Victory Storm, scrittrice romantica e coraggiosa “in continua evoluzione, alla ricerca del suo posto nel mondo”. L'intervista di Fattitaliani


di Laura Gorini - È appena uscito su Amazon e nei migliori store online Il Mio Uragano Sei Tu, il nuovo appassionante romanzo young adult di Victory Storm che, dopo aver collaborato con diverse case editrici, ha deciso ora di affidarsi al self-publishing. Una scelta certamente coraggiosa che la scrittrice ci ha spiegato durante questa appassionante e dettagliata chiacchierata a cuore aperto.

Victory Storm, presentati ai nostri lettori con pregi, vizi e virtù.
Buongiorno a tutti, mi chiamo Victory Storm, sono un’autrice italiana di romanzi rosa e paranormal, ma nella vita ho cambiato sovente attività passando dall’insegnamento, all’interior design fino all’editoria.
I miei pregi sono anche i miei difetti. Sono un’idealista, mi piace dare il giusto valore e cura alle cose, impegnarmi al massimo e sono molto attaccata ai miei principi basati sul rispetto e sul seguire la propria vocazione. Questo lato di me, però, mi rende a volte testarda e rigida agli occhi delle persone.
Inoltre sono ancora una di quelle persone che preferisce la cooperazione alla competizione, ma in una società in cui tutto diventa una gara in cui bisogna primeggiare a ogni costo, è difficile trovare spazio.
E in un attimo l’idealismo può trasformarsi in crudo cinismo.
Questa sono io: una creatura in continua evoluzione alla ricerca del suo posto nel mondo. 
Hai scelto di firmare i tuoi romanzi con un nome d'arte, come mai questa scelta?
Il mio nome d’arte è nato dal desiderio di reinventarmi e darmi una nuova possibilità con la scrittura dopo il fallimento dei miei primi tre libri pubblicati anni fa con il mio vero nome. Ho scelto questo pseudonimo perché cercavo qualcosa che si discostasse dal mio vero nome, dalla mia nazionalità, preferendo un genere che incontrasse di più i miei gusti e la mia voglia di evadere dai confini reali e da quelli della fantasia.
A proposito di scelta... Ne hai appena fatta una particolarmente molto coraggiosa: hai infatti chiuso i contatti con una nota casa editrice per dedicarti al self-publishing, questo è solitamente un percorso che si fa all'inverso, per quale motivo hai preso questa decisione?
Finora ho avuto esperienze con quattro case editrici diverse e in tutti i casi non mi hanno dato ciò che speravo di avere. Come ho risposto? Dopo le tre prime amare esperienze, nel 2012 ho aperto una casa editrice digitale tutta mia, la Elister Edizioni, cercando di dare agli autori esordienti ciò che non avevo avuto io: valutazione testi (anche in caso di rifiuto), pubblicazione senza contributo, editing e realizzazione della copertina insieme all’autore, resoconto annuale delle vendite, promozioni personalizzate, ascolto attivo e disponibilità verso coloro che si erano affidati a me. Purtroppo l’anno scorso ho dovuto chiuderla per motivi di salute, ma per sei anni ho svolto un lavoro che mi ha portato grandi soddisfazioni e credo di aver lasciato un bel ricordo, dato che ancora oggi vengo contattata da vari scrittori per avere consigli e consulenze.
Nel frattempo, però, ero stata contattata da un’altra grande casa editrice ma anche lì non ho trovato quello che speravo. È stata un’esperienza che mi ha dato tanto ma nello stesso tempo mi ha messo di fronte a una realtà dura e difficile da sostenere per un’idealista come me. Per questo ho scelto di diventare un’autrice autopubblicata, in cui mi assumo ogni responsabilità e curo la mia opera dandole ciò che reputo migliore o più attinente ad essa, senza stravolgerla o darle un’immagine fuorviante.
Quali sono state le maggiori difficoltà che hai riscontrato quando l'hai presa?
La difficoltà più grossa è arrivata nel notare come nel campo dell’autopubblicazione non ci sia una distinzione tra opere di qualità e non. È una sorta di guerra a chi arriva prima nella Top 100 di Amazon o guadagna di più.
Una volta, la cultura (uso questa parola perché per me i libri hanno questo significato anche se oggi sembra andato perso) aveva un valore, un prezzo che si era disposti a pagare senza batter ciglio. Oggi non è più così. Non conta ciò che si scrive e come viene scritto, ma quanto l’autore sia attivo sui social o quanto trasgressivo sia il contenuto della storia.
In realtà, è una guerra al ribasso dove sopravvive chi pubblica più libri e più in fretta, chi si svende di più tanto da essere anche disposto a “regalarsi”, chi riesce a barare più facilmente…
Questo non è di certo il mondo editoriale che conoscevo e questa trasformazione mi lascia molto confusa e spaesata, ma anche amareggiata perché ormai nulla ha più valore e ciò che ne ha si mescola al resto, perdendosi in un mare in cui vince il più furbo, non il più bravo. È frustrante per chi impiega tempo e denaro per ottenere un’opera di qualità!
Chi ti ha maggiormente supportato in questa nuova avventura?
Mio marito, lui ha più fiducia in me di quanta non ne abbia io. 
Hai inoltre scelto di non partecipare al servizio Amazon Limited, hai ricevuto critiche in tal senso?
Molte critiche e tutte dello stesso tipo. Secondo molti, sto sbagliando, non venderò mai abbastanza, non guadagnerò mai se non pochi spiccioli e non diventerò mai una scrittrice da Top 100, come si suol dire.
È probabile che abbiano ragione, ma non voglio cominciare questa nuova avventura piegandomi a un singolo store che non dà il giusto valore alle cose e togliendomi la possibilità di raggiungere i lettori che comprano su altri negozi online, come Kobo, iTunes, Google Play e altri. L’unica eccezione l’ho fatta con i miei romanzi tradotti in inglese, perché non ho lettori all’estero. Tuttavia, forse un giorno, proverò anch’io a entrare nel programma Kindle Unlimited, ma quando lo farò la vedrò più come una sconfitta che come un successo, anche se guadagnerò di più, perché alla fine questo significherà che le mie opere non valgono abbastanza nemmeno per essere acquistate a 0,99 €, nonostante tutti i miei sforzi per dare un prodotto di qualità. Qui ci ricolleghiamo al discorso precedente sulla cultura. 
In generale che rapporto hai con Amazon e con gli store online?
Ho un buon rapporto con tutti gli store, soprattutto con Kobo, iTunes e Google Play.
L’unica eccezione è Amazon, con cui sono entrata in guerra nel momento in cui ha iniziato a decidere per l’autore e a spingere con politiche, a mio parere discutibili, per avere il monopolio della vendita degli ebooks.
Inoltre, da ex editore, vi lascio immaginare come abbia preso la notizia che Amazon ora è anche casa editrice e che con il self publishing, Kindle Unlimited e Prime ha danneggiato l’editoria tradizionale, mettendo sullo stesso piano libri di qualità e testi spazzatura, aumentando a dismisura la quantità di opere in commercio (oggi si parla di più di 60mila ebooks nuovi ogni anno) in un paese dove i lettori sono sempre più rari.
Quali sono i commenti più significativi che hai letto riguardo a “Il mio uragano sei tu”, il tuo nuovo romanzo auto pubblicato?
Con mia somma felicità, ho ricevuto commenti stupendi. Hanno tutti molto apprezzato lo stile fresco e scorrevole, la delicatezza con cui ho trattato temi forti come la violenza e l’omosessualità, l’approfondimento dell’aspetto psicologico dei protagonisti che ho curato in particolar modo… Sono molto contenta. 
A proposito, quale è stata la genesi di esso? In che situazione è nato?
È un romanzo nato molti anni fa. Sono sempre stata attratta dal mondo studentesco, young e new adult, dal momento in cui si passa da essere un ragazzo a un adulto e ci si ritrova a portarsi dietro un bagaglio magari difficile, un passato che continua a influenzare il presente e il futuro… Inoltre ho lavorato per sette anni con ragazzi complicati, che vivevano grandi disagi e situazioni famigliari problematiche. Da questo sono partita per scrivere “Il mio uragano sei tu”.
A quale target di lettori credi di rivolgerti?
Il genere young adult è più rivolto agli adolescenti (14-19 anni) ma anche molti “adulti”, come me, adorano ancora leggere queste storie. Sicuramente il mio target di riferimento è principalmente femminile.
Quale è il segreto, se esiste, per conquistare un lettore sin dalle prime pagine?
Una volta c’erano molti modi di iniziare una storia, ma oggi si fa presto a scartare un libro, quindi secondo me il segreto sta nello spiazzare subito il lettore con un colpo di scena o con un flashback relativo al cambiamento che rivoluzionerà la vita del protagonista più avanti.
E tu quando capisci che un romanzo fa per te in quanto lettrice a tua volta?
Per me è importante che un romanzo mi colpisca con la sua comicità, un colpo di scena oppure con un modo speciale di percepire la realtà da parte del protagonista. Inoltre la scrittura deve essere fluida, scorrevole, non macchinosa e non ci devono essere scene troppo surreali (a meno che non sia un genere fantasy) o prive di logica. Apprezzo anche molto le letture con all’interno un messaggio positivo nascosto tra le righe, rivolto al lettore e che in qualche modo crea quel rapporto intimo e amichevole che nasce tra una persona e un libro.
Fattitaliani

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