Non è un caso se il reggae è patrimonio Unesco, nel bel
mezzo della lista dei Beni immateriali dell’umanità: è la musica più lenta e
felice del mondo.
La felicità è un affiorare interiore; è un risveglio delle
tue energie è un risveglio della tua anima , diceva Osho .
E la sera di lunedì
5 agosto nell’Arena Villa Peripato di Taranto, di energia positiva ce n’era tanta.
Mitchell
Brunings, amatissimo protagonista di talent come The Voice, dall’Olanda alla
Francia, con la “voce” di Bob Marley, si è esibito nello spettacolo “Il mito
del reggae”, accompagnato dall’Orchestra della Magna Grecia diretta da Roberto
Molinelli, e da una voce narrante, quella di Claudio Salvi, autore anche dei
testi da lui letti su Bob Marley.
Il ritmo in
levare, quel divertimento percussivo a volte veloce, altre lento o lentissimo, determina
uno degli aspetti che maggiormente colpisce e stupisce del reggae.
È la forza del
coinvolgimento emotivo, fisicamente tangibile, che suscita nello spettatore energia,
contrapposto all'estrema semplicità dei mezzi musicali impiegati.
Si parte dal
basso - come ci dice Salvi e l’orchestra ci ha fatto ascoltare eseguendo questa
successione praticamente - poi si inseriva la chitarra in levare, quindi si
aggiungeva anche l’organo in levare, poi la batteria componente essenziale, in rim
shot ovvero un colpo dato prendendo con la stessa bacchetta sia la pelle del
rullante sia il bordo in metallo del rullante stesso. Infine ovviamente la voce…...e che voce in questo
caso : quella di Mitchell Brunings.
Tutti sanno che
la voce di Bob Marley è unica, ma Mitchell Brunings, ormai noto, va stupendo gli ascoltatori con la sua voce molto simile.
E alla fine del
concerto, si è raggiunto il culmine. Nella serata “Bob Marley”, ultimo
spettacolo della rassegna “Magna Grecia Festival”, la rassegna a cura di ICO
Magna Grecia e del Comune di Taranto, c’è stato un crescendo di sensazioni
sublimi e irrefrenabili.
Tutti coinvolti,
voce, anima e corpo, tutti presi dal ritmo. Sul palcoscenico il sempre più trainante
Mitchell Brunings, il maestro Roberto Molinelli, Claudio Salvi, il direttore
artistico Piero Romano e l’assessore alla Cultura Fabiano Marti, che alla fine rompendo
tutti gli schemi, hanno aggiunto le loro voci a quelle delle coriste, i
musicisti tutti dell’Orchestra della Magna Grecia, e giù il pubblico in un
divertimento unico e prolungato, in piedi, a ballare saltellando, a invocare le
canzoni che vengono più volte rieseguite.
È uno spettacolo nello spettacolo. Battimani e
coro arrivano dalla platea, e Brunings rompe il rituale scendendo fra la gente in
un tripudio di eccitazione finale, non può farne a meno.
Il reggae
sinfonico, una grande orchestra, una voce incredibile, una direzione sapiente.
Sono alcuni degli elementi che hanno fatto dello spettacolo musicale “Il mito
del reggae”, uno dei momenti più affascinanti della Stagione dell’ICO, l’istituzione
concertistica orchestrale della Magna Grecia.
Mitchell
Brunings, aveva già conosciuto il calore del pubblico di Taranto, essendo stato già protagonista con successo, venerdì
12 aprile al teatro Orfeo, sempre con l’Orchestra della Magna Grecia diretta
dal maestro Roberto Molinelli e con Claudio Salvi e le coriste.
Ma sia lui, che
Molinelli, Salvi,il pubblico e tutti gli intervenuti sul palco e non, in Arena
Villa Peripato e c’è da pensare magari anche nelle aree esterne prospicienti,
si sono scatenati più della volta precedente, approfittando degli spazi aperti che
offre l’Arena Villa Peripato, pieni all’inverosimile.
L’altra sera, Bob
Marley è stato celebrato da tutti i presenti in modo magistrale, semplice e
immediato, ascoltando, cantando e ballando, alcune delle sue canzoni più belle,
quelle che hanno contribuito in maniera sostanziale a farne crescere il mito e
la leggenda.
Brani come No Woman No Cry, o Is this Love, o Get Up Stand Up, o Lively Up Yourself, e
altri. Sono tante le canzoni memorabili di Bob Marley che sono entrate a far
parte della cultura popolare, canzoni senza le quali la nostra vita sarebbe
stata peggiore, sarebbe ancora peggiore, fino ad arrivare alla nostra serata,
toccata dal fascino di questi brani e dall’atmosfera magica che si è creata.
Canzoni di
libertà, di pace, di ribellione, di amore. Canzoni di verità e di sogno, di spirito
e carne, di storia e leggenda, che ancora oggi risuonano senza sosta.
La musica ha il
potere di cambiare le coscienze di chi l’ascolta, di unire la spiritualità e la
fisicità, la politica e l'amore, la passione e la rabbia, la protesta e
l'immaginazione, il sogno e la realtà.
E a fine serata
si può ben dire che il sogno reggae di Bob Marley, che conquistò il mondo, il
suo spirito libero portatore di messaggi di pace e uguaglianza al ritmo di
roots e dub, si è sentito vibrare, ancora vivo!
Vito Piepoli