Musica, DANIELE COSTANTINI presenta "IL PRIMO UOMO SULLA LUNA". L'intervista al cantautore

Progetto cantautoriale autoprodotto, arrangiato, suonato e mixato in studio. Tocca temi come la divisione di un popolo a favore di un sistema che ormai sentiamo stretto, sempre con toni sarcastici e ironici.
Parla di amore, quello senza apparenze, sincero, semplice. Nell'Album c' è la voglia, ma anche la speranza che qualcosa possa cambiare a nostro favore. L’artista sottolinea che il disco suona a 432 hz. Anche qui una presa di posizione contro un mondo omologato a 440 hz, deciso contro il volere di 25mila musicisti che nel 1953, quando fu imposto il 440 hz, si schierarono contro a questo tipo di frequenze.
Parlaci dell'album. Che impronta hai voluto dargli?
"Il Primo Uomo sulla Luna" è un Album che contiene dieci tracce inedite, totalmente arrangiato a 432hz, tocca vari temi, dalla divisione di un popolo a favore di un sistema che non ci sostiene e dove la parola civiltà è sempre più un termine utopico. Dividi et impera affermava Giulio Cesare, e non sembra che le cose siano cambiate. Nell'Album c'è proprio quella voglia di essere uniti, di sostenerci l' uno con l' altro, con empatia e compassione. inoltre nel disco sono presenti evocazioni per quell' amore puro, e incondizionato, senza apparenze, semplice. i toni di base sono sempre il sarcasmo e l'ironia ma anche la rabbia. ogni canzone dell' Album racchiude una sua storia. il risultato finale è un disco fuori dagli schemi del cantautorato italiano, e per questo risulta decisamente originale..
Quali sono i tuoi cantanti di riferimento? 
Beh, in reatà non ho veri e propri cantanti di riferimenti, ma quelli che con alcune loro canzoni mi hanno emozionato: da Eddie Vedder a Rino Gaetano, da John Lennon a Lucio Battisti, da Cat Stevens a Jim Morrison passando anche per i nostri Vasco Rossi e De Andrè. diciamo che ci sono tante canzoni che mi hanno emozionato e che porto come riferimento. Anche nel panorama moderno ho aprrezzato Ultimo come i Maneskin, Fabrizio Moro, Ed Sheeran.
Qual è l’esperienza lavorativa che più ti ha segnato fino ad ora?
Sicuramente lavorare nei villaggi turistici, che che se ne dica, mi ha insegnato la disciplina, ma anche la voglia di ridere come rimedio per la mente e il cuore, e poi il palco, quella adrenalina che solo la gente può darti, è quella condivisione di emozioni così romantica e profonda.
Invece quella mai fatta e che ti piacerebbe fare?
Sempre con tutta l' umiltà di questo mondo... beh riempire gli stadi (ride, ndr) !e sentire cantare la gente e vederla star bene, perchè in fondo il bene ci nutre !
Progetti futuri? Farai un tour? 
Di progetti ce sono tanti, come al solito, non riuscirei a sentirmi vivo altrimenti, comunque fra poco produrremo il primo video del nuovo Album.

Fattitaliani

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