Giornata Internazionale della Felicità, lo psichiatra: “Per essere felici servono riflessione, curiosità e autocontrollo”

Mille impegni, ritmi insostenibili e difficoltà economiche: anche nella Giornata Internazionale della Felicità è davvero così difficile provare questo sentimento in Italia? Lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, spiega perché nella società attuale la felicità è merce sempre più rara e rivela come tornare a sorridere. 
 
Oggi in tutto il mondo si celebra la Giornata Internazionale della Felicità, ma la vita della società contemporanea densa dipreoccupazioni economiche e lavorative, responsabilità insostenibili, agende colme e tempo libero risicato costringe le persone a ritagliarsi momenti di gioia e spensieratezza sempre più brevi e rari. Secondo i recenti dati diffusi da Eurostat infatti gli italiani sono solo al 19esimo posto nella speciale classifica del benessere nell’Eurozona, preceduti da scandinavi, olandesi e austriaci. Lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano e autore del libro “Vincere l’ansia con l’intelligenza emotiva”, rivela da dove nasce questa difficoltà a provare questo sentimento così importante e indica alcuni semplici accorgimenti per provare a tornare felici.

Quali sono i fattori che rendono difficile essere felici? Tra i principali fattori possiamo individuare le crescenti responsabilità, lo stress accumulato nei lunghi mesi di lavoro, i ritmi frenetici della routine quotidiana, le aspettative sempre maggiori e il rispetto delle rigide convenzioni sociali – spiegaMichele Cucchi – In questo contesto s’innestano anche la paura di perdere il controllo e alcune forme di squilibrio neurobiologico, che intervengono a peggiorare la situazione.Viviamo essenzialmente in una società che genera ansia. Un lavoro, un esame, l’arrivo di un figlio, un matrimonio, l’amore, una novità, un viaggio, tutto può diventare motivo d’ansia o, come auspicabile in questi tempi difficili, essere vissuto con ottimismo e naturalezza. Sembra un paradosso, ma così come è migliorata la qualità della vita, sono aumentati anche i motivi per sentirci fragili e soffrire d’ansia. Ma come possiamo fare per essere veramente felici?”.

Secondo l’esperto il problema della ricerca della felicità è ricorrente e arriva da molto lontano. Il primo passo per ritrovare la pace dei sensi è trovare il tempo per l’ascolto e la riflessione: “E' dall'inizio della storia della sua esistenza che l'uomo cerca di capire come fare ad essere felice. Sembrerebbe però che non abbiamo ancora del tutto trovato il segreto, soprattutto oggi in cui il genere umano vive momenti di difficoltà estreme, tra terrorismo, povertà, problemi climatici e crisi economiche infinite. Non siamo più in grado di avere un rapporto sano con il tempo. Viviamo nell'epoca dell'urgenza, della incapacità a trovare il tempo per le cose importanti, viviamo nella fretta, ci perdiamo tutto vivendo nel domani trascurando l'adesso. Siamo in grado di scegliere di cambiare? Abbiamo tempo per la riflessione? La riflessione è una delle basi verso la felicità, passando attraverso la saggezza, la consapevolezza, la comprensione”.

Secondo Michele Cucchi è fondamentale coltivare anche la curiosità reale, non quella dettata dai social network, conditio sine qua non è difficile provare questo sentimento: “In un mondo social non troviamo motivazioni e modi per la condivisione, questo ci impedisce di capire l'altro, che alla fine è un diverso, vivendo esperienze sempre un po' distanti dalla nostra. Se non condividiamo non capiremo mai veramente l'altro, non ci avvicineremo mai veramente al suo mondo e lui al nostro. Come tornare a condividere? Come si può uscire dal mondo social ‘in contatto’ ed entrare nel mondo della reale empatia da vivere insieme? La chiave di volta è la curiosità che ci spinge ad ascoltare e a guardare l'altro come un mondo da esplorare pieno di ricchezza, non come una minaccia con cui tipicamente avvertiamo il diverso. In questo modo eviteremo di finire di essere soli ma social”.

Infine Cucchi punta il dito contro le aspettative insostenibili, uno dei maggiori mali della società moderna che allontana sempre più le persone della felicità: “Gli obbiettivi sempre più alti – conclude lo psichiatra – ci rendono avidi e dominati dalla nostra aspettativa su tutti gli aspetti della nostra vita. La nostra società, e Milano è un prototipo della società moderna e della globalizzazione, è una struttura assolutamente evoluta, manon sempre evoluzione è sinonimo di armonia, equilibrio, benessereAbbiamo creato mostruosi circoli viziosi che ormai sfuggono al nostro controllo: lavoriamo troppo per stare meglio ma finiamo per stare peggio, siamo stressati, vittime dell’ansia, non riusciamo quasi mai a essere felici. Ma cosa vogliamo veramente? Per cosa lottiamo? Siamo convinti di essere sulla buona strada verso la nostra felicità?”.
Fattitaliani

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