ROMA, ALLA FARNESINA LA COLLEZIONE D’ARTE COMPIE 20 ANNI

di Riccardo Bramante - Proprio in questi giorni compie 20 anni la Collezione d’arte contemporanea italiana ospitata alla Farnesina, sede, come è noto, del Ministero degli Esteri italiano.
Ideata nel 2000 da un lungimirante Ambasciatore, Umberto Vattani, allora Segretario Generale del Ministero, la Collezione aveva lo scopo di raccogliere il meglio della ricerca artistica italiana contemporanea per farne anche un mezzo di intervento strategico di diffusione della politica culturale.
Per sopperire alla cronica mancanza di fondi adeguati, è stata adottata per le acquisizioni la formula del comodato d’uso gratuito (modalità felicemente seguita anche per la mostra in corso attualmente al Quirinale) che ha consentito il costante sviluppo della Collezione ed un continuo avvicendamento delle opere che, dalla prima scultura concessa in prestito da Pietro Consagra, con le ultime, recenti acquisizioni, hanno raggiunto il ragguardevole numero di circa 500.

I primi ad ammirare queste novità saranno in questi giorni oltre 100 Ambasciatori italiani che si riuniscono al Ministero, insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per la loro 13° Conferenza generale.

L’originalità della Collezione consiste anche nel fatto che realizza la impostazione di base secondo cui le opere non devono essere meramente decorative ma costituire parte integrante dell’ambiente, per cui, partendo dalle iniziali collocazioni in luoghi aperti (la “Grande Sfera” di Arnaldo Pomodoro avanti al Palazzo ne è un esempio), aumentando il loro numero furono collocate anche nel Salone d’Onore e nelle sale di rappresentanza e di riunione.

Per tornare alle opere, sui diversi piani del Palazzo si possono ammirare le varie espressioni del movimento futurista, da Giacomo Balla a Umberto Boccioni a Fortunato Depero, la Metafisica con Giorgio De Chirico, il ritorno al figurativo nella duplice interpretazione novecentista di Carrà, Sironi e Soffici all’antinovecentista di Cagli, Campigli, Pirandello e Scipione fino agli svolgimenti della  seconda metà del XX secolo sia nella versione “poverista” di Kounellis, Merz e Paolini, sia pop di Angeli, Rotella e Schifano che alla nuova figurazione di Vespignani e alla Transavanguardia di Chia, Cucchi e Paladino.

Né è da dimenticare l’opera di “recupero” che talvolta la Farnesina realizza attraverso il salvataggio di piccoli capolavori come i due mosaici di Massimo Campigli provenienti dall’ex cinema Embassy chiuso da molto tempo.

Ma tanti altri sono gli artisti che si sono avvicendati durante gli anni nella Collezione, da Cambellotti a Guttuso, ad Accardi e a Burri, tanto per citarne alcuni e ancora molti altri ne arriveranno in seguito all’avvio di una nuova collaborazione con il MAXXI di Roma e con l’adesione al progetto “Aperti per voi” del Touring Club Italiano grazie al quale da quest’anno il Palazzo della Farnesina apre al pubblico la sua Collezione attraverso periodiche visite guidate.
Fattitaliani

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