di
Goffredo
Palmerini - L’AQUILA
- Buone nuove sul teatro italiano, da New
York
e dal mondo. Sempre sugli scudi il drammaturgo aquilano Mario
Fratti,
dal 1963 trapiantato a New York, tra i più grandi autori di teatro
al mondo.
La sua più famosa creazione, “Nine”,
tra i
più affermati musical di Broadway e vincitore 30 premi
internazionali, è in scena in Brasile, a San
Paolo,
con una nuova produzione artistica diretta da Charles
Möeller
e Claudio
Botelho,
per la regia di Paulo
Nogueira.
Ha debuttato il 9 agosto scorso, in esclusiva per il Teatro
Porto Seguro,
il musical ispirato al film capolavoro di Federico Fellini - 8 e
mezzo - dove si racconta la tormentata storia di Guido Contini,
produttore e regista in crisi creativa. Già diventato un evento,
l’opera di Fratti può finalmente soddisfare l’attesa degli
amanti del musical nella più grande e popolosa “città italiana”.
San
Paolo del Brasile,
infatti, ormai diventata la terza area metropolitana del mondo, è
anche la città con più oriundi italiani, oltre 7 milioni, quasi
metà della sua popolazione, nel paese dove in termini assoluti
vivono 25 milioni d’abitanti con origini italiane. Situato nel
cuore della città, nel quartiere Campos Eliseos, il teatro Porto
Seguro è una moderna ed efficiente struttura con un’intensa e
variegata programmazione. Altre opere di Mario
Fratti
sono in cartellone in altri Paesi. In Spagna,
al Festival
di Barcellona
riservato agli Atti Unici, è in scena “Cerdo
de Oro”
(Il Salvadanaio). In Giappone,
al Teatro Atman di Saitama,
città d’un milione e mezzo di abitanti, si rappresenta “Il
Ponte”,
mentre a Riga,
capitale della Lettonia,
al teatro Dailes è in scena l’opera “Moglie
giovane”.
A New
York,
per il Leela
NYC Theatre Festival,
è in scena Suicide
Club,
per la regia di Christin
Eve Cato,
presso il Theatre Centro
Español , corner 41th-Broadway, Astoria.
Sempre nella Grande Mela, “Red
Roses and domestic Acid”
(Rose rosse
e acido muriatico) di Pilar
Castel è
al Teatro Hudson al 441W della 26th. L’opera dell’autrice
italo-svedese è una commedia grottesca in due atti, drammatica e
satirica nello stesso tempo, quasi nello stile cinematografico di
Germi, ispirata da un caso
di violenza domestica su una donna, realmente verificatosi in nord
Italia alla fine degli anni ‘70, come raccontarono gli articoli
della giornalista Natalia
Aspesi. Nella commedia Rosa,
moglie d’un tale Gaetani emigrato in nord Italia, viene violentata
dal cugino del marito. Quando Gaetani scopre il fatto, inizia il
lavaggio del cervello della moglie per spingerla a suicidarsi, per
ristabilire così l’onore della famiglia. A Rosa il suicidio non
riesce, perché i vicini di casa, allarmati dalle sue urla al primo
sorso di acido muriatico, accorrono in suo aiuto. Maria, sua amica e
avvocato, decide di denunciare il marito che, insieme al cugino
violentatore, viene messo in prigione. Dopo alcuni anni arriva il
giorno del processo insieme ad altri casi di violenza sulle donne, e
tra questi il famoso delitto del Circeo. Ma un’incursione di
terroristi che rapiscono una
suora credendola un giudice, fa invalidare il
processo. Doppio il finale, immaginario e reale. Nonostante la
tragicità degli eventi, la pièce è comica e satirica, perché solo
la satira può essere più crudele e descrittiva della stessa realtà.
In programma il 17-21-23 agosto nell’ambito del Thespis
Theater Festival 2015,
l’opera è attesa in scena con grande interesse.
L’autrice
della commedia, Pilar Anita Quarzell in arte Pilar
Castel, laurea in filosofia e
psicologia, cinque lingue parlate, è anche attrice, sceneggiatrice e
cantante folk e jazz. Come attrice cinematografica e teatrale vanta
una trentennale esperienza, avendo lavorato nel cinema con registi
prestigiosi come Marco Ferreri, Miklos Jancso, Jerzy Skolimowsky,
Sidney Lumet, George Pan Cosmatos, Elio Petri, Giuseppe Patroni
Griffi, Riccardo Ghione, Raffaele Andreassi, e a teatro con Jerzy
Grotowsky, Living Theatre, Giorgio Strehler, Klaus M. Gruber, Carmelo
Bene, Giordano Aquilini. Come autrice, si segnalano le opere qui di
seguito sintetizzate. “La
donna la poesia”, collage
di poesie di Saffo e Sylvia Plath; “Sintesi
Nucleari”, scene
assurdo-grottesche su di un immaginario day after, scritte sul
modello delle sintesi futuriste; i due atti unici brevi “Mamma
computer”, due adolescenti
chiusi in un bunker sono accuditi da un computer, e “Madre
e figlio”, sofferto dialogo
fra madre e figlio che fa uso di droghe. E ancora “Dulcamara”,
atto unico tratto da La Strega
di Jules Michelet, scritto in ottonari è la storia di una povera
contadina che ingegnosamente arricchitasi col grano suscita l’invidia
delle dame e dalla gente. Creduta protetta dal demonio, viene
scacciata dal villaggio e abbandonata dal marito. Si rifugia nella
brughiera e impara a sopravvivervi. Fitoterapia, rimedi magici,
sabba, diventano la sua attività. Innamoratasi della contadina, una
giovane vedova viene tradita dal pretendente di lei e consegnata ai
frati inquisitori. Torturata, viene messa al rogo per poi resuscitare
ai giorni nostri sotto forma di cantante rock. “Reperto
donna”, commedia
comico-grottesca in due atti. Diana, due lauree, antropologa,
ricercatrice sottopagata, single madre di due figli, intuisce in un
antico scheletro l’origine della divisione dei due sessi. Venutone
a conoscenza il suo capo, un professore anziano ed arteriosclerotico,
viene organizzata una spedizione in Africa. Il professore butta via i
vari viagra e si trapianta direttamente gli attributi e Diana torna a
casa con un nuovo grande amore. “Nessuno
sa”, atto unico, commedia
anche se tragica, scritta in chiave brillante. Gioia Gentili,
commediografa di talento, viene travolta dalla tossicodipendenza del
figlio, pur cercando di tenersene fuori. Ne rimarrà segnata. “Omar
o dell’amor”, atto unico.
Bella, professionista europea affermata, s’innamora d’un giovane
clandestino africano approdato a Malta. Rientrata in Europa, cerca in
tutti modi, legali e non, di farsi raggiungere dall’amato. Ma le
leggi internazionali, la mancanza di solidarietà, un destino
sfortunato impediscono ai due di riunirsi. I due finiranno, come
Romeo e Giulietta, suicidi. Infine “Rose
rosse e acido muriatico”,
la citata commedia in due atti, con musiche e coreografie. Insomma,
Pilar Castel
è un’autrice che va seguita con attenzione.
E ancora
a New
York, nel prossimo
ottobre, Laura
Caparrotti
mette in scena con la compagnia KIT una nuova commedia di Alberto
Bassetti e
nuovi testi di sei giovani autori italiani. Autore teatrale di
vaglia, Alberto
Bassetti è
nato a Roma nel 1955. Laurea con lode in Lettere con una tesi
in filosofia morale, nel 1989 esordisce in teatro con il testo “Il
segreto della vita”, di
cui cura anche la regia. Ha lavorato con molti dei maggiori
registi e interpreti del nostro teatro. Autore molto fecondo, è
anche curatore di importanti adattamenti. Diversi suoi lavori sono
stati rappresentati anche all’estero,
in Francia, Austria,
Germania, Croazia, Repubblica Ceca, Venezuela, Cile e Stati Uniti.
Attualmente dirige, con Gian
Maria Cervo, il Festival
Quartieri dell’Arte, curando il progetto Intertext in
collaborazione col MEEC di Parigi,
il Royal Exchange di Manchester,
il Narodni Divadlo di Praga,
lo Schauspiel di Essen
e il Burgteather di Vienna.
E’ direttore artistico del settore teatrale di Opere Festival
Castello Odescalchi di Bracciano.
Ha curato per le Edizioni Interculturali la collana “Boccascena. E’
stato in giuria per diversi anni al Premio Vittorini a Siracusa.
Dal novembre del 2007 dirige il TeatroLoSpazio.it
da lui stesso fondato a Roma con Francesco
Verdinelli. Nel 2004 ha
girato il suo primo film “Sopra
e sotto il Ponte”, che ha
debuttato al Festival du Cinema du monde di Montreal
nel settembre 2005. Presente in diversi festival nazionali e
internazionali, il film è uscito in Italia nella primavera del
2006. Ha iniziato da due anni attività di documentarista con un
lavoro sulla Sabina ed uno sull’Isla Margarita, in Venezuela,
ambedue andati in onda su Rai3 per “Geo & Geo”.