Yuval Adler, nuovo film "The Operative" è una spy story ambientata tra Germania e Israele

Fattitaliani
Presentato (fuori concorso) il film The Operative del regista isreaeliano Yuval Adler.
La pellicola è tratta dal libro dello scrittore Yiftach Reicher dal titolo The english teacher. Il cast è formato da attori dal calibro di Diane Kruger (Rachel), Martin Freeman (Thomas), Cas Anvar (Fahrad).

The Operative: la trama

Rachel (Diane Kruger) è un agente del Mossad, i servizi segreti dello Stato di Israele. È una donna dal passato oscuro e dalla spiccata intelligenza. Dopo una missione a Teheran, che risulta essere più complicata di quanto si aspettasse, decide di fa sparire le sue tracce. Un giorno, però, Thomas (Martin Freeman) collega e amico della donna, riceve inaspettatamente una sua chiamata facendo così allertare l’Intelligence che si rimette immediatamente sulle sue tracce. Perché la donna è sparita?  cosa sa? ma soprattutto, è un pericolo per l’Organizzazione?.

«Non volevo essere una James Bond al femminile» dice la Kruger

Il regista Yuval Adler descrive The Operative   una pellicola come un prodotto “assolutamente lontano dalla politica, ma incentrato sull’amore e l’amicizia”. Non è un film sanguinolento, ma racconta la vita di una spia donna e di ciò che affronta ogni giorno”.
«Non volevo essere una Jason Bourne o una James Bond femminile, tanto meno un’assassina», afferma Diane Kruger. «Nelle avversità Rachel non agisce con la violenza, ma con la pazienza dettata da una grande intelligenza. Per interpretare al meglio il ruolo ho chiesto personalmente al Mossad di addestrarmi ed è solo grazie all’Intelligence che ho imparato come essere diretta e più sicura di me stessa». L’interpretazione di Diane Kruger è infatti impeccabile. Come già ha dimostrato inBastardi senza gloria di Quentin Tarantino, l’attrice parla fluentemente più lingue. Nel film di Adler la vediamo destreggiarsi in lingua inglese e francese, oltre che al tedesco sua lingua madre: «Quando parlo inglese parlo con un voce di tono più altro, quando parlo in francese invece adotto un tono di voce più basso e discreto. Col tedesco invece sono molto più naturale e spontanea, anche perché non devo sforzarmi di elaborare una frase essendo madrelingua».
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