Giovanni Arichetta a Castrocaro 2019: aspiro sempre al massimo traguardo. L'intervista di Fattitaliani

Giuni Russo (nel 1967), Gigliola Cinquetti (1963), Alice (1971), Luca Barbarossa (1980), Zucchero (1981), Donatella Milani (1982) e Silvia Salemi (1995) sono alcuni dei nomi di giovani artisti poi diventati famosi che hanno trionfato al Festival di Castrocaro: i dieci finalisti di quest'anno proveranno a seguire le orme di chi ce l'ha fatta. La serata finale sarà trasmessa da Raidue martedì 4 settembre: fra i concorrenti Giovanni Arichetta, intervistato da Fattitaliani.

Dicci qualcosa di te per conoscerti meglio...
Studio chitarra da 15 anni e canto da 5 con professori privati. Ho fatto parte dei “woodboxes” un complesso di 7 chitarre che riarrangiava in chiave acustica brani famosi con svariati live in Torino e dintorni. Ho vinto diversi concorsi come cantautore tra i quali “Festival Estivo” a Piombino. 4 singoli presenti su tutte le piattaforme digitali e Youtube scritti anche in collaborazione con Marco Rettani autore di diversi brani tra i quali il “Il coraggio di andare” di Laura Pausini certificato disco di platino.
Che significato assume per un giovane artista arrivare alla finale di Castrocaro?
Sicuramente è un onore essere tra i 10 finalisti. È un risultato importante, sto studiando tanto proprio per occasioni come queste. Ammetto che soddisfazioni così ripagano i sacrifici fatti fino ad ora. Più che un traguardo spero sia un punto di partenza.
Personalmente quali tappe ritieni importanti per la tua formazione artistica? 
Sicuramente lo studio costante è una prerogativa essenziale per la crescita professionale. E quindi l’inizio dello studio della chitarra e delle lezioni di canto sono state due tappe fondamentali nella mia crescita artistica. Una svolta arriva quando salire su un palco diventa una necessità per misurare se stessi continuamente. E quindi partecipazioni a concorsi festival o live risultano essere altre tappe decisive.
Con quali brani ti sei presentato per le selezioni? a tuo avviso, pensandoci dopo, quali elementi ti hanno permesso di accedere alla finale?
Ho portato due cover e un inedito. La cover italiana è Piccola anima di Ermal Meta mentre quella inglese When I was your man di Bruno Mars. L’inedito si chiama Resta. La commissione è rimasta particolarmente colpita dal mio modo di suonare la chitarra e dai testi dei miei inediti, correlati al mio vissuto.
Proverai altre strade "televisive" per emergere ancora di più? Mi riferisco ai talent... e non solo.
Ci proverò. Per un artista è fondamentale confrontarsi con nuove e differenti realtà. I programmi “televisivi” sono strumento utile per misurarsi, migliorarsi e magari ricevere anche un po’ di visibilità.
A quali musicisti e cantanti fai riferimento?
A livello internazionale uno dei miei preferiti è certamente Ed sheeran anche se ho cominciato a scrivere ascoltando i Mumford and Sons. In Italia i miei preferiti sono Cesare Cremonini, Jovanotti, Negramaro, Antonello Venditti. In realtà ascolto tutti i generi, dal cantautorato puro passando dalla musica Indie fino all’attuale Trap.
Tanti giovani artisti sono emersi di recente: che ne pensi?
Io penso anche meritatamente perché ritengo siano molto preparati sia dal punto di vista musicale che professionale. Credo che questo sia un tempo favorevole per noi giovani e in questo contesto spero di potermi inserire anch’io con la mia musica.
I finalisti di Castrocaro 2019
Con gli altri finalisti di Castrocaro avete occasione di conoscervi al di là dei meccanismi e dei momenti di gara?
Con gli altri concorrenti di Castrocaro c’è una grande stima e sono già nate delle sincere amicizie. Si è creata una bella sinergia, consapevoli del grande impegno che ci aspetta. Sono certo che questi bei rapporti si protrarranno anche dopo la gara.
Quali progetti, che idee ti aspettano dopo la manifestazione?
Ho scritto tanto in questi anni e sto continuando a scrivere, mettendo su carta le mie emozioni. Il progetto è di crescere come cantautore, produrre più brani possibili e fare dei live, sia singolo in acustico con la loop station che accompagnato da band.
Sai già con chi duetterai alla finale?
La produzione non ha svelato tutti i particolari dunque non sappiamo ancora come si svolgerà nei dettagli la serata.
Sei un tipo battagliero? Quando affronti una gara o una selezione dici a te stesso «ce la devo fare» oppure «l'importante è partecipare»?
Sì, sono molto battagliero e aspiro sempre al massimo traguardo. Ogni audizione è una sfida con sè stessi, si impara a controllare le proprie emozioni e nel contempo ad accettare qualsiasi tipo di critica, che resta comunque utile per una crescita. Ogni selezione o gara è sempre un “mettercela tutta” e dare il meglio di sè. Ma l’arma vincente sta nel liberare le proprie emozioni e cantare con il cuore. Giovanni Zambito.

L'intervista a RiadDebora ManentiMike Baker e Alfredo Bruno.
Fattitaliani

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