Libri, La storia di sei donne di carattere ne “Le disobbedienti” di Elisabetta Rasy

di Riccardo Bramante - Decisamente appassionante quest’ultimo lavoro di Elisabetta Rasy che ancora una volta si impegna nella ricerca di personaggi e storie in cui le donne sono le protagoniste incontrastate.

Dopo le scrittrici Grazia Deledda, Matilde Serao e Ada Negri, raccontate nel suo precedente libro “Tre passioni”, questa volta la Rasy ci presenta i ritratti di sei pittrici che “hanno cambiato l’arte” sfidando i pregiudizi delle loro epoche: si tratta di Artemisia Gentileschi, Frida Kahlo, Elisabeth Vigèe Le Brun, Berthe Morisot, Suzanne Valadon e Charlotte Salomon.

Cosa hanno in comune queste sei donne tanto diverse tra loro per epoca, situazioni familiari, istruzione e censo? Ciò che le accomuna è, prima di tutto, il talento e poi la ribellione alle regole imposte dalle società del loro tempo che le hanno portate a lacerare diaframmi culturali ed intellettuali consolidati, anche a costo di pagarne pesanti conseguenze.

Ciascuna di loro possiede un’arma segreta per raggiungere il successo: è il coraggio per la romana Artemisia Gentileschi pronta a denunciare il suo stupratore ed affrontare la vergogna del successivo processo per poi trovare la propria rivincita divenendo artista famosa; è la tenacia a permettere alla parigina Elisabeth Vigèe Le Brun a divenire ritrattista ufficiale della Regina di Francia Maria Antonietta a costo del sacrificio della sua vita privata; è l’irrequietezza che induce Berthe Morisot a ribellarsi all’etica borghese della sua cittadina di nascita e a trasferirsi a Parigi divenendo prima la modella di Edouard Manet e poi pittrice affermata essa stessa; è la ribellione alla miseria, allo sfruttamento e all’umiliazione a portare Suzanne Valadon da prostituta a modella a pittrice della “donna come è davvero, come la vede un’altra donna, senza la bramosia o l’idealizzazione dello sguardo maschile”; è, invece, la resistenza morale all’orrore nazista che permette alla giovane ebrea berlinese Charlotte Salomon di celebrare la forza salvifica dell’arte con le sue numerosissime “gouaches” per trasmettere ai posteri i suoi ricordi prima di morire nel campo di sterminio di Auschwitz; è, infine, la passione per la vita in tutte le sue espressioni che fanno della messicana Frida Kahlo lo specchio colorato ma nello stesso tempo inquietante “di quel continente sommerso che ogni donna racchiude in se”.

E’ così che donne vissute in epoche e in situazioni tanto diverse si trovano ad essere protagoniste di una stessa battaglia, riuscendo a trasformare l’immagine della donna da oggetti di desiderio a soggetti desiderati, padroni dei loro destini e ferme nella determinazione di seguire la loro vocazione artistica.

Il tutto è narrato dalla Rasy senza alcuna retorica, ma con un trasporto sincero e partecipato che si esprime attraverso una scrittura tersa ed avvincente, essenziale per farci vedere una realtà femminile che molto spesso sfugge alla mano e all’occhio maschile, lasciando il lettore con il desiderio di conoscere ancora meglio le sue eroine direttamente attraverso le loro opere.
Fattitaliani

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