Opera, Mario Cassi a Fattitaliani: ho debuttato in ogni mio ruolo principale a Liegi, contesto ideale. L'intervista

Fattitaliani
Un povero nobile illuminato e donnaiolo: ecco chi "diventerà" il baritono Mario Cassi nei prossimi giorni. L'artista, infatti, è in procinto di interpretare il ruolo del Conte Robinson ne "Il matrimonio segreto" di Domenico Cimarosa, in scena all'Opera di Liegi da venerdì 19 ottobre. A Fattitaliani Mario Cassi ribadisce l'affetto che prova verso la città belga. L'intervista.

Come potrei non essere affezionato -dice- a un teatro e a una città che mi hanno dato così tanto in questi 10 anni!!!! e comunque anche se venissi meno spesso sarebbe sempre un piacere enorme, come del resto dicono tutti i miei colleghi che vengono qui anche per la prima volta!
In che cosa sei cambiato artisticamente lungo questi anni?
Direi che sono cresciuto vocalmente, ma anche e soprattutto maturato artisticamente, grazie al percorso che ho fatto in questi 10 anni, sotto l’attenta guida del mio manager Angelo Gabrielli, che ha saputo farmi trovare il momento giusto per ogni step.
E ogni ruolo principale del mio repertorio, l’ho praticamente debuttato qui a Liegi, in un contesto ideale di colleghi, direttori d’orchestra, registi, che mi hanno permesso sempre di superare me stesso senza stress o tensioni inutili.
Anche in quest'opera interpreti un personaggio che non sembra molto simpatico: questione solo di vocalità oppure hai proprio le physique du rôle?
Sinceramente non penso che il Conte Robinson sia antipatico, anzi!! Facendolo ancora dopo dieci anni ho potuto apprezzare e capire meglio la psicologia del personaggio e credo anche il suo contesto storico originario… e credo che alla base dell’entusiasmo per l’opera alla famosa serata della prima viennese, quando l’imperatore chiese di ripetere tutta l’opera la sera stessa, sia proprio dovuto alla figura del Conte Robinson che ne esce fuori come un nobile povero, un po’ donnaiolo ma anche molto illuminato e capace di risolvere le situazioni più incresciose con un proprio sacrificio. Insomma rispetto al Conte delle Nozze di Figaro è esattamente l’opposto: si capisce che la nobiltà preferisse Cimarosa a Mozart.
Che conte Robinson vedremo?
Insieme a Mazzonis abbiamo dato al Conte Robinson una dimensione un po’ cinematografica un po’ da cartoon, mi ha molto convinto l’idea di vederlo un po’ come De Sica nel Conte Max, un po’ come Don Giovanni, un po’ come Toto’ in Miseria e Nobiltà… credo che tutte queste caratteristiche stiano benissimo in questo personaggio, assolutamente poliedrico e molto cangiante. Un vero piacere poterlo portare in scena ancora una volta!
"Il matrimonio segreto" viene considerata un'opera viva, carica di freschezza e una delle opere buffe per eccellenza: sei d'accordo? 
Io credo che sia più una commedia “Larmoyant” che non un’opera buffa tout-court. È una commedia piena di humor ma non ridanciana, i personaggi non sono ridicoli o grotteschi ma molto veri, trovo che sia molto difficile far sentire ed apprezzare oggi la vena malinconica di questa musica, ma al tempo stesso, se ci riusciamo, facciamo un grande lavoro. Ricordo ancora come 10 anni fa il pubblico di Liegi amava tanto questo spettacolo, anche se non avevano una grande dimestichezza né con la lingua né con questo genere lirico. Spero che ci riusciremo ancora a conquistare gli spettatori!
Può succedere di interpretare un ruolo in cui non ci si trova totalmente a proprio agio?
Può succedere, a me fortunatamente non è mai successo, anche perché scelgo sempre i miei ruoli, e rifiuto molte proposte, quando non sono convinto e quando non penso di poter impersonare per bene il ruolo, o vocalmente o scenicamente. Non ho mai accettato un ruolo solo per motivi economici. Mi è capitato più spesso di non trovarmi a mio agio con le idee del regista o, molto più raramente, con il direttore d’orchestra. In quei casi dobbiamo pensare sempre che siamo professionisti e che non possiamo mollare perché le nostre idee non collimano con quelle dei  colleghi… Devo però dire che in quei casi difficilmente sono riuscito a convincere pubblico e critica.
C'è una persona verso cui sarai sempre riconoscente per averti iniziato/accompagnato nel percorso artistico?
Sicuramente sarò sempre riconoscente alla Signora Cristina Muti che 15 anni fa mi scelse e da allora mi ha offerto le prime e più importanti chance della mia carriera, oltre che presentarmi a tanti importanti operatori del settore, come lo stesso Stefano Mazzonis di Pralafera, che mi ha conosciuto nel Faust al Ravenna Festiva, da cui tutto è partito. E da allora mi ha permesso, come dicevo, di debuttare in condizioni di eccellenza, i ruoli più importanti del mio repertorio.
Prossimi progetti?
Da qui andrò a Trieste per l’inaugurazione della Stagione Lirica con Puritani di Vincenzo Bellini, nel ruolo di Riccardo che inseguo da tanti anni, e che considero uno dei cardini della mia vocalità attuale, poi un concerto a Castiglioncello del Trinoro, che sarà la mia prima volta in un recital da solista solo con pianoforte, poi il debutto a Pechino con Barbiere di Siviglia, e torno a Liegi per chiudere la stagione con I Puritani
I progetti estivi e delle stagioni successive te li dirò quando saranno pubblici nella prossima intervista (ride, ndr) Ti posso solo dire che sarò sempre più impegnato in ruoli scritti da Puccini, Verdi, Donizetti e Bellini. Giovanni Zambito.
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