di Laura Gorini -
Lavora in un museo e ama la profondamente la scrittura
Francesca Fattinger che ha appena pubblicato il suo racconto "Dentro
gli occhi" all' interno dell' antologia "La vita vista da
qui", edita da Morellini Editore, in seguito alla sua
partecipazione al corso di scrittura creativa organizzato dalla casa
editrice che ha visto come maestra la scrittrice genovese Sara
Rattaro.
Francesca, presentati
ai nostri lettori con pregi, vizi e virtù...
Chi sono io? È una
domanda così complessa che mi mette sempre profondamente a disagio,
del resto come si fa a descriversi in poche parole? Come condensare
un gomitolo di emozioni e sogni, paure e storie? Voglio rubare il
titolo di un’opera esposta nel museo dove lavoro, nonché di un
artista fondamentale nell’arte contemporanea che è Alighiero
Boetti, e mi voglio definire come si definiva lui, “insicuro non
curante”. Perché in effetti sono un po’ così; la mia
insicurezza c’è, mi contraddistingue, ma mi permette di sentire
dentro di me una spinta verso una costante trasformazione, verso
prove che mi aiutano a crescere sempre di più. Ma sì, sono anche
incurante, incurante del giudizio della gente, di ciò che può
pensare o dire; soprattutto se sto facendo quello che amo fare,
quello che mi sento di fare, ci sono io, io e basta.
Hai mai pensato di fare
lo scrittore di professione?
È un sogno nel cassetto
da quando sono una bambina. Scrivevo molte poesie e racconti che
facevo leggere a pochissime persone, ma che mi servivano per
cristallizzare in forma ordinata le emozioni che sentivo ribollire
dentro di me. Scrivere è una cosa che amo fare a ogni livello e che
spero mi accompagni per tutta la vita.
Lo scrittore preferito
della tua infanzia? E quello di oggi?
Roald Dahl, soprattutto
con "Matilde",
credo sia stato uno dei riferimenti più importanti della mia
infanzia, e continua ad esserlo ancora oggi spingendomi a non avere
paura della mia fantasia e a sognare con tutta me stessa ogni volta
che posso permetterlo.
Vuoi raccontarci com'è nata la tua passione per la scrittura?
Come nascono tutte le cose
belle, un po’ per caso un po’ per coincidenza, un po’ perché
ne avevo un estremo bisogno. Ed è per quello che nonostante io e la
scrittura abbiamo litigato, discusso, fatto a botte, alla fine ci
riappacifichiamo sempre. Abbiamo bisogno l’uno dell’altra e
viceversa.
Ma che cosa provi
quando scrivi?
Quando scrivo viaggio. Le
mie dita si muovono, la mia mente crea immagini e io da ferma
viaggio, viaggio tra le righe e tra l’inchiostro, viaggio con tutta
me stessa, stando ferma sono dappertutto.
Perché partecipare a
un corso di scrittura creativa?
Perché la scrittura è
come una piantina che cresce dentro di te e se non le dai acqua, sole
e amore, non cresce. E così è stato grazie al corso di scrittura La
fabbrica delle storie, in cui la luce dei
sorrisi dei miei compagni di avventura e l’amore e la cura della
mia maestra Sara Rattaro e della mia guida Mauro Morellini, come del
suo stupendo staff, hanno nutrito la mia penna e la mia fantasia e
l’hanno fatta crescere e fiorire dentro di me.
Che cosa significa
essere creativi?
Essere creativi significa
vivere. Ogni volta che abbiamo di fronte a noi degli ostacoli sta a
noi trovare un modo per superarli ed è in quel momento che la
creatività viene in nostro soccorso. Altro che fatina che risolve
tutto, la creatività è una maestra anche abbastanza severa che ci
allena a vedere la vita come un grande serbatoio pieno di strade in
potenziale trasformazione. Ci permette di uscire dagli schemi che
quotidianamente ci imponiamo e ci impongono dall’alto per guardare
il mondo e la realtà da un’altra prospettiva: che noia è vedere
tutto da una sola piatta prospettiva, come sarebbe il mondo se
cominciassimo tutti a camminare a testa in giù, o saltando in
continuazione, o abbassandoci a livello dei bambini? Sarebbe una
continua scoperta, e che divertente!
Ma come si può
applicare la creatività nella vita quotidiana?
Avendo il coraggio di
guardare le cose, le persone e la vita che hai di fronte a te in modo
sempre nuovo e diverso, non lasciandoti trascinare dalle strade più
semplici, ma combattendo per te e le tue idee.
A proposito di vita: da
che cosa hai preso spunto per il tuo racconto contenuto nell'
antologia "La vita vista da qui"?
Ho preso spunto da ciò
che mi circonda e da me, dagli sguardi e dagli occhi che mi sono
vicini, che mi hanno catturato e rapito suggerendomi le loro storie,
ispirandomi e affascinandomi. Ho preso spunto dalle mie paure e dai
miei sogni che hanno preso vita nei due personaggi protagonisti. Alla
fine Kya e Marco non sono altro che un condensato della mia vita
degli ultimi anni, ma sono anche due persone con il loro bagaglio di
storie che ogni volta che vengono letti da qualcuno si staccano dalle
pagine e si fanno carne e ossa viaggiando per una strada sempre
nuova.
Con quali parole lo
descriveresti?
La mia storia è una
storia di sopravvivenza quotidiana, una sopravvivenza che molti noi
vivono, dovendo lottare con una vita che è troppo stretta e scomoda.
Ma è anche una sopravvivenza che è ogni giorno davanti ai nostri
occhi, che vediamo negli angoli delle strade, che vediamo dormire al
freddo rannicchiata negli angoli più inospitali delle nostre città.
È anche lotta forte e ansimante contro le ingiustizie che ci
circondano e tendono a soffocarci.
Che effetto ti ha fatto
vederlo stampato?
Una sorta di magia.
Sentire il profumo delle pagine e dell’inchiostro mi ha fatto
pensare di avere davvero creato qualcosa di vero, tangibile, reale.
Non solo un viaggio della mia fantasia, ma un viaggio che avrei
potuto condividere attraverso il tocco e lo sguardo delle persone che
cadranno proprio sulle mie lettere.
Sii sincera: sei amante
anche delle nuove tecnologie e apprezzi gli e-book?
Non sono contro le nuove
tecnologie e credo che sia importantissimo sostenerle e svilupparle.
Però mi sento un po’ una nostalgica e credo che niente mi darà la
sensazione di sfogliare un libro tra le mani e immergermi in
quell’esperienza sinestetica che un e-book non può regalarmi.
E ora, dopo questa
pubblicazione che cosa possiamo aspettarci da te? Stai scrivendo
altro?
Scrivo sempre e in
continuazione, scrivo per franzmagazine,
una rivista online, articoli di argomento artistico-culturale e ho
vari progetti in mentola, tra cui quello di orientarmi verso la
narrativa per ragazzi. Insomma stay tuned e viva la fantasia! Non
facciamocela rubare mai!