di Domenico Logozzo* - Dal profondo Sud ai
vertici della lirica italiana. Il sogno meraviglioso del giovane
calabrese Vincenzo
Nizzardo
continua. Dal Teatro dell’Opera di Roma
al Teatro Verdi di Trieste.
“Ed ora la massima concentrazione per il prossimo impegno di
Trieste. Nello storico Teatro Verdi sarò Don Magnifico, Barone di
Montefiascone, ne “La Cenerentola” di Gioacchino Rossini”.
Ancora un’opera di Rossini per l’apprezzato artista partito da
Gioiosa
Jonica
con una valigia piena di sogni. Tanti già realizzati. I critici
l’hanno inserito “tra i giovani emergenti della lirica italiana”.
Recentemente, nel ruolo di Fiorello, ha fatto parte del cast del
Barbiere
di Siviglia,
che è stato rappresentato dall’11 al 21 febbraio al Teatro
dell'Opera di Roma. La prima serata è stata trasmessa in diretta tv
da Rai 5.
Tra il pubblico
anche Placido
Domingo.
Racconta Nizzardo: “Il grande Maestro ci ha fatto una bella
sorpresa. È venuto nei camerini, tra il primo e il secondo atto.
Ha fatto i complimenti a tutti per lo spettacolo. Alla fine è
tornato a Milano perché aveva una prova alla Scala”. Prestigiose
ed autorevoli presenze anche nella penultima rappresentazione, il 20
febbraio, nello stesso giorno in cui 200 anni fa c’è stata la
prima esecuzione al Teatro Argentina. Sul palco d'onore il presidente
della Repubblica Sergio
Mattarella,
i ministri Boschi,
Franceschini,
Gentiloni,
Padoan
e
Pinotti,
il presidente della Regione Zingaretti
e il commissario Tronca.
“L'allestimento di Davide
Livermore
con l'orchestra diretta da Donato
Renzetti
- ha scritto la
Repubblica
-, è stato ampiamente premiato dal pubblico. Esauriti tutti i
biglietti con un incasso di quasi 800mila euro”.
Un’altra bella
soddisfazione per Nizzardo, che ha iniziato a studiare musica a sei
anni e che nel Conservatorio Francesco Cilea di Reggio
Calabria
ha conseguito il diploma in canto con il massimo dei voti e la
menzione speciale. E’ felice per come sono andate le cose a Roma.
Dopo l’ultima recita ha scritto subito su facebook: “Finisce
anche questa meravigliosa esperienza romana. Grazie ai colleghi,
grandi professionisti, con i quali ho avuto il piacere di lavorare a
stretto contatto ogni giorno. Grazie al Maestro Renzetti e al Maestro
Livermore. Grazie al Teatro dell'Opera di Roma e a tutti coloro che
lavorano dietro le quinte”. Conclusi gli impegni romani, durati
oltre un mese, niente pausa per Nizzardo, che è partito subito per
Milano. Poi andrà a Trieste. Settimane di intenso studio e seria
preparazione. Avrà infatti un ruolo rilevante nell’opera “La
Cenerentola, ossia la bontà in trionfo”, dramma giocoso in due
atti su libretto di Jacopo Ferretti da Charles Perrault. Musica di
Gioacchino Rossini. Regia di Rodula
Gaitanou.
Scene di Simon Corder. Costumi di Alexia Theodoraki. Allestimento
della Greek National Opera di Atene.
Orchestra e coro della Fondazione Teatro
Lirico Giuseppe Verdi di Trieste.
“Il ruolo sarà
più impegnativo dei precedenti. Ce la metterò tutta. Voglio fare
bene anche questa volta”, ci dice Vincenzo al telefono dalla
capitale lombarda, durante una breve pausa del lavoro. È molto
concentrato. Scrupoloso. Ha conquistato anno dopo anni tanti
consensi. Da un capo all’altro dell’Italia, nei più prestigiosi
teatri, tanti applausi sono stati tributati a questo bravo e tenace
ragazzo del Sud. Dopo avere festeggiato 25 anni sul palcoscenico,
interpretando il ruolo di Frollo in “Notre Dame de Paris” di
Riccardo
Cocciante,
il 9 aprile festeggerà 29 anni ancora su un palcoscenico, quello del
Teatro Verdi di Trieste, uno tra i più antichi teatri lirici in
attività. E’ stato costruito tra il 1798 e il 1801 dagli
architetti Gian
Antonio Selva
(lo stesso della Fenice di Venezia) e Matteo
Pertsch.
Luogo storico. “Il Teatro - si legge nel sito ufficiale - è stato
il simbolo dell’identità culturale italiana della città,
diffondendo la conoscenza della cultura musicale italiana anche nei
contigui territori di tradizione tedesca e slava, ma è stato nel
contempo interprete del cosmopolitismo di Trieste portando alla
conoscenza del pubblico le opere dei compositori mitteleuropei”.
Nizzardo è un
rossiniano convinto. “Amo Rossini e le sue opere. Il
Barbiere di Siviglia
è una di quelle che ho cantato maggiormente e mi ha sempre dato
grosse soddisfazioni”. La bella esperienza vissuta a Roma ha
lasciato il segno. “È vero. Da ricordare. L’ho vissuta al
massimo. Orgogliosissimo. Sapevo di essere in uno dei teatri più
importanti d'Italia, con una straordinaria tradizione”. Tanta
emozione. “Sì, calcare quel palcoscenico è stata una grande
emozione. Che è difficile dimenticare, credetemi. Mi sembrava un
sogno. Invece era realtà. Magnifica, magica realtà”. Un’altra
opportunità di crescita. “Ho lavorato con due grandi Maestri, il
direttore Renzetti e il regista Livermore, in una produzione storica,
visto che si festeggiavano i 200 anni del Barbiere di Rossini”.
Ricorda il primo incontro con Renzetti. “Il Maestro Renzetti è uno
dei più grandi direttori d'orchestra, un grande professionista. L’ho
conosciuto l'estate scorsa a Pesaro. Io frequentavo l'Accademia
Rossiniana del Maestro Zedda. Il M° Renzetti doveva dirigere "La
gazza ladra", uno dei titoli in cartellone del Rossini Opera
Festival. Durante una pausa delle prove dell’opera, abbiamo avuto
un breve incontro con lui. E in quella occasione ho ammirato anche
la sua grande passione nei confronti di Rossini, il musicista che amo
tanto anch’io. Poi a Roma ho avuto il grande piacere e l’onore di
poter lavorare con il grande Maestro. Devo dire che oltre ad essere
un fantastico direttore d'orchestra è una persona molto simpatica.
Spero che presto le nostre vie si possano nuovamente incrociare”.
Vincenzo ripete
compiaciuto: “Sono orgoglioso di aver fatto parte dell’importante
cast. Subito in sintonia con i colleghi, un gruppo di giovani artisti
talentuosi”. E sottolinea: “Non ci sono stati momenti difficili,
ma periodi di impegno e di estrema concentrazione, che servono per
fare al meglio il proprio compito”. Quali i momenti più esaltanti?
“Quando sono in scena e canto. Ci si prepara tanto per quel
momento. Ore ed ore, giorni e giorni di studio dello spartito. Lavori
sul ruolo che devi interpretare. I movimenti, i gesti. Poi si entra
in scena. E a quel punto deve essere assolutamente un momento
esaltante”. Così è stato a Roma, dove ha ricevuto tanti
complimenti. È piaciuto alla critica “il Fiorello di Vincenzo
Nizzardo, dall’emissione chiara e dal caratteristico fraseggio”.
E su facebook la scrittrice Maristella
Lippolis,
che ha assistito all’ultima rappresentazione romana, ha scritto:
“Bella voce, davvero!”.
*già
Caporedattore TGR Rai