Le sue canzoni rimangono a volte tenute da anni in un
cassetto, ma solo per renderle più mature.
Project Czar nasce per
uscire dagli schemi e gli standard musicali dell'hard rock, dando
sfogo alla libertà e fantasia musicale dei suoi componenti,
miscelando più generi musicali, ma restando sempre fedeli agli
insegnamenti del Rock!
Il primo album pubblicato, l'omonimo
"Project Czar: Ivan" contenente 10 tracce inedite, esce nel
2008; agli strumenti si avvicendarono diversi amici musicisti, tra
cui il primo nucleo di quelli che saranno poi i Sun King.
Dopo
una pausa di circa due anni e mezzo Ivan "riaprendo il
cassetto", decide di rimettersi al lavoro, ma questa volta vuol
costituire un Project Czar solido e stabile.
Agli inizi del
Settembre 2011 la scelta cade sul suo collega di lavoro Alessandro
Fermani, (con il quale già da tempo condivideva passioni ed
interessi aeronautici) bassista in standby, ma pronto all'azione!
I
due, nel "Basament Studio" iniziano da subito gli
arrangiamenti del nuovo lavoro, avvicendandosi con diversi batteristi
per circa un'anno, fino al completamento di quello che sarà un EP
contenente quattro tracce intitolato "Project Czar II".
Verso
le fasi finali di questo lavoro entra in gioco anche l'attuale
batterista, il morrovallese Mauro Tosoni.
All'uscita di "Project
Czar II" seguì anche il videoclip di "In signo tauri"
realizzato da Andrea Nataloni.
Nel frattempo la band non
rimane ferma ma, contemporaneamente ai live, lavora ad un nuovo
album: sperimentando come non mai e fondendo i gusti (a volta anche
contrastanti) dei tre componenti nel dicembre 2014 viene pubblicato
"Fight to the light", album di nove tracce inedite,
accompagnato dal video promozionale del singolo Jumo
L'album
dà la possibilità ai tre di esibirsi di spalla ai grandi batteristi
Mike Terrana, John Macaluso, ai Meganoidi, al chitarrista Frank Ricci
ed al leggendario Don Airey poi che vanno ad unirsi alla carrellata
di artisti locali come T-Odio, Scala Mercalli, Sun King, Dirty
Danzig, ai torinesi Dobermann.
Nel 2017 mentre si avvicina il
termine delle registrazioni di 4 nuovi brani, racchiusi nell'Ep In my
heart, Massimo Ferrara si unisce al gruppo come bassista, sostituendo
Alessandro Fermani.
Ivan,
a che età e come ti sei avvicinato alla musica?
Ho
sempre avuto una propensione verso la musica verso la quale mi sono
avvicinato, diciamo a livello didattico, intorno ai 9 o 10 anni
quando cominciai a cantare in un coro polifonico ed a prendere le
prime lezioni di solfeggio e pianoforte. La chitarra per me è stata
una scoperta fatta dieci anni dopo, da autodidatta.
Suonando
quale strumento ai tuoi albori hai mosso i primi passi?
La
tastiera di un pianoforte, fino ai 20 anni di età circa.
Consideri
in qualche modo la musica come una valvola di sfogo creativo?
Certamente,
lo sfogo creativo, ovviamente per la mia persona, che trova in
questo mezzo espressivo il proprio canale d’elezione.
Da
cosa deriva il nome Project Czar?
Assonanza
tra il mio nome e quello del famoso zar Ivan “Il Terribile”.
Vi
siete ispirati a qualche gruppo in particolare?
Le
influenze vengono da tutta la musica rock, dagli albori blues, agli
anni Settanta, al metal, alla new wave degli anni Ottanta.
Personalmente amo molto tre chitarristi, principalmente: Angus Young
(AcDc), Zakk Wylde (Ozzy) e The Edge (U2).
Qualche
artista con cui vi piacerebbe collaborare?
Ci
siamo trovati bene in un mini tour ad aprire per Mike Terrana, grande
batterista metal. Quindi poter fare qualcosa con lui sarebbe
interessante oltre che divertente.
Qualcuno
di conosciuto, o di già famoso, con il quale avete avuto il piacere
di suonare?
Abbiamo
aperto concerti per Ian Paice e Don Airey (Deep Purple), o anche per
John Macaluso (Ark,TNT,Yngwie
Malmsteen),
altro bravo e simpatico batterista moderno. Rimane sorprendente la
facilità con cui si riesce, fuori dai
riflettori, a parlare sullo stesso piano con queste persone che non
risparmiano aneddoti e consigli.
La
canzone che si può definire il vostro cavallo di battaglia?
A
livello di impatto direi Jumo,
contenuta in Fight
to the light,
album di fine 2014, di cui si può trovare un bel video su Youtube ad
opera di Andrea Nataloni e Daniele Tedeschi. Ma anche la più recente
In
my heart,
più intimista, ci rappresenta ugualmente bene. Anche in questo caso
c'è un bel video ad opera di Edoardo Rapanelli.
In
genere come e in che situazione viene concepito un brano?
Svariate
situazioni. La creatività non ha un posto preciso per
materializzarsi: una foto, un profumo, un posto, un riff mentre si
accorda lo strumento, un'improvvisazione in sala prove, una
riflessione, un'intuizione, tutto può fungere da apriporta quando
l'animo è pronto ad esprimersi. Poi si prova il tutto insieme in
sala prove e "se son rose fioriranno"!
E
come -invece- avviene il processo di concepimento di un disco, dalla
sua ideazione sino all’incisione di tutti i brani in esso
contenuti?
Ogni
nostro disco è nato in maniera diversa. Quello del 2008 era un album
solista fatto con l'aiuto di diversi amici. L'ep del 2012
stigmatizzava idee che erano state escluse da altri gruppi precedenti
e ne aggiungeva di nuove.
Fight to the light
(dicembre 2014) è stato il primo album scritto con una formazione
stabile nei Project Czar, quindi il più completo, fino ad ora.
Avevamo nove canzoni che riassumevamo un periodo preciso della nostra
esistenza e abbiamo deciso di farne un album. Il nuovo ep è nato in
concomitanza di un altro cambio di formazione nella line up.
Alessandro Fermani ha lasciato il suo ruolo di bassista a Massimo
Ferrara e quindi abbiamo deciso di fermare con una istantanea
musicale il percorso fatto fino a quel momento, mettendolo nelle mani
del nuovo arrivato. In genere una volta che si hanno le canzoni, le
si registra grossolanamente e le si riascolta per capire se possono
essere migliorate. Dopodiché nella piccola sala prove che mi sono
ricavato iniziamo a registrare singolarmente gli strumenti e la voce.
Il mixaggio finale lo lascio a Paolo Ojetti, oramai celebre fonico di
palco che coadiuva da anni i Tiromancino, conosciuto molti anni fa,
il quale funge anche da produttore e ci consiglia al meglio.
Ma
come mai- secondo te- al giorno d’oggi ci sono molti artisti
nascenti che, attrezzando anche semplicemente il loro garage con
strumentazioni di registrazione più o meno
professionali,
pensano di potersi in questo modo autoprodurre (soprattutto
affidandosi solamente ad un pubblicazione du Youtube e affidandosi ai
like) senza avere alle spalle una produzione seria?
Forse
perché la tecnologia ha reso tutto più facile e comodo, quindi da
un lato è bello che chi inizia abbia la possibilità anche di
rendersi conto di tante problematiche che gravitano attorno al fare
musica, affrontandole direttamente. Poi se si vuol salire di qualità
però occorre che ciascuno si specializzi e l'esperienza di un
produttore consente di salire di livello, di avere un occhio esterno
che tira fuori il meglio dall'artista, e questi può concentrarsi
esclusivamente sulla sua creatività.
Che
consiglio ti senti di dare ai giovani di oggi che vogliono
intraprendere la vostra stessa strada?
Cambiate
strada. Scherzo! La musica è come un grande amore, è fine a se
stesso. Suonate per il piacere di suonare e studiate il vostro
strumento.
Dove
potremo sentirvi a breve?
Il 26 ottobre saremo
in concerto con i Lovedrive- Scorpion Italian tribute al Florentia
Rock Live che ha come location il Porto d' Ascoli ( AP).