K’IN:232, il valore della libertà nel 1° album "Quetzal". L'intervista

Partiamo da K’IN:232… Nome bizzarro, strano, che non passa inosservato. Nome che nasce da una ricerca introspettiva condivisa dai tre fondatori iniziali (Massimo Parducci, Luca Bresciani e Sara Milazzo).
Si tratta, in estrema sintesi, di presupposti concettuali e filosofici riconducibili ad antiche culture del centro America: quelle dei Maya e quella dei Toltechi. Il titolo dell’album, Quetzal, nasce con precisi riferimenti all'omonimo uccello che vive nelle alture dell’America centrale. Molte popolazioni del centro America, attribuiscono a questo uccello il nome di “uccello simbolo della Libertà”.
Il quetzal preferisce infatti lasciarsi morire di fame piuttosto che trovarsi in condizione di prigioniero. Le canzoni dell'album richiamano spesso il valore della libertà, valore che non viene più amato dai molti “pavidi e languidi” del mondo moderno. Nonostante questi continui rimandi alla cultura sudamericana la band suon aun genere musicale che è riconducibile tendenzialmente alla tradizione italiana del Pop Rock e del Rock anni 80.
Parlateci del nuovo album....
Quetzal è un album nato velocemente, all'interno di una alchimia creativa semplice e positiva generatasi nel gruppo durante i primi incontri in sala prove (luglio del 2018).
Di solito in sala prove un musicista, e/o chi canta, si concentra prima sul fare i suoni e subito dopo è incalzato dalla voglia di suonare e/o cantare: ..il più possibile.
Nel nostro caso è prevalsa una naturale voglia di conoscerci. Non si è dato naturalmente corso ad una sessione di “psiscoanalisi collettiva”, ma semplicemente abbiamo preferito dialogare su ciò che desideriamo nella vita rispetto al “suonare subito per default”.
Ci siamo soffermati spesso a parlare delle antiche culture del centro America, nello specifico di quelle riconducibili ai Toltechi ed ai Maya.
Da qui il nome della band: “K'in”232. K'in significa giorno nella cultura dei Maya, e il numero 232 è il giorno dell'Umano Giallo Spettrale (se vi va approfondite leggendo l'antico calendario dei Maya, lo Tzolchin).
Anche il titolo dell'album , "Quetzal", nasce con precisi riferimenti alle culture del centro America, prende infatti il nome dall'omonimo uccello che vive nelle alture di quel territorio.
Il Quetzal viene considerato storicamente da molti popoli del centro America, l'uccello simbolo della Libertà: questo per noi significa molto!
Abbiamo inoltre parlato spesso dello scrittore, antropologo e filosofo Carlos Castaneda e delle sue opere letterarie. La canzone Quetzal è dedicata ai suoi studi sullo sciamanesimo dei Tolthechi.
Dal punto di vista della musica, evidenziamo che i brani nascono tutti da precise proposte musicali di Massimo Parducci, che sono state da noi tutti poi arrangiate.
Di fatto abbiamo suonato insieme a partire dalla fine del di mese di settembre e abbiamo di getto registrato il disco, finito a fine febbraio di quest'anno.
Insomma abbiamo creato un'ambente di emozioni e di energie che ora ci appartiene e ci unisce inesorabilmente. Questo “ambiente”, per noi “semplice e puro” lo si ritrova senz'altro  com'è nell''album “Quetzal”.
L'album parla principalmente di un desiderio, a nostro avviso, universale: un regalo che ciascuno di noi deve a se stesso nel momento in cui lo ha perduto dopo la sua nascita: “ritrovare nel tempo la sua libertà”.
Quetzal è un album che tratta dei nostri tempi, tempi in cui il valore della Libertà si stà pericolosamente perdendo: sia di fatto, sia in termini di ricerca individuale e collettiva .
Il nostro pensiero di fondo è questo:
“ se non si è liberi non si è felici!!! Se non si è felici ci si ammala!!! ci si ammala dentro e fuori di noi! nella nostra testa e nell'ambiente che ci circonda. L'inquinamento ambientale, di cui finalmente si tratta molto in questo momento storico, è il risultato matematico di quello che siamo noi tutti nella nostra testa; è il risultato spontaneo di ciò che pensiamo e che poi manifestiamo attraverso i nostri gesti”.
Quali sono i vostri principali riferimenti artistici?
Non abbiamo mai parlato all'interno del Gruppo di uno spcifico riferimento artistico di nostro particolare interesse, tuttavia siamo tutti legati alla tradizione del Pop Rock e del Rock italiano e ascotiamo inoltre molto volentieri la musica progressive italiana. Per fare qualche nome a noi piacciono: BANCO del mutuo soccorso, PFM, Timoria, Litfiba, Ministri.
Qual è l'esperienza lavorativa che vi ha più segnato finora?
Siamo tutti musicisti che suonano da molto tempo, in taluni casi si tratta di tantissimi anni di “gavetta musicale”.
Tutti noi abbiamo avuto molte esperienze nella musica, ma stiamo parlando sempre nell'ambito di cover band.
Con l'uscita di Quetzal finalmente facciamo un salto notevole: ora suoniamo ciò che ci appartiene; “ci giochiamo tutto quello che abbiamo e/o che non abbiamo” , per affermarci ora. Questa è senza dubbio, per noi tutti, la nostra esperienza più significativa in ambito lavorativo.
Progetti futuri e tour?
Tutti i componenti del Gruppo sopravvivono, a livello economico, svolgendo attività lavorative de tutto diverse rispetto al comparto della musica.
Ovviamente con l'uscita del nostro primo album ci stiamo ora concentrando molto nelle prove: volgiamo suonare il più possibile, e quanto prima dal vivo: speriamo di iniziare finalmente una una carriera lavorativa in ambito musicale.
Non abbiamo ancora un programma definito di date live da comunicare ma ci stanno arrivando diverse richeste alle quali risponderemo quanto prima, ovvero non appena saremo del tutto pronti (stimiamo entro la metà di giugno).
Nei progetti futuri c'è inoltre la voglia di lavorare ad un secondo album: i pezzi e le idee di base ci sono. Prima però di affrontare l'incisione del nostro secondo album, vogliamo goderci al massimo Quetzal, suonandolo il più possibile in giro per l'Italia.
In cantiere c'è poi un inedito (un singolo) che è già pronto e che pensiamo di pubblicare come singolo nell'autunno del c.a.
Fattitaliani

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