Cinema, Un'avventura con Riondino-Chiatti: il “musicarello” diventa melodramma. La recensione di Fattitaliani

“Un’Avventura” scritta da Mogol e cantata da Lucio Battisti, quest’anno festeggia mezzo secolo e il Regista Marco Danieli la usa per il Cinema nel Film “Un’Avventura” con Michele Riondino nel ruolo di Matteo e Laura Chiatti in quello di Francesca. 

Francesca ha un grande desiderio di libertà ed indipendenza e decide di andar via da un piccolo paese della provincia di Bari per seguire un gruppo di hippy in giro per il mondo. Dopo cinque anni entra a far parte di un’agenzia pubblicitaria a Roma. Lì la raggiunge Matteo, fidanzatino mollato al paesello, e che ha continuato a fare il meccanico, ha consumato storie brevi ma non l’ha mai dimenticata. 
L’intento del regista è quello di dare omaggio alle canzoni di Battisti che sono definite da grandi critici “poesia musicale” ma cade ben presto nel “Musicarello”  ovvero nei  Film Musicali molto in voga tra gli anni ’50 e '60 nati per supportare un cantante di fama e l’uscita del suo nuovo album discografico e di cui furono interpreti tra gli altri, Mario Tessuto, Gianni Morandi, Al Bano, Rita Pavone…
Come in un caleidoscopio, nel film c’è tutto: sogni, amore, tradimenti, emancipazioni, insoddisfazioni e così il “musicarello” diventa melodramma.
Il film è pieno di riflessi sull’obiettivo c.d. lens flare che sono usate nelle pellicole di fantascienza e che nel film sono servite a rafforzare in maniera subliminale il senso dell’epoca.
Le canzoni scritte da Mogol e Battisti che rappresentano l’ossatura della storia sono state arrangiate a volte anche volutamente lontane dall’originale pur rispettando la melodia e la struttura armonica dei brani. “Non è Francesca” è diventato un appassionante tango perché la scena si svolge in una milonga.
Coreografie di Luca Tomassini che purtroppo non vengono esaltate dai due interpreti.  
Riondino non è male, un po’ meno la Chiatti che a volte sembra spaesata. Bravi Valeria Bilello e Thomas Trabacchi!
Il film non piacerà alle nuove generazioni, abituate a ben altro e deluderà quella nata negli anni 50 e cresciuta a Pane e “Battisti”!
Elisabetta Ruffolo

Fattitaliani

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