«Chiesa
in uscita, Vangelo e società», non è uno slogan, né il titolo di
una novità editoriale, ma il filo conduttore della ricca offerta di
incontri-dibattito che l’arcidiocesi agrigentina si appresta a
varare in vista del V Convegno Ecclesiale Nazionale «In Gesù Cristo
il nuovo umanesimo» - Firenze dal 9 al 13 novembre 2015 – alla
luce della recente Lettera Pastorale di mons. Francesco Montenegro
«Coraggio! Alzati ti chiama».
Gli
incontri, rivolti a tutti, riceveranno contributi da cinque diversi
versanti disciplinari: dall’area biblica a quella antropologica,
sia culturale che filosofica; dall’ambito del servizio politico al
sociale; dall’imprescindibile mondo della comunicazione
all’intelligenza ecclesiologico-fondamentale della fede. Si
terranno ad Agrigento, presso la sede della Fondazione MondoAltro,
braccio operativo della Caritas diocesana, all’Istituto Granata, in
via Barone, alle spalle della Chiesa di San Domenico e del Municipio
della Città dei Templi, sempre alle ore 18,00.
Il
primo dei cinque avrà luogo venerdì 30 gennaio e ha per tema: «Il
cieco di Gerico (Mc 10,46-52), l’uomo e la strada: lettura
esegetica e suggestioni ecumeniche». Lo tratteranno Marida Nicolaci,
docente di esegesi del Nuovo Testamento della Facoltà Teologica di
Sicilia “San Giovanni Evangelista” di Palermo e José Luis Voter,
pastore della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno.
L’incontro del 27 febbraio, metterà a tema: «L’uomo nella
stagione della post-modernità: vicolo cieco o opportunità?» e farà
tesoro dei contributi di Margherita La Rocca che è docente di
Antropologia Culturale all’Università Cattolica del Sacro Cuore e
di Anna Pia Viola, docente di Filosofia presso la Facoltà Teologica
di Sicilia. Il 20 marzo sarà la volta dell’area sociale e
politica. Il tema dell’incontro «Coscienza ecclesiale e impegno
politico: la politica come “forma alta della carità” (Paolo
VI)», beneficerà della saggezza di padre Felice Scalia, Teologo
dell’Ignatianum di Messina, e della profonda competenza di Maurilio
Assenza, direttore della Caritas della diocesi di Noto. A due
giornalisti toccherà animare l’incontro-dibattito del 24 aprile,
il cui titolo è davvero intrigante: «Dalla sacrestia alla chiesa,
dalla chiesa al sagrato, dal sagrato alla strada: chiesa in uscita»,
Nino Fasullo, direttore della rivista «segno» e anima delle
settimane alfonsiane di Palermo e Vincenzo Morgante, direttore
della Testata Giornalistica Regionale della Rai.
La chiusura del ciclo di incontri-dibattito è all’insegna
dell’approfondimento ecclesiologico fondamentale, il tema infatti
ne anticipa il taglio e lo spessore squisitamente teologico:
«Prospettive e credibilità di una comunità che ripensa la sua
identità: Chiesa, territorio e società». Affronteranno il percorso
ideato dagli organizzatori, Dario Vitali, Ordinario di Ecclesiologia
alla Pontificia Università Gregoriana e Vito Impellizzeri, docente
di Teologia Fondamentale alla Pontificia Facoltà Teologica di
Palermo.
Sebbene
gli ideatori non citino esplicitamente il concilio Ecumenico Vaticano
II (11 ottobre 1962 – 8 dicembre 1965), a 50 anni dalla sua
celebrazione, nel percorso da loro ideato ne recepiscono lo spirito e
lettera, mentre esplicito appare il riferimento al magistero di Papa
Francesco, il quale vede nella gioia del Vangelo la forza propulsiva
della missione.
Un
altro nome della Chiesa in uscita, ovvero della missione, è quello
di “chiesa di strada” che il nostro don Franco, in profonda
comunione affettiva ed effettiva con il Vescovo di Roma, così
tratteggia: «Chiesa che fa tesoro di quanto arriva dentro le sue
mura e subito si spinge oltre, si sbilancia, fuori-esce o esce fuori
per capire quello che accade e per portare a tutti quello che ha
visto e sperimentato… Chiesa, che sa attraversare la strada, anzi,
che la sa abitare, che sa cioè riconoscerla come suo luogo
privilegiato e preferito per fare esperienza del Risorto e per
dimostrarsi non solo esperta di umanità, ma - di più – immessa in
essa».
A
ben vedere, dubitiamo che quella appena illustrata sia una proposta
minimalista, ambisce infatti ad andare oltre la semplice e pur
doverosa formazione, per questo aspira ad essere complessivamente,
nel suo genere specifico, un atto ecclesiale performativo.
Alfonso
Cacciatore
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