Bruxelles, in omaggio a Laura Pignataro e al suo senso del dovere

Bruxelles è una città colpita da un alto tasso di suicidi con 140-200 vittime all'anno. Il 17 dicembre 2018 l'italiana Laura Pignataro si getta dall'ultimo piano di un edificio morendo sul colpo; la polizia belga non ha dubbi: trattasi di suicidio.

Stiamo parlando di una donna brillante, 50enne, con un'adorata figlia adolescente, al top della propria carriera. Il quotidiano "Libération" s'interroga sulle cause che abbiano potuto portare questa brillante giurista italiana, figlia di un alto magistrato, formatasi in Italia, Stati Uniti, Francia e Spagna, e che faceva parte dell'esclusivo gruppo di alti funzionari della Commissione Europea, a togliersi la vita.
Nel giugno 2016 era stata promossa a capo del dipartimento risorse umane della SJ, per garantire la legalità delle nomine.
La notizia è stata ripresa dal Corriere, dal Fatto Quotidiano e da altre testate.
La ricostruzione di Libération inizia proprio nei giorni successivi alla nomina di Martin Selmayr a Segretario Generale, promozione programmata in gran segreto da una cerchia ristrettissima di alti vertici della Commissione europea, tra cui il presidente (Selmayrgate).
Emily O’Reilly, il Mediatore europeo (Ombudsman) incaricato di svolgere le indagini sulla nomina, chiede di avere accesso a tutte le mail interne relative alla nomina di Selmayr. Il Segretario generale avrebbe respinto la richiesta, ma, secondo le fonti del quotidiano francese, Pignataro avrebbe deciso di alla fine di fornire tutto il materiale all’irlandese O’Reilly: «"Je ne peux pas lui mentir, c’est impossible, j’ai donné tous les dossiers à la médiatrice"», avrebbe confidato la donna.  
Il 17 dicembre, quattro giorni dopo aver fornito il materiale richiesto, la funzionaria, che in quel periodo era ospite di un’amica a causa, sostiene il giornalista Jean Quatremer, di contrasti familiari con il marito, dice alla collega di non sentirsi bene e le chiede di accompagnare la figlia a scuola. Rimasta sola, sale all’ultimo piano dell’edificio e compie l'estremo gesto.
Qui vogliamo soprattutto pensare alla signora Laura Pignataro, al suo senso del dovere, al suo sentirsi sola e completamente schiacciata da un ambiente di lavoro alienante e che non solidarizza con chi è in difficoltà, anzi.
Pensiamo a una lavoratrice che come tanti colleghi rimane vittima di un sistema che poco cura i rapporti umani per prediligere e privilegiare l'ascesa al potere e la concentrazione di incarichi-chiave nelle mani di pochi, a dispetto e a spese di tutta la comunità (europea).
Ci auguriamo che questa storia non finisca nel dimenticatoio.
Fattitaliani

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