We Will Rock You, Massimiliano Colonna a Fattitaliani: La musica ci salverà dall'uniformità

“We Will Rock You” The Musical by Queen and Ben Elton al Teatro Brancaccio di Roma dal 27 febbraio al 3 marzo.

Bohemian Rhapsody ha vinto il Golden Globe e si è aggiudicato quattro statuette agli Oscar, “We will Rock You” continua a mietere successo nei Teatri. 56 repliche, otto milioni di spettatori, 2700 performance e 12 anni di repliche a Londra. Sold out a Genova, Milano e Firenze… 

Arriva a Roma per infiammare al ritmo di venti dei più grandi successi dei Queen, in due ore e mezzo di spettacolo. 

Per fattitaliani.it abbiamo intervistato Massimiliano Colonna che è stato riconfermato nel ruolo di Pop, un vecchio bibliotecario, portatore di conoscenza. È assetato di sapere e porta con sé questa sua passione a qualsiasi costo. Costretto a diventare ribelle, a lottare per portare un messaggio di ottimismo e fiducia. E’ molto felice di incontrare l’Eletto e la sua compagna. Intravedendo in lui una grande potenzialità gli concede il suo grande segreto che è la conoscenza delle prime quattro strofe di Bohemian Rhapsody che illumineranno la mente dell’Eletto Galileo. 
Pop è un vecchio saggio.

Una nuova versione del musical, cos’è cambiato?

È cambiato direi in maniera totale, essendo una non replica si è tenuta la spina dorsale principale dello spettacolo ossia le musiche vincenti e appassionanti mentre le tematiche e le sceneggiature sono state riadattate dai nostri autori che sono Claudio Trotta e Michaela Berlini. C’è stato un riallineamento all’attualità, quindi si parla di bullismo, del problema dell’acqua, della censura, dell’aspetto politico attuale che purtroppo imperversa nel futuro perché la storia è ambientata 300 anni dopo. La prima stesura fatta nel 2002 ha avuto bisogno di quest’attualizzazione quindi tematiche e dialoghi cambiati e lo spettacolo è abbastanza diverso dalla prima edizione.

Diciamo che l’autore è stato un po’ precursore dei tempi?

Assolutamente sì se parliamo di Ben Elton e dei Queen, furono precursori lungimiranti, soprattutto basandosi su ciò che è stato scritto nelle canzoni, per esempio il pezzo fondamentale Bohemian Rhapsody dove si parla di cyberspazio è del 1975 quindi tutto l’entourage ha guardato oltre. Invece in questa edizione c’è stato bisogno dei nostri autori per riadattarlo e renderlo attuale con tematiche che purtroppo si sono amplificate e forse sono anche peggiorate, non mi piace dirlo ma è la triste realtà e noi faremo di tutto per far cambiare le cose, portiamo avanti quest’ottimismo, questa fiducia nel prossimo, nell’essere umano. Il messaggio che vuole dare è quello di lottare per la libertà di conoscenza, del sapere e per la creatività. Un messaggio di speranza!
Nulla è cambiato da allora?
No, qualcosa è cambiato ma sembra proprio in peggio in quanto c’è stata questa amplificazione, questa esasperazione, questo modo di chiudersi in sé direttamente proporzionale allo sviluppo tecnologico degli strumenti che hanno portato all’isolamento dei ragazzi.
Sì perché noi avevamo la piazza dove ci riunivamo, adesso la piazza è Facebook.
Ho dei parenti millennials e vedo purtroppo una notevole differenza. Alcuni in meglio, altri in peggio, vedo una sorta di differenziazione molto più netta adesso.
Soprattutto la solitudine in cui siamo caduti perché uno non esce più per incontrare gli amici ma li vede su Facebook e pensa che stiano benissimo.
Assolutamente sì! Ad esempio, Radio Gaga è ispirata al Metropolis di Fritz Lang e stiamo parlando del 1936.Il tempo passato ha portato soltanto ad una regressione già intuita nel '36 da questo visionario, futurista il signor Lang che ne ha fatto un film, i Queen ne hanno fatto una canzone, Ben Elton l’ha inserita nello spettacolo. Radio Gaga  è il primo pezzo dello show dove dimostra che questa società uniforme è uniformata.
Immagino che andrà sempre peggio.
Noi lottiamo affinché non sia così. La musica ci aiuterà, ci salverà.
Grande successo a Milano, cosa vi aspettate da Roma?
Siamo molto contenti perché vediamo che comunque la gente reagisce, sente il testo, lo fa suo, lo vive e quando c’è un messaggio scritto, una sceneggiatura forte con delle musiche vincenti, ben suonate, l’alchimia è magica… Piace, funziona. Grande successo a Milano ci auguriamo che a Roma sia lo stesso ma sappiamo che c’è un pubblico molto preparato ed attento e siamo pronti e contenti sperando che si bissi il successo.
Grande alchimia anche tra di voi perché lo spettacolo funzioni?
Assolutamente sì, non per essere ripetitivo e banale ma questo è un cast fatto da uomini e donne prima e poi artisti.  C’è molto rispetto, molta educazione, stima dei colleghi e quando c’è tutto ciò è un piacere vivere sul palco e soprattutto fuori dal palco.
Quando fate le tournée. Il tempo trascorso insieme si allunga…
Eh sì è una convivenza quasi forzata quindi un po’ di fortuna serve sempre ed in questo caso c’è. Per fortuna si vive bene perché sono delle persone fantastiche.
Dopo Roma il Tour toccherà le seguenti città: Napoli, Catanzaro, Reggio Calabria, Catania, Bari, Firenze, Padova, Torino, Gorizia e Parma.
Elisabetta Ruffolo

Il Musical nella versione originale era stato prodotto da Ben Elton in collaborazione con Roger Taylor e Brian May. In Italia dopo il grande successo nel 2009 della prima edizione della Barley Arts, è riproposto in una nuova produzione, con un nuovo Cast e concepita per il nostro Paese da Claudio Trotta che potremmo definire l’anima di questo progetto, nato qualche anno fa quando ancora non c’era la “Queen Mania”. “C’è in corso una Rivoluzione Rock. La gente è stufa della falsità, della volgarità. Ha bisogno della Cultura Rock che tutti abbiamo dentro e per un certo periodo è stata sminuita ma ha la grande dote di essere voce e strumento di tante generazioni. Lo spettacolo piace ai bambini, ai giovani e a quelli di oltre settant’anni.  Il testo era un po’ datato e lo abbiamo riadattato. Allora la Rete non era molto presente, non c’erano i cellulari e non c’erano le Grandi Società o forse c’erano ma non erano come oggi”. 
Ogni canzone deve esprimere parte della Storia e frasi dei testi sono state messe all’interno dei dialoghi per far risaltare il personaggio e far capire perché viene cantata in quel momento. C’è stato un gran lavoro di squadra anche sul piano psicologico. Ognuno di loro ha scavato dentro di sé e ha tirato fuori quello che voleva sia il Produttore che il Regista. Un percorso di ricerca molto stimolante soprattutto per il messaggio che lo spettacolo vuole dare. Grande affiatamento tra gli attori.  

L’allestimento è molto importante.
Le musiche e le canzoni sono quelle originali, eseguite dal vivo in lingua inglese.

La Regia è di Tim Luscombe. Rivisitazione del testo originale di Michaela Berlini che è anche acting coach. 
Scenografia di Colin Mayes.
Coreografie di Gail Richardson.
Direttore Artistico e Vocal Coaching: Valentina Ferrari.
Sul palco cantanti-attori selezionati dopo molte audizioni, visto il boom di candidature. 
Salvo Vinci nel ruolo di Galileo. Alessandra Ferrari - Scaramouche. Valentina Ferrarii- Killer Queen: Paolo Barillari -Khashoggi. Claudio Zanelli- Britt. Loredana Fadda-Oz. Massimiliano Colonna-Pop. 
La Band è composta da: Riccardo di Paola (Direzione Musicale), Antonio Torella, (Direzione vocale), Roberta Raschellà (chitarra 1) e Federica Pellegrinelli  (chitarra 2), Alessandro Cassani (basso) Marco Parenti (batteria) . Una band mista com’è giusto che sia.

Produttore esecutivo: Claudia Trotta.
Direttore di Produzione: Andrea Manara.
Company Manager: Camilla Mazzeoli


Energizer è partner tecnico dello spettacolo per questa stagione.
Fattitaliani

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