da 722 anni, grazie alla Bolla papale conservata dalla
Municipalità, si celebra annualmente a L’Aquila, per un giorno,
aprendo dal 28 al 29 agosto la Porta Santa della Basilica di
Collemaggio, l’unica fuori di Roma. Celestino V, primo papa a
dimettersi dal soglio pontificio cinque mesi dopo l’elezione, ha
fortemente connotato la spiritualità dell’Abruzzo. Magnifici i
suoi eremi, arditamente costruiti scavando la roccia della Majella
e del monte Morrone.
Una spiritualità che si rafforzò nel Quattrocento con i
francescani, San Bernardino da
Siena e San
Giovanni da Capestrano.
L’Aquila è attualmente una città di grandi tradizioni culturali,
con prestigiose istituzioni nel campo della musica, del teatro, del
cinema. E poi con la sua università e nella ricerca, con i
Laboratori di Fisica Nucleare, realizzati nella roccia sotto il Gran
Sasso, dove scienziati di tutto il mondo studiano l’origine della
materia in assenza di raggi cosmici. Anche l’industria ha poli
d’eccellenza, nel settore spaziale, farmaceutico e nell’automotive.
Dall’Aquila, scendendo verso Pescara
e l’Adriatico, lungo la
strada che costeggia l’antico Tratturo
dove le greggi transumavano in Puglia, si susseguono stupende chiese
romaniche. Custodiscono affreschi, dipinti e sculture
d’inimmaginabile bellezza. Chi mai avrebbe potuto pensare che in un
Abruzzo ritenuto isolata ed arretrato potessero crescere artisti di
tanto valore - Saturnino
Gatti, Francesco
da Montereale, Andrea
Delitio, Silvestro
dell’Aquila, per citarne
alcuni - che nulla hanno da invidiare ai grandi del Quattrocento e
del Rinascimento. E poi altri raffinati artisti di raro talento:
orafi, cesellatori, ebanisti, ceramisti. Le loro opere, come in una
caccia al tesoro, si scoprono in piccole chiese di campagna, nei
monasteri o in magnificenti cattedrali: come a Sulmona,
Chieti,
Atri,
Teramo,
Tagliacozzo,
Penne,
Giulianova,
Città Sant’Angelo,
Ortona,
Guardiagrele,
Lanciano,
Vasto,
e in altri centri. Pescara è la regina dell’Adriatico: città
moderna, vivace, dinamica e commerciale, aperta agli scambi con i
paesi e le città della costa balcanica. E’ snodo nei trasporti e
centro di servizi per un’ampia area industriale e commerciale che
va ormai si congiunge con Chieti,
antica e bella città che con Pescara
condivide una buona università. Lungo la fascia collinare
dell’Abruzzo campeggia una sequela d’ordinati vigneti. E’ terra
di ottimi vini, la regione. Competono ai massimi livelli, per la loro
qualità, affermandosi nei mercati del mondo. Il vino è punto di
forza, con l’olio, nell’enogastronomia, insieme alle paste
alimentari, ai salumi, ai dolciumi tipici. La cucina abruzzese può
contare su ottime carni dei pascoli d’altura, sui sapori di legumi
e ortaggi. Nel Fucino hanno coltivazioni estensive. Lunga tradizione,
la buona cucina, anche grazie alla famosa scuola per Chef di Villa
Santa Maria. Punte
d’eccellenza, la cucina abruzzese, nella bella città di Teramo
e in provincia. L’Abruzzo vi attende!
Goffredo
Palmerini