Adriano Brancato e il 1° ep "Casa": cerco di seminare bellezza tramite le canzoni. L'intervista di Fattitaliani

New Wave, Synth Pop, Folk, tutto miscelato con il cantautorato di scuola romana: è “Casa”, ep di debutto di Adriano Brancato, 5 brani in cui l'artista racconta di rapporti, in una maniera personale ed onesta.
Una produzione a metà tra suoni anni 80 ed il folk contemporaneo, un breve ma intenso viaggio in sentimenti a tratti dolci, a tratti amari e malinconici. Il cd verrà presentato live in full band al “Na Cosetta” il 29 marzo 2019, dove si potrà anche acquistare il disco fisico. “Umani” (video) è il primo singolo estratto che lo stesso cantautore definiscie intriso di echi new-wave miscelati al cantautorato “scuola romana” (Silvestri, Fabi, Otto-Ohm, Sinigallia): prodotto ed arrangiato da Pierluca D'Agata, mixato e masterizzato da Antonio Maresca al “Fourth Mile Studio” è un brano intimo ma pieno di forza ed un pizzico di amarezza al tempo stesso.. Fattitaliani ha intervistato Adriano Brancato.
Quali sono i punti in comune fra i brani che compongono l'ep?
Il filo rosso che lega tutti i brani del disco è sicuramente una certa "inquietudine", un porsi sempre e comunque domande sui rapporti, sugli affetti, perché di questo parlano tutte le canzoni. Dal punto di vista sonoro invece il filo che li lega sono certe sonorità "anni 80", quindi i synth, insieme al mondo più "acustico" che rimane un punto fermo nelle mie canzoni.
La realtà  di oggi suscita più ispirazione o desiderio di ritirarsi in un cantuccio? Una reazione di rabbia o rassegnazione?
In tempi come questi in cui l'aria si è fatta "pesante", pieni di razzismo e rabbia, ritirarsi in un cantuccio non è la soluzione, non bisogna rassegnarsi. Anzi, bisogna rilanciare in bellezza, ognuno nel proprio modo. Io cerco di seminare bellezza tramite le canzoni, ma lo faccio anche nella vita quotidiana, in ogni rapporto.
Qual è stato il tuo primo approccio con la musica da piccolo? Racconta 
Bella domanda...! Parlando di ascolti, ho sempre ascoltato musica, prima in maniera più "casuale" e crescendo sempre più consapevole e selettiva. Invece il mio approccio alla musica "suonata" è arrivato intorno ai 16 anni, quando ho iniziato a scrivere le prime canzoni con i tre accordi che a malapena conoscevo! Ma sono contento che la strada per arrivare ad oggi sia stata lunga, mi fa comprendere appieno il valore di quello che faccio.
Quando è maturata in te la decisione di farne un mestiere?
Chiarisco subito un punto: la musica al momento non è il mio mestiere! Molti miei "colleghi" quasi si vergognano a dirlo, a parlarne, ma non c'è nulla di cui vergognarsi, non mi sento meno "artista" di altri perché di arte non campo. Anzi, il mio lavoro (Hotel Recepetionist) mi ha supportato in questi anni economicamente e non, penso che noi artisti più di altri dobbiamo avere sempre i piedi per terra e vivere il contatto con le persone in maniera diretta, altrimenti staremo sempre chiusi nel nostro "mondo" a fare arte senza un contatto con la realtà. 
Chi ti segue, incoraggia, ascolta per primo?
Sono musicalmente attivo dal 2011, e nel tempo sono riuscito a formare un piccolo "zoccolo duro" di persone che mi sostengono e mi supportano sempre, musicisti e non. Ed è proprio grazie a loro se ho realizzato "Casa", al loro apporto materiale e alla loro fiducia.
Di quale artista apriresti volentieri un concerto?
Ce ne sono molti, la lista è bella lunga...su due piedi rispondo Niccolò Fabi, un riferimento importante per la mia formazione musicale. Giovanni Zambito.


Fattitaliani

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