Mettere
in
scena
oggi
“Medea”
di
Jean
Anouilh
significa
non
solo
rendere
omaggio
ad
uno
dei
più
grandi
autori
del
teatro
francese
del
Novecento,
ma
anche
e
soprattutto
riscoprire
un
testo
straordinario
da ogni
punto
di
vista,
un
testo
in
cui
regna
un
personaggio
come
quello
di
Medea
dalla
enorme
forza
tragica,
nella
sua
solitudine
straziante,
nella
sua
sensualità
dolorosa,
nel suo essere votata ad un amore che non conosce limiti,
nella
sua
disperazione,
nel
suo
essere
travolta
da
un
sentimento
incontrollabile
e
nella
sua
rivolta
alle
regole.
La “Medea”
di
Anouilh
ha una
struttura
drammaturgica
molto
forte
e
caratteristiche
specifiche
ed
originali
che
la
rendono
unica.
In
pochi
testi
come
in
questo
ho
trovato
la
perfezione
della
drammaturgia
unirsi
alla
costruzione
di
personaggi
teatrali
dalla
potenza
tragica
strepitosa
e
ad
un’indagine
psicologica
straordinaria.
Anouilh,
mirabilmente,
rende
sentimenti
e
rapporti
sempre
più
assoluti
e
universali,
nella
loro
più
scoperta
quanto
complessa
umanità.
La
tragedia
e
la
vicenda
umana
ed
esistenziale
di
Medea
assumono
nel
testo
significati
appunto
universali
e
di
straordinaria
attualità.
La
regia
e lo spettacolo
ricostruiranno
scenicamente,
visivamente,
musicalmente,
il
mondo
della
protagonista
e
dei
suoi
sentimenti
“straordinari”,
“estranei”,
da
“emarginata”,
la
sua
anima
straziata
e
dolente,
capace di piegarsi al dubbio, alla debolezza, addirittura alla
tenerezza più struggente,
che,
secondo
me,
tanto
ci
parlerà
della
condizione
universale
della
donna,
pur
se
indagata
in
un
esempio
estremo
ed
eccezionale.
In
scena
Medea
dolorosamente
emarginata
vive,
insieme
alla
Nutrice,
una
condizione
di
disperata
solitudine
e,
ancora
di
più,
la
sua
condizione
di
estraneità
dovuta
al
suo
essere
“barbara”
e
“diversa”
in una
lotta
feroce per
la sua
dignità
di
donna
e
per un
amore che non conosce limiti.
Quando
la
sua
dignità
di
donna
le
verrà
negata,
la
vendetta
sarà
terribile
e inaudita
con
l’uccisione
dei
figli.
Medea
sarà emblema
dell’amore
e
insieme
della
morte
e
la
tragedia
vivrà
tutta
in
lei
e
nella
sua
sfaccettata
e
travolgente
personalità;
accanto
le
sarà,
in
una
sorta
di
controcanto,
la
Nutrice,
personaggio
di
straordinaria
importanza;
e poi
Giasone,
mirabilmente disegnato da Anouilh nei suoi accenti e aspetti
più
“umani”
; un Giasone stanco degli eccessi e del peso di una passione ormai
per lui troppo grande.
Creonte
sarà,
infine,
l’incarnazione
di
un
potere
fatto
di
regole
che
niente
e
nessuno
può
mettere
in
discussione,
pena
la
rottura
di
equilibri
troppo
importanti
e
la
dissoluzione
di
tutto
un
mondo.
La regia e
lo spettacolo hanno l’intento e l’obbiettivo di
restituire
al
testo
la
straordinaria
capacità,
attraverso
la
voce
di
Medea
e
degli
altri
personaggi,
di
parlare,
di
evocare,
di
“far
apparire”
un mondo
di
passioni
estreme,
di
paure,
di
incubi,
di
umane
debolezze,
di
solitudine,
di
lotta
disperata
per la
propria
dignità,
di
forze
oscure,
misteriose,
magiche
ed
arcane,
di
pulsioni
innominabili,
di
violenza,
in
cui
tutti
noi
finiremo
per
trovare,
attraverso
la
parola
di
Anouilh,
il
nostro
presente
più
dilaniato,
il
nostro
oggi
cosi
travagliato,
sia
che
si
parli
di
rapporti
umani,
che
di
guerre,
che
di
contrapposizione
fra
culture,
che
di
“esuli”,
che
di
lotta
per
il
potere,
che
di
eventi
“straordinari”
di
violenza
oppure
di
dolore
o di
sofferenza,
che
sembrano
talvolta
evocare
il
mito
e gli
straordinari
personaggi
mirabilmente
disegnati
dalla
penna
di
Anouilh.
Francesco
Branchetti
dal
15 al 24 marzo 2016
Teatro
Garage
presenta
Barbara
De
Rossi
in
MEDEA
Di Jean Anouilh
Traduzione
di
Giulio
Cesare
Castello
con
Tatiana
Winteler (la
nutrice), Francesco
Branchetti
(Giasone),
Lorenzo
Costa (Creonte),
Fabio
Fiori
(ragazzo, guardia)
Regia
Francesco
Branchetti
musiche
Pino Cangialosi - scene
e
costumi
Clara
Surro
ufficio
stampa compagnia Corrado Ferrante
Distribuzione
pigrecodelta
Tutta
la programmazione sarà accessibile anche a spettatori non vedenti e
sordi che, grazie al Ghione, possono da alcuni anni, vivere
l'esperienza del teatro.
info:
Teatro Ghione, via delle Fornaci 37, 00165 Roma – tel. 06 6372294 –
06 39670340, fax 06 39367910 – info@teatroghione.it
Direzione
artistica: Roberta Blasi
Ufficio
stampa
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Bendoni
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