Bruxelles, "Robert le Diable": la lotta fra bene e male in una trascinante e coinvolgente opera-concerto. La recensione

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Il bene e il male, protagonisti quotidiani delle nostre vite, costituiscono una fonte di ispirazione perenne per opere e spettacoli che vogliono delle esistenze umane essere specchio e riflesso.
Nelle quattro ore di musica di Robert le Diable, la prima opera francese di Giacomo Meyerbeer, che si ispira alla leggenda medievale del duca normanno Robert, tale dualismo trova tutta la sua forza, declinata attraverso la potenza e la corposità di una musica, che ha incantato il pubblico del Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, grazie alla direzione di Evelino Pidò, al coro diretto da Martino Faggiani, agli artisti (cast).
Grazie alla Monnaie, il pubblico ha potuto riscoprire un'opera caduta nell'oblio, sepolta da sfortunati pregiudizi estetici, a cui si è aggiunto nel tempo il timore di affrontare pericolose difficoltà vocali.
Ebbene, qui, i cinque atti che compongono "Robert le Diable" hanno attraversato barriere e pregiudizi: l'esecuzione ha trascinato in un vertice di emozioni che la versione concerto ha forse paradossalmente valorizzato, perché ha permesso di concentrarsi sulla bravura di cantanti e musicisti, esaltandone e risaltandone la portata. Giovanni Chiaramonte.

Fattitaliani

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