di Laura Gorini - Solare, alla mano e con tanta voglia di raccontarsi e soprattutto
di scrivere. Sarah Pellizzari Rabolini, è una donna dai mille interessi oltre
che un autentico fiume in piena quando si tratta di parlare di libri e di
letteratura.
Dopo la pubblicazione di alcuni e-book, ha ora pubblicato il suo racconto “Una latta di pesche”, contenuto nella raccolta “La vita vista da qui”, pubblicata da Morellini Editore, che contiene ben dieci racconti di altrettanti scrittori, compreso quello che reca la firma della famosa scrittrice genovese Sara Rattaro, che ha tenuto uno splendido corso di scrittura creativa con gli altri otto narratori che hanno partecipato con la loro arte al volume.
Sarah, presentati ai nostri
lettori con pregi, vizi e virtù…
Dopo la pubblicazione di alcuni e-book, ha ora pubblicato il suo racconto “Una latta di pesche”, contenuto nella raccolta “La vita vista da qui”, pubblicata da Morellini Editore, che contiene ben dieci racconti di altrettanti scrittori, compreso quello che reca la firma della famosa scrittrice genovese Sara Rattaro, che ha tenuto uno splendido corso di scrittura creativa con gli altri otto narratori che hanno partecipato con la loro arte al volume.
Ciao, sono Sarah Pellizzari Rabolini e sono tante cose: mamma,
prof, autrice e pratico la mindfulness. I miei pregi? Cerco di vedere sempre il
bicchiere mezzo pieno, se poi è un bicchiere di bollicine in buona compagnia
per me è la felicità!
Hai mai pensato di fare lo
scrittore di professione?
Volli, fortissimamente volli!!! Scherzi a parte, fino a poco tempo
fa la scrittura era un hobby e un passatempo. Oggi penso seriamente che mi
piacerebbe molto scrivere per professione.
Lo scrittore preferito
della tua infanzia? E quello di oggi?
Da piccola leggevo tanti fumetti. Un giorno sono rimasta
affascinata dal Gabbiano Jonathan
Livingston, anche se ricordo mia nonna che mi leggeva il libro “Cuore” e mi
emozionavo. Oggi leggo libri per ragazzi, e come autori spazio dalla Pitzorno a
Birattani, da Ballerini a Garlando. E ho letto l'ultimo di Lia Levi che può
essere letto anche dai miei studenti. Ovviamente sono una esperta di Harry Potter! I libri a lui dedicati li ho
letteralmente divorati. Adoro, poi, come libri per adulti, quelli di Andrea De
Carlo tant’è che volevo chiamare entrambi i miei figli Guido dopo aver letto
“Due di due”, ma non c'è stato modo e ho potuto chiamare così solo il
protagonista del mio romanzo “Per un'estate”! Beh, almeno al “figlio di carta” sono riuscita a
dare quel nome! Insomma leggo, leggo sempre. Se posso evito gli horror,
soprattutto prima di dormire!
Come è nata la tua passione
per la scrittura?
Ho iniziato a scrivere per non sentirmi sola. Sono figlia unica e
ricordo i pomeriggi a casa con la nonna, visto che i miei lavoravano. Lei
spesso guardava le telenovelas su Rete 4 e io, non potendo accedere alla tv
visto che il telecomando spettava a lei, scrivevo!
Che cosa provi quando
scrivi?
Scrivere per me è una sorta di antistress. Io posso decidere cosa
far fare ad un personaggio e cambiare un
destino: scrivere è come avere una bacchetta magica!
Ma perchè partecipare a un
corso di scrittura creativa? E
soprattutto da insegnante che effetto ti ha fatto ritornare a essere un'
allieva?
Non si
smette mai di imparare e il confronto con gli altri consente di continuare a
crescere, sia in termini “letterari” che di formazione personale.
Mi piace fare l'allieva e soprattutto credo molto nel potere della
“scrittura a mano libera”. Da alunna prendo appunti e le idee che arrivano
dalla scrittura con la penna in mano sembrano avere una potenza maggiore.
Che cosa significa essere
creativi per te?
Per me significa avere sempre nuove idee e nuovi spunti su cui riflettere per narrare qualcosa.
Ma come si può applicare la
creatività nella vita quotidiana?
Ogni giorno la vita offre spunti per la narrazione; ci sono storie
davvero bellissime che val la pena di essere raccontare. Nel quotidiano mi piace
annotare episodi divertenti e situazioni che osservo. Ad esempio al
supermercato la creatività può essere massima. Un esempio? La signora anziana
che ti chiede di prendere la scatola sullo scaffale in alto e io mi chiedo:
"che cosa ci farà mai con quei biscotti?".
A proposito di vita: da che
cosa hai preso spunto per il tuo racconto “Una latta di pesche” contenuto nell'
antologia "La vita vista da qui"?
Mi sono ispirata a mio nonno, veramente sopravvissuto alla
Campagna di Russia. Una storia che volevo raccontare da tempo e questa è stata
l'occasione giusta.
Con quali parole lo
descriveresti?
Aggrapparsi ai valori della propria vita e agli oggetti che ci
fanno sentire al sicuro nei momenti di disperazione: una latta di pesche, una
catenina con il santo protettore, il senso dell'onestà e del rispetto.
Che effetto ti ha fatto
vederlo stampato?
Come quando cammini in montagna: in cima l'aria è fresca, non
senti più la fatica e ti godi il panorama!
Sei amante anche delle
nuove tecnologie e apprezzi anche gli e-book?
Ho iniziato con due pubblicazioni in digitale. Sono dell'idea che
un libro sia un libro, qualunque vestito abbia.
Le nuove tecnologie veicolano più velocemente le storie e il nome
di chi le scrive. La carta è più tangibile, annusi le pagine, ci scrivi sopra.
Ha certamente una valenza diversa, più “emozionale”.
Ci vuoi parlare di queste
tue pubblicazioni?
Ho iniziato per caso con
Piemme, linea young adult. I miei e-book sono usciti come Sarah Rabolini. Il
primo è “Per un'estate” e il secondo “Amarsi ancora”. Il bello dei libri
digitali è che “vivono” per sempre e si trovano con un click sulla libreria del
tuo dispositivo, dopo un anno così come dopo cinque anni, cosa che non è detto
che accada anche ad un cartaceo.
“Per un'estate" è la storia di tre amiche nell'estate della
maturità. La caratteristica di questo romanzo è che ogni personaggio è
paragonato ad un dio della mitologia greca, per me grande maestra di vita. Ho
scritto questa storia nel 2014 e mai
avrei pensato che potesse essere pubblicata. È stato un primissimo lavoro, una
storia-diario e non pensavo di pubblicarla.
“Amarsi ancora” è stato scritto qualche mese dopo. È un romanzo
breve uscito per San Valentino per la collana In Love. Si tratta di una storia d'amore dove la protagonista, in
balia del nuovo fidanzato e dell’ex che ricompare, sceglie di capire di più se
stessa praticando la mindfulness e la Biodanza.
Infine quest’anno ho scritto “R come Infinito” l’ultimo nato, per
le Edizioni del Loggione, casa editrice con cui ho partecipato all’antologia
“Le donne che fecero l'impresa-Lombardia”.
Inoltre ho contribuito alla guida “Didattica per competenze” per
Raffaello Editore, con esercizi di meditazione e resilienza da proporre alla
scuola dell'infanzia.
Tengo delle serate di meditazione e scrittura, nonché sono allieva
dell'accademia Cei per operatori olistici.
E ora, che cosa possiamo
aspettarci da te? Stai scrivendo altro?
Ho scritto un racconto che ha vinto il premio “Lago Gerundo” e
sarà pubblicato sempre in un'antologia edita da Morellini.
È
la storia di una prof che va a trovare un ex alunno in carcere. Non può credere
che sia lí.
Attraverso storie mitologiche (e qui
torno al mio primo amore) alunno e prof daranno le risposte alle faticose
domande delle loro vite. E poi sto scrivendo una storia per ragazzi e vorrei provare a cimentarmi in un romanzo storico. Ma al momento ho
solo letto molto e fatto ricerche. Chissà!