Othello 3.0: femminicidio, diversità, discriminazione razziale nel cortometraggio di Walter Corda. L'intervista di Fattitaliani

di Emanuela Del Zompo - Walter Corda, regista, produttore ed interprete di Othello 3.0 ci racconta il suo cortometraggio per parlare di femminicidio. Nel progetto anche l'Amazing Grace Gospel Choir.

Qual è il messaggio di questo cortometraggio?
In Othello 3.0, oltre ad essere presente una vena parodistica e brillante sul tema della gelosia, si mettono allo scoperto (soprattutto nel prologo di Desdemona e nell'epilogo dello stesso Othello) anche le tematiche sottostanti: il femminicidio e la diversità, la discriminazione razziale. Desdemona, in estrema sintesi, è una moglie che viene uccisa per gelosia (come oggi la cronaca ci racconta troppo spesso...) e Othello è un uomo di colore, arrivato ad un importante ruolo di comando (è comandante della flotta veneta contro i turchi) che viene detestato dai veneziani (in particolare da Iago) il quale per invidia ordisce la trama che porterà lui e Desdemona alla morte. Un diverso che comanda in una società di "bianchi" e si prende anche "le nostre donne". Insomma, è un cortometraggio dove si canta, si sorride, ma si riflette su ciò che di importante si agita nel sottotesto.
Othello 3.0, il titolo (più che altro il numero) che vuol significare?
Il primo Otello, nella mia versione, è quello che nasce tanto tempo fa, nel 1978, quando ho composto la canzone che è diventata la base del mio cortometraggio. In quegli anni Cecilia Calvi (regista e autrice di teatro, cinema e tv) mise in scena "Grand'Hotello", una pièce teatrale ispirata al lavoro di P.P. Pasolini, che in "Che cosa sono le nuvole?" presentava già uno Iago (interpretato da Totò) dipinto di verde in viso. 
"Otello 2.0" è stata una nuova versione della mia canzone, dove (da solo, accompagnandomi con la chitarra) interpretavo tutti i personaggi, con la faccia dipinta  a metà di verde e di nero. Questo di seguito è il link del video caricato su Youtube: OTELLO 2.0 - Walter Corda
In questa nuova versione, nobilitata dalle musiche per orchestra scritte da Tommaso Morrone,  ho voluto distinguere il ruolo di chi racconta (Shakespeare, interpretato da me) dai personaggi del dramma (Desdemona, Grazia Schiavo; Othello, Timothy Martin; Iago, Riccardo Barbera e Cassio, Simone Frateschi).
E' come se Shakespeare tirasse fuori dal libro i suoi "burattini" per farli muovere sul palcoscenico e farli meditare sul loro destino.
Il 3.0 sta anche a significare la modernità, la contemporaneità. Ci sono vari riferimenti al presente, anche tecnologico: ad esempio Iago incastra Cassio facendogli una bella foto col cellulare mentre annusa il fazzoletto di Desdemona...)
Che sviluppo avrà il video? Ossia si pensa ad  un lungometraggio?
No, non penso ad un lungometraggio. Anzi, voglio proseguire con una serie di titoli Shakeaspiriani (Amleto, Romeo e Giulietta etc...) sempre rigorosamente musicali, parodistici, della stessa durata:  non più di 12 minuti. Una sorta di Bignami teatral-musicale- Ci saranno anche titoli delle grandi opere della lirica o del teatro. Attualmente sto già lavorando ad un Don Giovanni. Intanto, "Othello 3.0" sarà presente il più possibile nei festival dedicati al cortometraggio, sperando nel gradimento delle giurie e del pubblico, e magari in qualche premio, o che sia notato da un qualche finanziatore.
Quali difficoltà hai incontrato nella realizzazione del progetto?
La difficoltà è stata quella di girare il corto in sole 5 ore... con il mio coo-produttore Roberto Fiacchini abbiamo avuto la fortuna di ottenere come location per le nostre riprese il Globe Theatre di Roma, e non c'era la possibilità di una seconda giornata. Quindi, qualche prova prima di girare... e poi "ciak!" Per fortuna le difficoltà della scarsità di tempo e di luce sono state superate da una splendida atmosfera di lavoro, in cui cast e crew si sono date da fare come un solo corpo per riuscire a terminare le riprese. Un piccolo miracolo!
Othello è stato prodotto, diretto ed interpretato da te, ci puoi descrivere brevemente le caratteristiche del tuo personaggio e degli altri interpreti?
Il mio Shakespeare è un narratore che riflette sulla sua creazione, lascia per un po' i suoi personaggi liberi di esprimersi, ma nota che essi vogliono prendere la penna per cambare il proprio destino. E l'autore non può cambiare la sua creatura: la trama deve proseguire per arrivare al finale stabilito. 
Othello è più debole che nella versione di Shakespeare. Ama talmente la sua Desdemona da non riuscire a portare a termine l'omicidio. si interrompe continuamente.
Iago è il deus ex machina di tutta l'azione. Trama nell'ombra, finché  riuscirà ad ottenere il risultato voluto.
Desdemona è una donna lontana da tutto. Non si accorge neanche di ciò che accade. Anche Cassio è un ingenuo, ignaro di ciò che gli succede intorno.
Questa esperienza segna per te l'inizio di un rapporto con il cinema come regista o è solo una parentesi per poi tornare a fare tv?
Ho già mosso alcuni passi nel cinema con un lungometraggio "Sonnus" e un corto "Lajos è tornato!", e mi appasiona molto. Dopo aver calcato le scene per tanti anni come attore, e tanta televisione come autore, dedicarmi totalmente al Cinema non mi dispiacerebbe affatto, sia come interprete che come regista.
Come definiresti il tuo rapporto cinema-tv?
La tv, finora, è stata una esperienza fondamentale per arrivare ad un pubblico numeroso e popolare (nel senso buono). Le mie esperienze in tv sono state segnate soprattutto dai lunghi anni di lavoro accanto a Maurizio Costanzo, un vero Maestro da cui non si finisce mai di imparare. Il cinema è un territorio nuovo, in cui sento di poter esprimere una mia visione artistica. Anche se preferisco il termine "artigianale"; è con un onesto artigianato, la cura umile del particolare, che si riescono ad ottenere buoni risultati.
Progetti futuri?
Come accennavo più sopra, una versione parodistica del Don Giovanni (prendendo come modelli Molière, Mozart e Losey). Prevedo di poter iniziare le riprese tra Febbraio e Marzo. Il mio desiderio sarebbe quello di poter lavorare con la stessa troupe e lo stesso cast, per quanto possibile. Il risultato è stato molto soddisfacente.
Come attore come ti definisci?
Amo recitare. I miei anni all'accademia d'Arte Drammatica Silvio d'Amico, assieme al mio amico fraterno Riccardo Barbera, mi hanno dato alcuni strumenti per esprimermi come attore. Le lunghe touurnée teatrali con lo Stabile di Roma, poi con Roberto De Simone, e quindi con Riccardo Pazzaglia mi hanno formato sul campo. Mi definirei un attore che si diverte tantissimo con i diversi generi: dall commedia al canto, alla parodia, al dramma. Un eclettico?
Come è nata la passione per la musica?
La passione per la musica nasce da qualche studio al Conservatorio di Cagliari, dove ho cominciato lo studio del clarinetto. Poi studi di chitarra, e flauto traverso da autodidatta. Ma soprattutto cantare in teatro con Roberto De Simone. Un grande della musica napoletana, un esperto come nessun  altro della musica del '600 e '700. Gli devo tanto. la musica esprime in note i sentimenti, e arriva all'anima  del pubblico prima delle parole stesse.

Fattitaliani

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