Il Quirinale si apre all’arte contemporanea

di Riccardo Bramante - Fortemente voluta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è aperta al Quirinale una mostra di arte contemporanea che, allestita dalla curatrice Renata Cristina Mazzantini, raccoglie 36 opere e 32 oggetti di design realizzati a partire dal dopoguerra.

È il progetto “Quirinale Contemporaneo” portato avanti a costo zero grazie al contributo di artisti, fondazioni ed aziende che hanno donato le opere in loro possesso o le hanno concesse gratuitamente in comodato d’uso triennale; e non è escluso che la collezione sia destinata ad ampliarsi nei prossimi anni visto il successo ottenuto dall’iniziativa.

Ancor più, dunque, il Quirinale diviene “la casa degli italiani” e “luogo dove vive la storia dell’Italia che non può fermarsi al passato”, come ha sottolineato il Presidente Mattarella alla inaugurazione.

Così, già nel Cortile d’Onore si possono ammirare i bronzi di Arnaldo Pomodoro con il suo celebre “Disco” in forma di “Rosa del deserto”, la coppia di bronzi informali di Pietro Consagra “Colloquio mitico” e “Miraggio mediterraneo” insieme alle sculture di Francesco Messina ed il leone di bronzo di Davide Rivalta.

Salendo al piano nobile si incontrano in sequenza, accanto a grandi opere da tempo collocate al Quirinale come arazzi, tappeti, vasi cinesi, specchi e cristalli, famosi lavori contemporanei come gli “Archeologi” in bronzo patinato di Giorgio De Chirico, il “Bacco e Arianna” di Carla Accardi e il “Ricordo di bambina” di Giosetta Fioroni insieme ai cavalli di Marino Marini e al “Grande Cardinale seduto” di Giacomo Manzù collocato nell’immensa Cappella Paolina, mentre il “Nero e Oro” di Burri gioca con gli scintillanti decori napoleonici della Sala di Augusto.

E poi ancora il design made in Italy con il meraviglioso trumeau “Architettura” di Piero Fornasetti e Giò Ponti nella Sala della Vittoria, la poltrona “Proust” di Alessandro Mendini e il tavolino “Eros” di Angelo Mangiarotti, solo per citare alcune delle numerose opere presentate.
Con ciò –ha tenuto a precisare la curatrice Mazzantini- non si è voluto trasformare il Quirinale in un “museo-mausoleo” ma rendere, invece, il Palazzo “un medium capace di comunicare realmente l’identità del Paese di oggi” attraverso la presentazione delle firme d’arte più completa degli ultimi 50 anni, cogliendone lo sviluppo sociale tradotto in forme artistiche.

Fattitaliani

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