Hui He a Fattitaliani: la mia voce cambia colore a seconda dell’opera che interpreto. L'intervista

"Mi chiamano Mimì, ma il mio nome è Lucia": la storia della povera ragazza dalla "gelida manina" continua a incantare le platee di tutto il mondo. Resa immortale dal genio di Giacomo Puccini, "La Bohème" è una di quelle opere che tutti gli artisti sognano di interpretare. È il caso di Hui He, la soprano che debutterà nel ruolo di Mimì il prossimo 20 luglio al Festival Puccini di Torre del Lago: Fattitaliani l'ha intervistata.

Che cosa rappresenta per Lei il debutto in un nuovo ruolo? Come lo affronta? 
Un nuovo ruolo è come un meraviglioso viaggio in un mondo nuovo. È sempre una gioia scoprire un nuovo personaggio, nuova musica e nuove sfumature che ti portano ad arricchire anche i ruoli affrontati già affrontati. Quando mi avvicino ad un ruolo nuovo studio prima di tutto da sola, cercando di capire ogni parola. Dopo di che lavoro con due fantastici maestri che mi seguono sempre: Cristina Orsolato e Alessandro Vitellio. La nostra vita di artisti è fatta di continuo studio e approfondimento, anche per ruoli cantati moltissime volte. 
Foto di Stefano Galuzzi
Mimì porta con sé tradizione, memoria, illustri precedenti: come si sta preparando all'allestimento di Torre del Lago?
Mimí è un ruolo assolutamente speciale per me, poiché La Bohème è la prima opera che ho ascoltato in vita mia. Ricordo ancora che era una registrazione con Mirella Freni. Allora non sapevo l’italiano e non capivo una sola parola, ma mi sono cominciate a scendere le lacrime per le straordinaria emozione di questa musica. Come ogni ruolo pucciniano Mimí ha delle caratteristiche speciali, è una creatura unica. È un sogno poter interpretare questo personaggio sul palcoscenico finalmente, dopo le tante Tosca, Butterfly, Liù, Manon Lescaut e recentemente Turandot. Spero che il pubblico apprezzi la mia Mimí. 
Foto di Rocco Casaluci
Come trovare un equilibrio fra il rispetto del personaggio e il giusto desiderio di apportare qualcosa di sé, un'impronta personale? 
Sento che la mia voce cambia il suo colore a seconda dell’opera che sta interpretando: è un miracolo! Quindi tutti i miei personaggi sono diversi tra loro. Seguo la musica e la mia voce accoglie dentro di sé tutti i colori. La cosa importante è rispettare il volere dell’autore, le sue indicazioni e dare anima ad ogni nota. Ovviamente poi il lavoro sullo spartito si arricchisce con il proprio bagaglio personale di vita sul palcoscenico, dato dall’interpretazione di molti ruoli diversi, dall’incontro con grande direttori e registi che diventano fonti d’ispirazione. 
Dall'anno del suo esordio ad oggi come sta vedendo cambiare l'opera? 
Il mio debutto è avvenuto nel 1998 con Aida a Shanghai. Sono 21 anni di carriera nei tanti grandi teatri nel mondo, con grande studio, sacrificio, fatica ma anche la soddisfazione e la felicità di vent’anni di vita vissuti accanto e dentro l’opera lirica. Per me è una grande gioia poter essere un’artista sul palcoscenico, la musica mi ha accompagnato sempre. Sono orgogliosa di quello che ho fatto, perché ci vuole tanto coraggio, forza e intelligenza. Per essere un’artista bisogna sempre studiare e sviluppare le proprie capacità. Ho lavorato con tanti direttori d’orchestra importanti e sono stati fondamentali per la mia carriera: Lorin Maazel, Zubin Mehta, Daniel Oren e tanti altri. Voglio ricordare anche tra i registi che mi hanno regalato di più il Maestro Hugo de Ana e in modo speciale il Maestro Franco Zeffirelli che ci ha recentemente lasciati. Non so quali siano i reali cambiamenti del mondo dell’opera durante questi anni, però come dico spesso nelle interviste il mondo della musica è come il mare dove bisogna essere sempre pronti a nuove sfide e scoperte. 
Guardando indietro, rifarebbe tutto o modificherebbe qualche momento del suo percorso? 
Se mi fosse data la possibilità di tornare indietro, farei sicuramente la stessa cosa. Amo la musica, amo cantare, ho fatto la scelta di essere un’artista e sono contenta di questo. Non ci sono cose che vorrei fare diversamente perché tutto quello che ho fatto mi ha migliorato come cantante e come artista e ogni esperienza ha avuto grande importanza nel mio percorso artistico.  
Cantare in un italiano non proprio d'uso quotidiano Le è facile, naturale...? 
Spesso mi faccio aiutare da un caro amico per capire ogni parola di un ruolo nella fase della preparazione e dello studio. Le parole tuttavia si uniscono alla musica ed essa è un linguaggio universale, le cui emozioni colpiscono tutti i popoli della terra. Ripenso sempre alla Bohème che ho ascoltato da ragazza... la musica aveva superato le barriera della lingua ed era dentro di me facendomi piangere. 
Il fatto di lavorare nell'opera Le ha dato la possibilità di guardare le cose, le persone, i luoghi in una maniera differente? 
Sicuramente cantare l’opera ha aperto la mia mente anche ad un mondo culturale completamente diverso dal mio, quello occidentale. Vivo da vent’anni in Italia e mi sento a casa in questo paese, pur essendo orgogliosa di essere cinese. Per fare l’opera ci vuole una sensibilità speciale, un dono nel saper trasmettere le emozioni agli altri. Sicuramente la mia arte mi ha dato la possibilità di guardare le cose e in generale tutto ciò che mi circonda in maniera più profonda, ma allo stesso tempo i luoghi e le persone hanno arricchito di vita vera le mie interpretazioni. 
Ci può anticipare qualcosa della prossima stagione? Dove potremmo riascoltarLa? 
Subito dopo Torre del Lago tornerò nella mia amata Arena di Verona per Tosca (23 e 29 agosto) e Aida (31 agosto). Con queste tre recite speciali festeggerò i miei quindici anni consecutivi di partecipazione a questo meraviglioso festival in questo magico teatro. Agli inizi di settembre riprenderò Turandot, stavolta alla Dubai Opera, mentre in autunno ritornerò al Metropolitan di New York per ben 11 recite di Madama Butterfly accanto a Placido Domingo. Sono felice perché sarà la mia quinta volta in questo straordinario teatro e la recita del 9 novembre sarà trasmessa nei cinema di tutto il mondo. Tra gli altri appuntamenti mi piace ricordare il debutto previsto a giugno 2020 al Teatro San Carlo di Napoli con AidaGiovanni Zambito.

Fattitaliani

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